Ai nastri di partenza la decima edizione di "The Italian Miss Alternative", il concorso di bellezza riservato ai giovanotti più atteso e improbabile. Anche ques’anno le modelle della Maison du Casserau sfileranno al Made In Bo (Parco Nord, Bologna) per raccogliere fondi a favore di quattro associazioni bolognesi di lotta al’AIDS: GASP! (Gay contro ‘Aids per la Salute e la Prevenzione del Cassero), IDA (Iniziativa Donne Aids), LILA (Lega Italiana per la Lotta al’Aids), MIT (Movimento Italiano Transessuali). Ma anche per sfogare una per nulla celata rivalità, peraltro con un dubbio senso del buon gusto.
Così come per le ultime edizioni, anche ques’anno (che molte voci indicano come ‘ultimo) la sfilata avrà un tema preciso: dopo ‘atelier e il circo, tocca alla favola. Vedremo quindi alternarsi sulla passerella le peggiori interpretazioni di personaggi come Pinocchio, Biancaneve, Cenerentola, la piccola fiammiferaia o la sirenetta. E dalla fibrillazione di questi giorni, tutto lascia pensare che ne vedremo veramente di ogni.
Ospite ‘eccezione Paolo Poli, un nome che non ha bisogno di presentazioni, che si esibisce per la prima volta per un benefit organizzato da un gruppo GLBT. ‘ ‘ultima di una serie di presenze ‘eccezione che hanno accompagnato in questi anni Miss Alternative, da Jean-Paul Gaultier a Luciana Turina, da Amanda Lear ad Ambra Orfei. La conduzione della serata è affidata al’ormai affiatato gruppo di Clelia Sedda (che ha presentato tutte le edizioni), Eva Robi’s, Alessandro Fullin, Paolo Perrelli e Bruno Pompa.
Al termine della sfilata, la notte continua al Cassero con il Miss Alternative Party, u’altra buona occasione di finanziare la lotta al’AIDS. Attesi dietro la consolle Robbi Joker dj, ormai noto ai frequentatori del sabato al Cassero, dj Ralf, uno dei migliori dance selector italiani, e i Pasta Boys, con le loro molte sonorità ‘avanguardia.
Tutti gli ospiti, gli artisti, le modelle (così come i djs alla festa) si esibiranno gratuitamente.
Il delirio della solidarietà
Impossibile per chiunque capire completamente il delirio vero che ‘è dietro, perché di delirio si tratta. Chi ha visto lo spettacolo è rimasto turbato dai gravi squilibri mentali delle modelle, e soddisfatto nello stesso tempo di vedere che ce ‘è sempre una peggiore.
di Antonio Soccio
Ho visto tutte e nove le edizioni di Miss Alternative. Erano gli anni novanta quando è iniziato, le modelle al tempo erano delle vere star, un p’ come adesso nel duemila lo sono i dj. Ho conosciuto la maggior parte dei partecipanti e quasi tutti li chiamo con il loro nome da modella. Non ho idea di come si chiamino veramente Gioiosa Ionic o Vanity Polase eppure ci parlo sempre.
Ero pieno di ammirazione per Stefano Casagrande che presentava ‘evento, ‘organizzava e scriveva dei testi bellissimi e il tutto lo faceva da vera rockstar, ‘unica rockstar veramente frocia che abbia mai visto esibirsi su un palcoscenico. Lo scopo è sempre stato quello della solidarietà, si raccolgono fondi per le associazioni bolognesi che si occupano di HIV/AIDS attraverso ‘informazione, la prevenzione e ‘assistenza. Ma ‘altro scopo è anche quello di offrire due minuti su una passerella che valgono sei anni di psicoanalisi. In nessun altro posto, infatti, si può catturare ‘attenzione di tanta gente nello stesso momento per mostrargli la natura della propria lotta contro se stesse. Da allora, ogni anno Bologna è stata scossa da questo evento.
Impossibile per chiunque capire completamente il delirio vero che ‘è dietro, perché di delirio si tratta. Chi ha visto lo spettacolo è rimasto turbato dai gravi squilibri mentali delle modelle, e soddisfatto nello stesso tempo di vedere che ce ‘è sempre una peggiore. Questo è già un buon motivo per volerne ancora. Le modelle non sono delle drag queen, ‘imperativo per loro, oltre al divieto assoluto di portare sul palco gli animali, è quello di sfilare su un paio di tacchi e confondere le idee, turbare il più possibile gli animi, sfuggire da ogni definizione, spaventare, non rassicurare mai, tirare fuori il mostro che si ha dentro e, in questo modo, dimostrare che un corso di liberazione sessuale è fatto di quante meno lezioni possibili perché prima ci si libera e prima ci si gode la vita, come dice la profetessa del transgender Helena Velena. Esiste la solidarietà se esistono spettacoli come questo, nessun altro evento al mondo è così tollerante di tanta incapacità di vivere.
Questo spettacolo ha intrecciato delle connessioni miracolose, più volte al Cassero qualcuno ha gridato di chiamare i giornali e le televisioni perché chi non sapeva camminare stava facendo le scale con un paio di tacchi. Quello che conta è voler esserci davvero e se poi una di loro ti dice di essere la più grande artista a cavallo tra due secoli tu le dici brava e dal palco qualcuno la chiama amica, anche se sa di non averne mai avute di amiche in vita sua, ma la solidarietà, invece, la conosce benissimo.
Il momento della proclamazione della vincitrice conta soltanto per le modelle, nessuno tranne loro presta attenzione a questo lato della faccenda anche se poi quando le incontri devi far finta che il loro viaggio è stato condiviso e capito, e anche questa è solidarietà e non te ne puoi sottrarre. Dopo la prima edizione, dove ‘era un p’ di tutto, si è cercato di selezionare i partecipanti offrendo loro una ispirazione comune, se ques’anno è favola, nelle scorse edizioni ci sono stati il mondo del’arte, le sante, il circo e ‘atelier, e questi dignitosissimi sforzi hanno avuto sempre un solo risultato, ‘umiliazione.
Questo palcoscenico ha avuto anche degli ospiti celebri, Amanda Lear e Jean Paul Gaultier tra gli altri, che mai sono riusciti a rubare la scena a loro, le modelle, un branco incontrollabile di autoreferenzialità. Sono stati dieci anni intensi per Bologna ed estenuanti per molte ferramenta che hanno dovuto soddisfare le richieste più estreme per confezionare gli abiti improbabili della sfilata. Per la terza volta lo spettacolo è organizzato da Paolo Perrelli e Bruno Pompa che hanno accettato ‘incubo di avere a che fare con le modelle per poi pentirsene ogni volta.
INFO
Dove: Made In BO (Parco Nord – via Stalingrado zona Fiera, Bologna)
Quando: Giovedì 8 Luglio alle 22:00. Ingresso 8 €.
Prevendite poltrone numerate (15 €)
al Cassero, via don Minzoni 18 – ore 10-13, 15-19 e 21-24 – 051.6494416
Circolo Arcigay Il Cassero
Via Don Minzoni 18, 40121 Bologna
Tel 051.6494416
Fax 051.6495015
www.cassero.it
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