Caro Augias, perché non t’imbarazzano le discriminazioni contro i gay?

  

Corrado Augias sulla rubrica Lettere de La Repubblica, da qualche settimana esprime imbarazzo verso i baci ed effusioni gay. Ora, addirittura afferma che “In una coppia omosessuale disturba l’idea di sterilità che rende baci e carezza esibizione fine a se stessa”.

Insomma, siamo alle solite: l’amore tra due persone dello stesso sesso non ha la medesima dignità rispetto a quello eterosessuale, si può tollerare, ma è meglio che si esprima al chiuso, lontano dagli occhi dei vari opinionisti di destra, centro, sinistra.

E’ sconfortante dover registrare che anche una personalità come Corrado Augias, non s’imbarazzi per le evidenti discriminazioni e aggressioni di cui sono vittime i cittadini gay, che tra l’altro in questo paese non godono d’alcun riconoscimento giuridico e d’alcuna tutela.

Ancor più stupefacente è l’idea, mutuata dalle posizioni più retrive delle gerarchie cattoliche, per cui se il rapporto non prevede la fecondazione è un’esibizione fine a se stessa! Sembra che trent’anni di conquiste sociali e di libertà civili siano di colpo state cancellate.

Mentre milioni di cittadini gay italiani cercano con fatica di emergere da una clandestinità in cui sono stati tenuti da secoli di persecuzione, le teste d’uovo non trovano di meglio che filosofeggiare su quanto può disturbare una carezza gay. Siamo davvero al paradosso!

Aurelio Mancuso
Segretario nazionale Arcigay

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Da "La Repubblica" del 02.11.03 – CORRADO AUGIAS – LETTERE
Coppie gay, un bacio che crea imbarazzo

Gentilissimo signor Augias, sono un omosessuale di 55 anni, pur avendo accettato la mia personalità, provo il suo stesso imbarazzo di fronte ad amici che, forse più "aperti", si baciano in mia presenza. Non ne faccio però un cruccio… la mia generazione non può ignorare ‘educazione, la società, la cultura in cui è cresciuta e in cui ha passato la vita, se lo facesse mentirebbe a sé stessa. La lettera del ragazzo da lei pubblicata mi ha fatto pensare a quanto più aperti siano i giovani ‘oggi paragonati ai nostri imbarazzi. Mi ha fatto piacere. Abbiamo forse aperto una porta per un mondo un p’ più giusto.

Mario della Bella
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Caro Augias, noi gay sappiamo bene che le effusioni eterosessuali pubbliche sono parte del paesaggio mentre quelle omosessuali non lo sono. Infatti ci battiamo per un paesaggio che accolga tutti. Assistere a baci e abbracci di una coppia gay le darebbe fastidio perché non li ha mai visti o le dà fastidio in quanto li vede? Credo e spero che il suo problema, come quello di milioni di (suppongo) non omosessuali, sia semplicemente la mancanza di abitudine a vederci e/o a conoscerci di più. Nessuno è perfetto, ‘importante è confrontarsi…

Paolo Hutter
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Caro Augias, sono un eterosessuale di tren’anni e vorrei portare un contributo personale al disagio da lei manifestato di fronte alle "effusioni" gay. Tempo fa, a Padova, ho assistito a questa scena: due liceali si erano appena salutate quando una delle due ha inseguito la compagna, ‘ha abbracciata, proseguendo con un lungo, dolcissimo bacio. Altra scena, a Venezia: mi sono reso conto che il mio interlocutore era gay e ci stava delicatamente provando. La cosa non mi ha dato fastidio, ho solo cercato di non alimentare inutili illusioni. Ciò che conservo è il sorriso negli occhi di questi ragazzi/e, gay/lesbiche: un sorriso dolce e fragile che si chiama amore.

Francesco Dal Corso
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Il disagio che provo, di fronte a scene pubbliche di affettuosità omosessuale, credo anche io che dipenda in parte da fattori "culturali" e da mancanza di abitudine. Ricordo nettamente il senso di libertà provato quando, studente, cominciai a frequentare ‘Europa (Parigi, Londra soprattutto). Contribuivano a quella sensazione coppie di innamorati sdraiate, sovrapposte, sui prati di Hyde Park o delle parigine Buttes-Chaumont. Erano anni in cui, da noi, la moralità ufficiale esigeva che i poliziotti andassero a multare le coppiette appartate in auto anche di notte e in località isolate, anche con i vetri appannati. Eravamo provincia, le effusioni pubbliche venivano (ufficialmente) considerate disdicevoli. Molti ovviamente erano contrari, si criticava ‘atteggiamento, si definiva Scelba (ministro del’Interno) guardone per interposto agente. Col tempo, almeno per le coppie etero, tutto è cambiato. Continuo però a pensare che per le coppie omo ci siano altre difficoltà oltre a quelle culturali. Forse una spiegazione è nel fatto che una coppia uomo-donna che amoreggia su un prato interpreta, anche se non lo sa, la forza sfacciata della specie che chiede di essere perpetuata. In una coppia omosessuale disturba credo ‘idea di sterilità che rende baci e carezze esibizione fine a se stessa.


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