Poche scuole accettano di parlare di omosessualità. E i ragazzi scrivono e-mail al Cassero
Io, studente gay, stanco degli sfottò
«Da quando sanno che sono lesbica gli sguardi di disprezzo si sono moltiplcati». «Quelle scritte nel bagno che vorrei tanto cancellare»
di Luca Molinari
Le chiamano le "lettere dal fronte" e la linea di fuoco è quella su cui si combatte ogni giorno, ogni singola ora di lezione, tra i banchi delle scuole di Bologna. I soldati, pacifici, sono i tanti ragazzi e le tante ragazzine gay e lesbiche. Il nemico è il pregiudizio e l¹indifferenza. Un nemico che assume la forma degli sfottò, delle parolacce. E che a volte deraglia, diventando vero e proprio bullismo, con il suo contorno di violenza. Le lettere sono quelle della nuova generazione, spedite via Internet, arrivate al server dell¹associazione il Cassero. Uno scambio epistolare iniziato qualche settimana fa, dopo che molte scuole si sono rifiutate di accettare le lezioni di Progetto Scuola, incontri organizzati dai volontari dell¹associazione gay e lesbica che ha sede alla Salara per aiutare i giovani a capire ed apprezzare le differenze. Ci fu qualche polemica, il direttore scolastico Paolo Marcheselli si appellò al principio dell¹autonomia degli istituti assicurando che nelle scuole l¹omofobia non trovava casa. Ma in tanti, soprattutto fra gli studenti, sentirono che negli istituti dove non si sarebbero tenuti i corsi sarebbe venuta meno un¹opportunità di confronto e di crescita. Soprattutto, per chi è omosessuale, veniva meno l¹opportunità per parlare coi propri compagni attraverso la mediazione degli operatori del Cassero. Alcune di quelle e-mail, ovviamente anonime e senza riferimenti alle singole scuole, le pubblichiamo. Sono solo un piccolo estratto di una più vasta testimonianza. Decine di lettere di posta elettronica in cui la protagonista è spesso l¹ostilità che circonda un giovane che manifesti la propria omosessualità. C¹è chi racconta che da quando ha dichiarato di essere lesbica ha visto l¹amica del cuore farsi di nebbia dalla sera alla mattina. O chi arriva ad augurarsi di ammalarsi: un semplice raffreddore, tanto per stare a casa da scuola e non subire le angherie. «Quella che emerge – sintetizza Mirco Lipparini, uno dei volontari del Cassero che ha curato l¹iniziativa – è una situazione di forte disagio: appena si sa che un ragazzo è omosessuale viene estromesso, con casi anche di bullismo. Per questo è importante intervenire».
Dal 4 febbraio al liceo Minghetti iniziano gli incontri dedicati al tema delle diversità
Le differenze ci accomunano
A scuola di diversità, per combattere il pregiudizio a partire dai ragazzi. È questo lo scopo del Progetto Scuola promosso dal Cassero, avviato fin dal novembre 2002 grazie all¹impegno di alcuni volontari dell¹Associazione che in più occasioni hanno già incontrato studenti e studentesse bolognesi. La scuola che si è dimostrata più disponibile al confronto è stato il liceo classico Minghetti, che ha organizzato ben tre assemblee in collaborazione con il Cassero. I temi? Omosessualità e prevenzione all¹Aids, con la descrizione di quali sono gli stili di vita e le precauzioni necessarie per evitare di contrarre il virus. Non solo prevenzione, ma anche un modo per sfatare pregiudizi e falsità attorno all¹Hiv e permettere di avere evitare una nuova caccia alle streghe. La scuola bolognese, polemiche e strascichi a parte, si conferma come il terreno più innovativo e aperto al confronto su questo delicato argomento. Infatti, già l¹anno scorso al liceo scientifico Copernico, dove insegna Sergio Lo Giudice, il presidente nazionale dell¹ArciGay, è stato attivato un corso pomeridiano extracurricolare di educazione alla diversità e la stessa scuola bolognese ha ospitato un incontro tra istituti europei sull¹argomento della diversità. Il corso ha avuto successo, i ragazzi hanno frequentato e i risultati in termini di lotta al pregiudizio si sono fatti sentire. Non a caso, l¹esperienza è stata ripetuta anche nell¹anno scolastico in corso. Per quanto riguarda il Minghetti, il prossimo mercoledì 4 febbraio partirà un corso di dodici ore (una lezione settimanale da due ore per sei settimane) destinata al tema della lotta all¹indifferenza e al pregiudizio. «Parleremo con i ragazzi di cosa sia la diversità – racconta Emanuele Pullega, da anni attivo nell¹associazione il Cassero – Vogliamo far capire che non bisogna averne paura». Combattere il pregiudizio, impegnarsi a creare fin da scuola un clima di civile e reciproca convivenza fra gli studenti. Sono queste le finalità del progetto che Pullega e compagni cercheranno di realizzare al Minghetti. Una sfida che ha già un obiettivo chiaro: far capire che, in fin dei conti, ognuno di noi è diverso dall¹altro. «È questo – insiste Pullega – il nostro obiettivo: al termine di tutte le lezioni, che saranno caratterizzate dal dialogo costante, vorremmo che tutti gli studenti che hanno partecipato capissero che le differenze ci accomunano». l.m.
Le lettere della denuncia
Oasi felice
Ciao, nell¹articolo stranamente non vedo citata il Liceo Copernico, dove è docente Sergio Lo Giudice. Mi hanno detto che all¹ultima riunione del comitato studentesco si è parlato proprio di questo argomento, ma non sapendo nel dettaglio l¹iniziativa vi ho scritto per chiedere delucidazioni.
Scuola o inferno?
Salve! Ho letto l¹articolo che avete scritto sulle scuole di Bologna.. che deprimenza! Volevo sapere se avevate chiesto anche al [mio istituto],dato che lo frequento. Se non lo avete fatto provateci, ce n¹è bisogno. Da quando qualcuno ha saputo della mia "schifosissima situazione" nel giro di una settimana gli sguardi di disprezzo che ricevevo nei corridoi si sono moltiplicati in maniera esponenziale seguiti da commenti di diprezzo vari ed ora vengo indicata come "La lesbica". Beh, dato che il mio migliore amico è gay ne hanno beccati due in un colpo solo…
Per fortuna c¹è l¹influenza
Sono gay, e decisamente furioso; a scuola ogni giorno vengo pesantemente deriso perché non sembro abbastanza maschile più o meno una volta alla settimana un tale, con aria strafottetente si avvicina a me e con un odioso atteggiamento da bulletto mi chiede "Com¹è prenderlo in culo?". "So che fai pompe ai professori, dev¹essere per questo che sai i voti" (io non conosco nessun voto) (io non faccio pompe a nessun prof). È questo quello che sono costretto a sopportare 200 giorni l¹anno, tranne nei fortunati giorni in cui resto a casa per motivi di salute.
La rabbia nasce al bagno
Ciao! Non so cosa volete fare in una classe, io non parteciperei perchè di me non sa nulla nessuno e voglio che rimanga così. Però volevo dirvi che tutte le volte che entro nei bagni dei maschi provo una grande rabbia, per tutte quelle scritte contro i froci che parlano di sesso e dicono di mandare al rogo chi è così. Perché tanto disprezzo? Sento sempre una gran voglia di cancellarle, ma non saprei come e potrei essere visto. Poi a che serve?
Aperti al confronto
Sono un studente di un liceo scientifico di Bologna, Vi scrivo poichè ho sentito parlare di iniziative riguardanti un confronto sul tema dell¹omosessualità nelle scuole (ho anche letto questo articolo online su http://www.cassero.it/show.php?531 e visto un servizio su Rai3). Potreste darmi qualche ulteriore informazione a riguardo poiché avevo intenzione di scrivere un breve articolo informativo sul mio sito. Aspetto una vostra risposta, e vi ringrazio in anticipo!
INFO
Circolo Arcigay Il Cassero
Progetto Scuola
051.555661
[email protected]