Fino a pochi mesi fa, la musulmana Zanzibar era considerata una delle mete più "tranquille" per il turismo omosessuale. A rovinare tutto è stata la celebrazione del primo matrimonio gay sull’isola. Uno scandalo che, come se non bastasse, ha visto come protagonista un tenente della polizia, immediatamente radiato dal corpo e arrestato.
L’unione tra i due omosessuali ha esacerbato gli animi dei conservatori, che hanno invocato la mano dura del governo. La risposta non si è fatta attendere: per arginare lo scandalo l’esecutivo ha prontamente adottato un decreto legge che prevede 25 anni di galera per gli omosessuali colti sul fatto. Sono previste pene anche per chi è accusato di favoreggiamento. Recita la legge: "Chiunque crei un ambiente favorevole ai gay" può scontare fino a cinque anni di carcere.
"Il partito al potere sembra sempre più succube di una ristretta cerchia di fondamentalisti", commenta allarmato il rappresentante di un’organizzazione locale. "Ora che il governo ha bandito i gay ci si chiede chi sarà la prossima vittima: potrebbero essere i consumatori di alcol o gli amanti del ballo. Alla fine, non resterà che un passo per la richiesta di un’applicazione integrale della sharia".