Da "Il Manifesto" del 31.10.04 di Gianni Rossi Barilli
Buttiglione fa harakiri
Arcigay: "Giornata storica per la libertà in Europa"
Rocco Buttiglione
Quando tutti sono solidali con te, vuol dire che sei proprio spacciato. Così ieri, dopo la sua definitiva e pubblica rinuncia a ogni velleità di diventare commissario europeo, Rocco Buttiglione ha ricevuto simpatizzanti condoglianze da molti alleati politici e perfino da qualche avversario. Scaricato senza appello da Berlusconi, inmattinata il professor Rocco si è presentato a u’affollata conferenza stampa nella sala della stampa estera per bere tutto ‘un fiato l.amaro calice della sconfitta. A cominciare da un sentito ringraziamento al cavalier Silvio e al suo governo tutto «per il sostegno che non mi hanno mai fatto mancare ». «Do le dimissioni – ha dichiarato Buttiglione – per favorire il percorso della commissione Barroso». Poi ha anche aggiunto di essere orgoglioso di far parte del governo italiano e «ancora più desideroso» di dare il suo contributo. Ma anche su questo sembrano in arrivo dispiaceri, perché ‘è la concreta possibilità che il ritorno nel governo frutti al professore solo un incarico senza portafoglio. Da commissario europeo in pectore (che secondo il manuale Cencelli vale come due ministeri) a ministro di secondo piano sarebbe un bel salto all.indietro. Ma Buttiglione ormai è abituato a descriversi come una vittima sacrificale, anche se specifica di non volersi lamentare più di tanto. Sottolinea soltanto che contro di lui ‘è stata una campagna di stampa «rozza e superficiale» e ribadisce per ‘ennesima volta la sua retorica distinzione tra la sfera della morale e quella della politica, come se tutta la sua carriera di uomo pubblico non avesse dimostrato esattamente ‘opposto.
Nel giorno del martirio, oltre che con i giornalisti «in malafede», il professor Rocco cerca di prendersela con Romano Prodi, come lui cattolico e che proprio come lui (a suo giudizio) avrebbe risposto in materia di famiglia e omosessualità, se qualcuno si fosse preso la briga di fargli qualche domanda in proposito. Prodi replica a stretto giro che nel suo ruolo di commissario europeo ad interim non può assolutamente fare commenti sulla vicenda Buttiglione.
In compenso, i commenti politici si sprecano tra coloro che non hanno incarichi istituzionali altrettanto delicati. La destra, con pochissime eccezioni, esprime cordoglio e dispiacere per ‘accaduto.
‘Udc, prima di tutto, difende Buttiglione come un sol uomo. E il senatore Maurizio Ronconi, preso dalla foga, torna ad attaccare i «circoli radicali e massonici del nord Europa». In An si stracciano le vesti iministri Gasparri e Alemanno, mentre ‘ultracattolico senatore Pedrizzi infilza con le armi della retorica la «lobby omosex-cattofobica », certo co’è che nessuno mai lo proporr à per un incarico a Bruxelles. Per Forza Italia interviene con la solita veemenza il coordinatore Sandro Bondi, accusando la sinistra di aver infangato ‘onore del’Italia.
E per la Lega si fa addirittura vivo Umberto Bossi, dal suo letto ‘ospedale in Svizzera, dichiarando che anche lui avrebbe fatto come Buttiglione. Dissente però con il suo capo il ministro leghista del welfare Maroni: «Dire che è tutta colpa di una campagna della stampa europea contro di lui mi pare francamente ingeneroso. Direi che Buttiglione ci ha messo del suo».
A sinistra e nel’area laica prevalgono naturalmente i toni soddisfatti per la sconfitta del professor Rocco. Ma ‘è anche chi fa ilmagnanimo. Come il capogruppo degli uroparlamentari Ds Nicola Zingaretti, che commenta le dimissioni parlando di «scelta saggia». Maramaldeggia invece sulle spoglie del martire ‘Arcigay: «’ una giornata storica per le libertà civili in Europa», dichiara il segretario nazionale del’associazione Aurelio Mancuso, che giudica peraltro «incredibile» che ‘omofobo Buttiglione, terrore dei gay e delle madri single, abbia la faccia tosta di dipingersi come una vittima del’ntolleranza altrui.
Da "Il Tempo" del 31.10.04
Bossi con lui, i gay esultano
BUTTIGLIONE? «Anc’io farei come ha fatto lui». Berlusconi? «Come posso abbandonarlo, poveretto…». Il federalismo? «È il risultato di anni di lavoro e di lotta. E porterò un pullman di leghisti sulla tomba di Carlo Cattaneo». In u’intervista pubblicata ieri, Umberto Bossi parla delle vicende italiane, della Lega «comunque determinante» e dei suoi alleati. «Mi hanno fatto entrare nella storia, mi hanno dato il federalismo. Io non dimenticherò. Non dimentico mai», afferma Bossi tut’ora ricoverato nella clinica Hildebrand di Brissago (Ticino). ‘ex ministro parla poi di Buttiglione: «Ha le sue idee e io le rispetto. Pensava quelle cose e le ha dette. Anc’io farei come ha fatto lui». «’Europa è un concetto laico. Anzi questo è ‘Occidente che non si ferma a giudicare se una cosa è giusta o sbagliata. Tutto passa, si usa dire. E Buttiglione – afferma ancora Bossi – è con questa Europa che si è messo in conflitto».
Diverso il commento dell’Arcigay: «Le dimissioni di Buttiglione rappresentano una giornata storica per le libertà civili in Europa», afferma Aurelio Mancuso. «È inutile e anche incredibile – ha detto Mancuso – che Buttiglione si professi una vittima innocente scelta per purificare le colpe e le nefandezze altrui. Le vere vittime del pregiudizio e delle discriminazioni sono le persone omosessuali, che proprio grazie a posizioni come quelle di Rocco Buttiglione vengono emarginate, prese di mira e aggredite da gruppi reazionari, come è avvenuto di recente a Napoli».
INTERVISTA A ROCCO BUTTIGLIONE
Da "La Repubblica" del 31.10.04
L´omosessualità non c´entra. E pensare che sia peccato non è un delitto
"La mia battaglia continuerà in Italia" – Aver parlato di valori su quei banchi mi inorgoglisce – La mia fede mi impone di rispettare la libertà di tutti e la laicità della politica. Il ministro Buttiglione racconta le ragioni delle sue dimissioni da Commissario
«Io sono la pietra di uno scandalo che è appena incominciato e andrà avanti. E sa perché? Perché le semplici parole di un cristiano, che non poteva dire diversamente, hanno costretto l´Europa a guardare dentro di sé, fino a quel fondo su cui si adagia la sua incredulità evidente ed esibita ma anche, più nascosto, il dubbio, su questa incredulità agnostica. Ho perso perché questa Europa accetta tutto, ma odia essere disturbata dalla vera domanda che adesso la interpella, quella sulla sua anima. E invece quel seme darà frutto: anche in Italia, vedrà». Rocco Buttiglione ha appena dovuto dimettersi, lasciando due volte l´Europa che l´ha bocciato, prima come commissario designato e poi come ministro delle Politiche comunitarie. Il politico è sconfitto e abbandonato anche dal suo governo, ma il filosofo non rinuncia alla sua battaglia.
Professore, lei era stato designato dal governo per rappresentare l´Italia. Il suo compito era dare scandalo o ottenere il voto del Parlamento europeo?
«Guardi che non sono io che ho introdotto il tema del peccato, questa parola che riesce a scuotere l´Europa. L´hanno fatto altri, chiedendomi di rispondere sull´omosessualità. Io ho detto "I may think", cioè posso pensare che sia peccato ma nel senso che non ha alcun interesse quel che penso, perché anche se pensassi che è peccato so che non è un delitto, dunque lo Stato non deve metterci il naso. E ripeterei le stesse cose mille volte».
Però ha chiesto scusa, giorni fa. E comunque non crede legittimo che qualche parlamentare si sia preoccupato per un commissario che programmaticamente annuncia di credere nell´opposto di ciò che dovrà fare?
«Basterebbe San Tommaso, per rispondere: se tutti i peccatori fossero puniti dallo Stato nessuno di noi sarebbe a piede libero. So distinguere tra il peccato e la legge».
È come se lei avesse spiegato all´Europa che da commissario doveva ogni volta tradurre nella lingua dei diritti ciò che nella sua lingua era invece peccato. Non c´è in questo una sorta di schizofrenia?
«Qui può rispondere il filosofo Wojtyla: la libertà degli altri non si rispetta necessariamente con il relativismo di chi non crede in nessuna verità. È sufficiente che io sia convinto che una verità riconosciuta per forza non ha nessun valore morale. Un mondo in cui tutti fanno cose giuste per forza, non somiglierebbe al paradiso, ma all´inferno».
Ma lei si è presentato dicendo in pratica: farò il contrario di ciò in cui credo. Non è lecita qualche riserva, senza bisogno di evocare la caccia alle streghe?
«No, un momento. Io opero come credo. Ripeto: è la mia fede che mi dice che devo rispettare la tua libertà. Dunque sono perfettamente coerente, come cristiano e come commissario».
Ma lei voleva togliere l´omosessualità dai comportamenti che non devono essere discriminati, si dimentica?
«Io ero contrario a quell´esemplificazione. Ma creda a me, questo non ha avuto alcuna importanza. Hanno voluto farmi fuori con regole truccate. Io ho dato la risposta canonica di tutte le società liberali. Ma nei dossier che circolano in Europa contro di me, della mia risposta non c´è traccia».
Sta dicendo che c´è stata una persecuzione organizzata?
«Non è una persecuzione se si tratta solo di un episodio, ma siamo sicuri che sia l´unico?».
Lei crede davvero che in Europa ci sia oggi un pregiudizio anticristiano?
«C´è certamente un pregiudizio contro la libertà. E dentro questo ambito ampio, c´è anche un pregiudizio anticristiano. Anzi, le dico di più: quello anticristiano è l´unico pregiudizio religioso che goda oggi di grandi legittimazioni. Potrei dire che è alla moda, se ci campiamo. È facilmente difendibile nella buona società europea».
E perché l´Europa oggi dovrebbe essere anticristiana?
«Perché ha paura di se stessa, di aprire un discorso sull´identità, su ciò che è davvero. Quel discorso che è il tema delle radici cristiane, espulso dalla Costituzione, non chiudeva – come qualcuno ha pensato – ma apriva. E invece l´Europa oscilla tra due dimensioni che non possono essere identitarie: quella esclusivamente economica e quella del politicamente corretto».
Sa spiegare culturalmente perché la destra è oggi tutta contro il politicamente corretto, che è un decalogo neutro, non di sinistra?
«Il mio caso risponderebbe da solo, perché dimostra che quella regola non è applicata nello stesso modo a tutti e contro qualcuno si può fare ciò che non è lecito fare ad altri. Ma la questione vera è che sta diventando politicamente scorretto parlare di valori, di giudizi morali. Come se oltre la politica non ci fosse una sfera in cui i comportamenti si qualificano come giusti e sbagliati, perché valgono ancora le categorie del bene e del male».
E come si può sostenere davvero che l´Europa è oggi convertita alla religione del politicamente corretto?
«Per quella che potrei chiamare una neutralizzazione delle ideologie. Infatti c´era un´alternativa al principio delle radici giudaico-cristiane dell´Europa: ed era la grande cultura immanentista che culmina nel marxismo. Ma quando il marxismo è stato sconfitto, le intelligenze marxiste hanno detto: bene, io ho torto, ma a condizione che nessuno abbia ragione. E che il concetto del bene e del male scompaia. Ecco perché in Europa dilaga il politicamente corretto».
Non vede come in questa critica ci sia il rischio di un attacco ai diritti, coniugati dal nuovo pensiero liberale di destra come disgiunti dai valori?
«Non per me. Senza valori, semplicemente non ci sono diritti. Perché dovrei rispettare la tua persona se non riconosco il tuo valore?».
Dunque un´Europa arida, spaventata dalla distinzione tra il bene e il male, neutra per scelta potenzialmente persecutoria, si è rivoltata contro di lei. Si è chiesto perché?
«Perché ho detto quel che ho detto. Che è stato letto come hanno voluto leggerlo».
Dunque crede alla congiura?
«Far circolare dossier costruiti ad arte, e senza citare le mie vere parole. Non badare a ciò che ho detto ma a ciò che appare. Costruire uno schema, divulgarlo e poi crederci. Come la vuol chiamare? Congiura? Forse non siamo lontani dal vero. Come quando qualcuno parla di odio anticattolico».
Non le pare troppo in un paese governato quasi sempre da politici cattolici, in un´Europa che ha avuto Prodi presidente per cinque anni?
«Lasci stare. Io non credo ad un´Europa dominata da quest´odio, ma pur tuttavia lo vedo, e in misura abbastanza rilevante per preoccupare non me come cattolico ma ogni uomo che ha a cuore la libertà. Per questo, se me lo lascia dire, io sono soddisfatto».
Di essere stato bocciato? Ma professore, sappiamo tutti che ha fatto il possibile per restare a Bruxelles. Non è una soddisfazione postuma?
«Aver perso quel lavoro mi dispiace. Ma aver parlato di valori in quel Parlamento, dimostrando che può essere un luogo non solo burocratico, mi inorgoglisce».
Professore, lei parla come il leader populista Pym Fortuyn: lo sa?
«Tutti quelli che si occupano di Europa sanno che c´è un problema di trasparenza, di burocrazia. Poi per chi teme il rischio di un´Europa anticristiana affiora anche la spinta di dire no all´Europa. Ma non vale per me. La battaglia per la libertà è cominciata e si gioca prima di tutto in Europa. E poi andarsene per tornare dove? L´Italia non è certo meglio di Bruxelles».
Lei mi ha detto una volta che si riconosceva nel motto dei cavalieri polacchi: ubbidire soltanto a Dio. Come avrebbe potuto da commissario?
«È il mio Dio che mi ha insegnato ad ubbidire a Cesare».
Ma questo Cesare in formazione che è l´Europa sembra fare eccezione per la destra, anche la destra cattolica. Perché?
«Le rispondo con un esempio le questioni su cui io sono stato trafitto, non sono di competenza europea ma degli Stati. Diciamo che se sono stato crocefisso, hanno usato chiodi sbagliati. Ma ecco il punto. Se qualcuno pensasse ora che con un altro commissario al mio posto si potrebbe avviare una campagna per imporre certe politiche su questi argomenti (famiglia, aborto, divorzio) agli Stati membri, allora sarebbe gravissimo».
Professore, un passo in più e anche lei si metterà a parlare di Europa massonica…
«L´Europa sono i massoni, siamo noi, sono gli omosessuali, sono le famiglie, eccetera ma le dico con chiarezza che se vedessimo il rischio che alcune correnti monopolizzassero la costituzione europea, allora bisognerebbe reagire con forza».
Ma lei che battaglie può fare? Qualche capo del governo ha detto che non la vorrebbe mai tra i suoi ministri. Cosa risponde?
«Chi l´ha detto è socialista. Nessun problema, neanch´io andrei mai con loro. Ma vede, la Commissione non è espressione del Parlamento europeo e del suo equilibrio politico. Dunque un commissario non può essere bocciato per ragioni politico-culturali, ma solo per incompetenza. Di questo non mi ha ancora accusato nessuno».
Farà un movimento cristianista, con il cristianesimo trasformato in ideologia, per uso politico?
«No. Potrei fare semmai un movimento culturale. La società cristiana deve nascere, e se deve nascere, da sé, attraverso la libertà, non attraverso la politica».
Lei ha citato René Girard: si sente capro espiatorio in un´Europa pagana?
«So che i cattolici sono capro espiatori ideali in questi tempi. Quanto all´Europa pagana, ricordiamo che i pagani adoravano non il sole ma le forze vitali, non i valori più alti ma la pura vitalità potremo dire l´usura la lussuria e il bisogno di potere, ciò che resta quando gli altri valori si ritirano il paragone regge».
Ma in Girard il capro espiatorio dei pagani è sempre colpevole. Anche lei?
«Io non lo sono. Lo sarei se per opportunismo mi fossi piegato al verbo politicamente corretto dell´Europa. Non l´ho fatto. Poi mi sono accorto che così facendo, ho dato battaglia. Quella battaglia in atto, anzi appena incominciata».
Arriverà in Italia?
«Può scommetterci. Io sono qui».
(e. m.)