Amato e Pera: l’amore gay è compatibile con i vostri valori?

  

E’ da qualche giorno che ci chiediamo, se i continui richiami ad una supposta superiorità dei valori cattolici rispetto alle correnti del pensiero laico, non nasconda un certa difficoltà, da parte di Pera e Amato, nell’analizzare con gli strumenti propri della convivenza civile e del rispetto delle differenze, alcuni profondi mutamenti avvenuti nelle società non solamente occidentali.

Giuliano Amato

Giuliano Amato

I due laici Amato e Pera, ritengono, quindi, che la fede religiosa abbia una marcia in più perché mossa dall’amore e non, come quella laica, solamente dalla ragione.

Si afferma poi, la Chiesa è l’unica diga contro l’avanzare dei fondamentalismi e di scelte di vita egoistiche, come a dire che lo stato di diritto fondamento degli stati democratici, rispettosi delle differenze, promotori di diritti civili e libertà, non è più sufficiente.

Chissà come mai la storia è stravolta in modo così disinvolto, cancellando in un colpo solo secoli di roghi, guerre sante, repressioni, teocrazie, fieramente perpetrate dalle gerarchie cattoliche.

Ma anche rimanendo ancorati all’attualità, come si può definire amore negare la possibilità dell’uso del preservativo (e incitare ad improbabili castità), mentre milioni di donne e uomini nel mondo muoiono di Aids? A quale etica superiore ci si riferisce quando si vuole impedire il diritto alla maternità, alla ricerca scientifica, ad una morte dignitosa? Quali sentimenti di comprensione e solidarietà sono contenuti l’attuale dottrina della Chiesa, quando si ritengono solo gli omosessuali non visibili e astinenti, gli unici ad esser degni di non esser considerati dei reietti?

In ultimo ci piacerebbe sapere dalle due personalità, qual sia la loro opinione rispetto al fatto che il nostro Paese è l’unica grande nazione europea a non aver voluto ancora riconoscere le unioni affettive omosessuali, proprio a causa di una potente capacità di interdizione esercitata dalla Curia sui politici di tutte e due i poli. O di ciò, nonostante che se ne occupi tutta la stampa internazionale e nazionale, non si deve parlare perché non compatibile con la necessità di non favorire, come afferma Amato, “diritti senza limiti, libertà senza responsabilità, rapporti interpersonali costruiti sulla sola convenienza e non sull’etica”?

Bologna 1 novembre 2004,
Aurelio Mancuso
Segretario nazionale Arcigay


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