Il riconoscimento delle coppie gay fa bene alla famiglia e alla società

  

“Il riconoscimento giuridico delle relazioni d’amore omosessuali o eterosessuali, fa bene alla famiglia e alla società, perché riconoscere un diritto ad alcuni non significa limitare il diritto di altri” questa la replica del presidente nazionale di Arcigay, Sergio Lo Giudice, alle parole del cardinale Joseph Ratzinger che, in un’intervista apparsa oggi su Repubblica torna ad attaccare il Patto Civile di Solidarietà (PACS) e la scelta dei matrimoni gay come “distruttiva per la famiglia e la società”.

Una coppia gay belga

Una coppia gay belga

“La Spagna di Zapatero, come la gran parte dei Paesi europei — continua Lo Giudice – hanno capito che l’inarrestabile esigenza di costruire relazioni d’amore, convivenze familiari, progetti comuni che è posta con forza dalle persone gay e lesbiche non rappresenta una minaccia sociale ma l’esatto contrario: un formidabile contributo alla costruzione di una solida trama di relazioni sociali da parte di una comunità condannata da secoli all’atomizzazione sociale e all’isolamento.

“Non stupisce che il capo dell’ex Sant’Uffizio riproponga una posizione di totale chiusura al riconoscimento normativo delle relazioni di convivenza e di amore fra gay e fra lesbiche, nonostante nel corpo della Chiesa cattolica trovino spazio posizioni assai più articolate.

“La definizione di laicità proposta da Ratzinger, inoltre, come libertà concessa solo alle ‘religioni con una responsabilità verso la società civile’ rappresenta una posizione intollerante e del tutto estranea ala tradizione liberale e democratica dell’Occidente, poiché pretende di selezionare a priori le posizioni a cui consentire agibilità e quelle da vietare.

“Torna in mente — prosegue il presidente di Arcigay – la celebre definizione che Guido Calogero dava del concetto di laicismo che ‘non è tanto una dottrina o una religione, quanto una regola di convivenza per tutte le dottrine e per tutte le religioni, non è tanto un carattere della dottrina propria, quanto una regola di comportamento di fronte alle dottrine altrui’”.


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