La staffetta dei diritti gay è passata dagli USA all’Europa

  

“Il divieto dei matrimoni gay scaturito dai referendum in 11 stati degli Usa era un risultato atteso. Da ormai 10 anni la staffetta della battaglia per la parità di diritti tra gay ed eterosessuali è passata dall’America all’Europa” commenta il presidente nazionale di Arcigay, Sergio Lo Giudice, a proposito di uno degli aspetti del voto americano di ieri.

Europa

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“Dispiace certo constatare — continua Lo Giudice – che mentre in Europa la maggior parte degli stati ha approvato o si appresta ad approvare leggi che riconoscono e tutelano le unioni gay e lesbiche, in Usa si faccia strada l’idea di scolpire un’eccezione ai principi di uguaglianza e di libertà contro le persone omosessuali. Lo Storia ci insegna che laddove si è derogato al principio di uguaglianza per particolari categorie di persone, come per gli ebrei in Germania, o per i neri nella Repubblica Sudafricana, si è imboccata una strada inquietante e pericolosa per la sicurezza e la libertà di tutti”.

“Il risultato dei referendum contro i matrimoni gay non sorprende — osserva inoltre Lo Giudice – anche perché erano stati proposti dalle lobby anti-gay proprio negli stati americani in cui si attendevano di poter vincere. I quesiti referendari erano inoltre incentrati sul bando del matrimonio tra persone dello stesso sesso. In Italia quello che Arcigay propone e su cui verte il confronto parlamentare non è il matrimonio gay ma il Pacs (Patto civile di solidarietà)”.

Il Patto civile di solidarietà vuole garantire a due persone che scelgano di condividere una parte importante della propria vita una serie di responsabilità e diritti reciproci: assistersi liberamente in ospedale in caso di malattia, prendere decisioni importanti sulla salute del partner in caso di sua incapacità, ereditare reciprocamente senza gli svantaggi di un testamento, ricevere la pensione di reversibilità, essere tutelati in caso di separazione, godere della miriade di diritti e agevolazioni concesse alle coppie eterosessuali sposate.

Ad oggi sono 12 gli stati europei che riconoscono in forme diverse le unioni gay e lesbiche: Danimarca, Norvegia, Svezia, Olanda, Belgio, Lussemburgo, Finlandia, Ungheria, Francia, Germania, Islanda, Portogallo. Tra questi solo l’Olanda e il Belgio hanno esteso il matrimonio vero e proprio alle coppie del medesimo sesso, come si sta apprestando a fare la Spagna, ma le regioni spagnole di Catalogna, Valencia, Aragona e Navarra prevedono già il riconoscimento delle convivenze gay. In Gran Bretagna entro l’anno dovrebbe essere discusso un progetto di legge del governo di Tony Blair per riconoscere le coppie gay. Altri paesi, come Svizzera, Croazia e Repubblica Ceca, si stanno apprestando a farlo.


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