Raffica di «no» alle nozze tra omosessuali

  

Da "Corriere della Sera" del 04.11.04
Raffica di «no» alle nozze tra omosessuali

NEW YORK – Bere una birra, dare due boccate di fumo ed ascoltare buona musica rock: se chiedi ad un abitante di Duluth, Minnesota, quali sono i piaceri della vita, questa è la probabile risposta che riceverai.

La città doveva decidere se era venuto il momento di rinunciare a uno di questi piaceri: la sigaretta in pubblico. Un referendum per decidere il bando del tabacco nei locali. I concittadini di Bob Dylan non hanno avuto dubbi: a Duluth si continuerà a fumare tranquillamente. Sarebbe un duro colpo per ‘economia, altrimenti. Referendum, decine di referendum. A milioni di americani è stato chiesto di scegliere sui temi più svariati: dalla pavimentazione stradale ai nuovi fondi per la polizia locale. Assieme alla scheda per scegliere il nuovo presidente, gli elettori ne hanno ricevute altre con questioni di amministrazione locale.

Nel Maine, per esempio, assieme alla campagna presidenziale, si è assistito a un’accesa propaganda per ‘abolizione della caccia al’orso. Dalle urne sono uscite pessime notizie per i plantigradi che potranno essere uccisi senza u’appropriata regolamentazione.

Nel Tennessee si doveva decidere se legalizzare o meno la vendita al pubblico di vino e superalcolici nei comuni drugstore, misura che ha trovato ‘ampio consenso del’elettorato. In Florida nella contea di Tavares, i cittadini hanno bloccato una rampante speculazione edilizia, con 600 nuovi edifici pronti a deturpare ‘ambiente, mentre nella sperduta Ega Cay, gli amministratori locali si sono visti respingere la proposta per la costruzione di nuovi marciapiedi. Agli elettori non garbava ‘idea di nuove tasse.

In California, gli elettori hanno detto sì alla ricerca sulle cellule staminali. «È la prova che il potere viene veramente dal popolo», ha commentato il governatore Arnold Schwarzenegger.

Ovviamente, il quesito che più di tutti ha ricevuto attenzioni, ed è stato oggetto di una fervida campagna, riguardava i matrimoni tra omosessuali. Ben 11 Stati hanno scelto la formula del referendum per dotarsi di una legislazione in merito, dopo che sia Bush sia Kerry si erano opposti chiaramente alle unioni gay. Utah, Arkansas, Michigan, Georgia, Kentucky, Mississippi, Montana, North Dakota, Ohio, Oklahoma e Oregon si sono espressi in modo compatto per ‘abolizione di tale diritto. Creando molta frustrazione tra gli omosessuali.

Matt Foreman, il direttore della National Gay and Lesbian Task Force, non ‘aspettava nulla di diverso: «Credo che i diritti umani fondamentali non dovrebbero essere mai oggetto di una consultazione popolare. Per questo motivo il nostro Paese ha una carta dei diritti cui ci appelleremo. Arriveremo alla Corte Suprema. Come già in Massachusetts, sarà un giudice a darci ragione».

In ogni Stato la domanda era posta in maniera diversa: in alcuni riguardava esclusivamente i matrimoni, in altre si riferiva alle più comuni unioni civili, come nel caso del’Ohio, dove il presidente Bush in persona aveva preso a cuore la questione. Secondo gli esperti, ‘inserimento del referendum, ha stimolato circa 70mila elettori in più rispetto alla norma, a presentarsi ai seggi. Tutta gente che avrebbe appoggiato Bush, contro i gay.

Peter Sprigg, del Family Research Council, pur felice del risultato, non canta vittoria: «’America si schiera in blocco contro i matrimoni gay, mi pare ovvio, ma temo che ora la questione venga trasferita in una corte federale».


Da "’Unità" del 04.11.04 di Marina Mastroluca
Referendum, undici no sulle nozze gay
La California approva la ricerca sulle cellule staminali. Marjuana terapeutica in Montana

Il Papa con George W. Bush

Il Papa con George W. Bush

Undici sonori no al matrimonio gay, appena attenuati dal sì della California che ha approvato il finanziamento della ricerca sulle cellule staminali. Ma è un vento conservatore quello che soffia sulla America di Bush, vista attraverso i tanti referendum – 163 – ai quali gli elettori sono stati chiamati in concomitanza con le presidenziali. Su una delle questioni più spinose, divenuta scivoloso terreno di scontro nella campagna elettorale, è la tesi dell’amministrazione repubblicana a prevalere. Con un margine larghissimo, gli elettori di undici Stati si sono espressi a favore di modifiche costituzionali per rendere esplicito che il legame coniugale debba intendersi necessariamente tra individui di sesso diverso. Ohio, Georgia, Kentucky, Mississippi, Michigan, North Dakota, Arkansas, Montana, Utah e Oklahoma lo hanno detto a chiare lettere, con una media del 75 per cento di voti e punte addirittura più alte in Mississippi. Più cauto invece l’Oregon (55%9, dove vivono 3000 coppie gay sposate nel marzo scorso. «È un maremoto a favore del matrimonio», è stato il commento soddisfatto di Matt Daniels, presidente dell’Alleanza per il Matrimonio, uno dei gruppi che spingeva per il divieto delle nozze gay.

Il referendum ha preso piede sulla scia di una sentenza della Corte suprema del Massachusetts, che nel novembre di un anno fa aveva autorizzato i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Formalmente l’iniziativa referendaria è partita da un gruppo d’attivisti religiosi, ma la modifica della Costituzione è stata suggerita dallo stesso Bush. C’è ora qualche preoccupazione sulle conseguenze che il voto potrà avere per le coppie non sposate, anche eterosessuali, in tema di assicurazione sanitaria e protezione sociale, vista la formula molto ampia del quesito referendario. In Ohio addirittura si esplicita il divieto di riconoscere qualsiasi status legale ai conviventi, un divieto tanto esteso da mettere in allarme il governatore repubblicano dello Stato Bob Taft, come i sindacati e persino certe aziende che fanno dei benefit concessi ai conviventi un sistema di reclutamento del personale. «La maggior parte di questi stati ha già scritto la discriminazione nelle proprie leggi, ora hanno fatto di più scrivendola nella Costituzione», ha detto David Buckel, dell’associazione Lambda che difende i diritti gay. In Ohio, Georgia e Mississippi gli attivisti non demordono e ipotizzano un ricorso un tribunale.

Se il no alle nozze omosessuali non poteva essere più netto, spicca per contrasto il sì californiano alla ricerca sulle cellule staminali, contrastata dalla Casa Bianca, ma forte dell’appoggio del governatore repubblicano Arnold Schwarzenneger, che su questo tema ha platealmente preso le distanze dalla linea del partito. Il sì della California autorizza il finanziamento pubblico per 6 miliardi di dollari per la ricerca sulle cellule-madri, dalla quale potrebbero dipendere le future terapie per malattie come l’Alzheimer e il diabete, e le lesioni del midollo spinale. Il referendum avrà come conseguenza la creazione di un Istituto per la medicina rigenerativa e, soprattutto, stabilirà un principio di diritto sulla ricerca in questo campo, fatto salvo l’assoluto divieto della clonazione a fini riproduttivi. A favore dell’iniziativa californiana, «Prop 71», si era espresso anche l’attore Christopher Reeve, il Superman costretto su una sedia a rotelle dopo un incidente a cavallo e morto qualche settimana prima del voto Usa. «Per favore sostenete Prop 71. E alzatevi in piedi per quelli che non possono farlo», diceva l’attore in uno spot mandato a ripetizione nel corso della campagna referendaria.

Oltre alle gradi questioni di costume e di etica, gli elettori statunitensi hanno dovuto esprimersi su una miriade di referendum sui temi più disparati, dalle tasse sul tabacco per finanziare il sistema sanitario (hanno detto sì il Colorado e l’Oklahoma) ai metri quadri dei megastore (quesito riservato alla contea di Maryland Talbot), alla depenalizzazione della marjuana a scopo terapeutico (approvata in Montana). Sì dell’Arizona su una misura controversa, che obbligherà i residenti a provare la loro cittadinanza per poter accedere ai benefit pubblici. L’intenzione è di colpire gli immigrati clandestini, ma è probabile che il testo appena approvato abbia vita breve: una decina di anni fa anche la California varò una simile iniziativa che venne poi cancellata in tribunale perché discriminatoria. La Florida ha votato a favore di un provvedimento che stabilisce che i minori debbano essere autorizzati dai genitori per poter abortire. Respinta la proposta del Colorado di spartire i grandi elettori dello Stato su base proporzionale nelle presidenziali, misura che se approvata avrebbe avuto effetto immediato.


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