“La scuola italiana non fa quasi nulla per contrastare la diffusione di atteggiamenti antigay fra i giovanissimi: così rischia di diventare, suo malgrado, maestra di omofobia”. È questo il primo commento di Sergio Lo Giudice, presidente nazionale di Arcigay, alla notizia dell’arresto di quattro componenti di una banda di ragazzi dai 15 ai 17 anni che aggrediva con catene e bastoni gay e disabili a Pordenone.
Baby gang
“Le aggressioni contro i gay continuano a verificarsi su tutto il territorio nazionale — prosegue Lo Giudice, insegnante in un liceo bolognese, dove è referente di un progetto europeo sulla prevenzione del disagio degli adolescenti gay e lesbiche nella scuola — anche perché manca un’adeguata percezione del disvalore sociale della piaga dell’omofobia in larghe fasce della popolazione giovanile”.
Negli ultimi mesi sono stati numerosi i casi di aggressioni antigay sul territorio nazionale. Il 18 aprile a Lucca si è verificata una violenza sessuale “punitiva” contro una ragazza lesbica. Il 12 giugno a Teverola (Caserta) una coppia gay è stata aggredita da un “branco” in un bar. Il 24 ottobre, a Napoli, due ragazzi gay sono stati aggrediti e schiaffeggiati da un gruppo di coetanei nella centralissima Piazza Bellini. Il 25 ottobre a Milano due ragazzi, mano nella mano, sono stati aggrediti e picchiati in corso Gottardo al grido di “froci” e “culattoni”, termine rilanciato pochi giorni prima dal ministro fascista Mirko Tremaglia.
“Questa escalation di violenza — aggiunge il presidente di Arcigay — è anche il frutto di uno dei tanti paradossi italiani: dal 1993 è in vigore la legge Mancino (detta anche “ anti-naziskin”) che assicura protezione contro le discriminazioni e le violenze motivate da condizioni razziali, etniche, nazionali o religiose. L’orientamento sessuale, una delle principali cause di discriminazione ed intolleranza, ne è rimasta fuori: questo rischia di tradursi in una sorta di istigazione a riversare la propria aggressività nei confronti di gay e lesbiche, unico fra i gruppi sociali storicamente oggetto di pregiudizio che non è garantito da una specifica tutela penale”.
Una proposta di modifica di quella legge, proposta da Arcigay, era arrivata ad essere discussa dalla commissione Affari costituzionali della Camera, ma la maggioranza dell’Ulivo aveva fatto marcia indietro di fronte alle pubbliche rimostranze del cardinale Camillo Ruini, presidente della Cei.
Sta andando meglio in Francia, dove il governo di centrodestra, sta per varare una legge contro l’omofobia.
I fatti di Pordenone hanno avuto uno specifico ma più tragico precedente a Londra dove, lo scorso 31 ottobre, un gay trentasettenne, David Morley, è stato ucciso a coltellate e a calci da una banda di ragazzi e ragazze dai quattordici ai vent’anni.