Da "Corriere della Sera" del 3 dicembre 2004
La lettera di Sergio Lo Giudice
Essere liberali non significa consentire di fare polpette delle minoranze oggetto di odi o pregiudizi sociali diffusi o della pari dignità sociale dei cittadini.
La ricostruzione della vicenda della proposta di legge francese a tutela degli omosessuali effettuata da Ernesto Galli della Loggia (Corriere della Sera, 29 novembre) è ben diversa dalla cronaca fattane da Massimo Nava: il progetto non è stato semplicemente ritirato, ma sostituito da emendamenti apportati a u’altra proposta governativa, già approvata, capaci di meglio bilanciare il proposito antidiscriminatorio con la libertà di espressione (con la soddisfazione della maggior parte delle organizzazioni gay). Anche semplici atti di intolleranza e offese capaci di costituire un incitamento al’odio, alla violenza e alla discriminazione sono ancora previsti come delitti, ed è giusto che sia così. Nei delitti motivati dal’odio contro minoranze oggetto di pregiudizi diffusi («hate crimes»), al’offesa comunque praticata nei confronti degli individui o delle organizzazioni prese singolarmente di mira nei casi specifici, si aggiunge un ulteriore intento criminoso, che va anc’esso sanzionato, e che è rivolto a terrorizzare e a escludere dalla vita sociale un intero gruppo di persone.
In Italia, la mancata previsione degli omosessuali fra i gruppi sociali menzionati dalla legge Mancino, che tutela le altre minoranze oggetto di pregiudizi, rischia di tradursi in una sorta di istigazione rivolta ai gruppi estremisti a riversare la propria aggressività nei confronti del’unico fra i gruppi sociali da questi avversati finora non garantito da una specifica tutela penale: ‘aggressione anche fisica nei confronti di cittadini e organizzazioni omosessuali è infatti ‘unico delitto relativamente meno costoso, in termini di rischio di sanzioni penali, rispetto agli altri tipizzati dalla legge in questione. Pur rispondendo alla medesima logica, alla medesima ideologia, al medesimo atteggiamento psicologico del reo, la commissione di «hate crimes» contro gli omosessuali e le loro organizzazioni risulta in qualche modo pagante, almeno rispetto alle più gravi sanzioni previste dalla legge attualmente vigente.
In sede di approvazione finale della legge Mancino da parte del Senato, tale carenza venne in effetti rilevata, ma non emendata per non ritardare la conversione in legge del decreto, e ‘ordine del giorno in tale occasione approvato non può evidentemente supplire ad una palese lacuna e incongruenza. ‘orientamento sessuale non è oggetto di libera scelta più di quanto non lo sia la razza: ‘omofobia non è quindi concettualmente diversa dal razzismo e dal’antisemitismo. A loro modo coerenti, i nazisti non discriminavano fra ebrei e omosessuali.
Sergio Lo Giudice
Presidente nazionale Arcigay
La controreplica di Galli della Loggia
Ernesto Galli della Loggia
Piuttosto che distribuire voti di sufficienza e insufficienza ai giornalisti e ai collaboratori del Corriere il Presidente dell’Arcigay farebbe meglio a informarsi meglio.
In realtà, infatti, il nuovo testo, rimaneggiato del progetto di legge presentato dal governo francese dopo il parere negativo sulla precedente versione espresso dalla «Commissione consultiva nazionale dei diritti del’uomo», prevede, proprio al fine di «evitare u’interpretazione troppo estensiva» della legge , contraria alla libertà di stampa, di considerare come discriminatori (e dunque oggetto di sanzioni) unicamente i discorsi che, sulla base del’orientamento sessuale, auspicano una differenza di trattamento in alcuni ambiti specifici come ‘assegnazione di alloggi, di posti di lavoro, ecc; (Le Figaro , 23 novembre).
Al di fuori di tali ambiti, e salvo ovviamente le prescrizioni generali del codice penale, tutti i discorsi restano liberi. Dunque si potrà liberamente sostenere che le donne sono intellettualmente inferiori agli uomini, che ‘omosessualità non incarna un genere sessuale ma rappresenta una libera scelta del’individuo, che gli omosessuali non hanno ‘abitudine di lavarsi, o che altro si voglia a seconda della libera (e magari strampalatissima) opinione che ognuno può avere, ed è libero di esprimere, in merito.
U’ultima considerazione finale: resto alquanto perplesso nel’apprendere dalla lettera cui sto rispondendo che il presidente del’Arcigay sembra credere né più né meno come il dottor Goebbels e tanti altri ne’esistenza della «razza» ebrea.
Ernesto Galli della Loggia
La controrisposta di Sergio Lo Giudice
Bologna, 4 dicembre 2004
Alla cortese attenzione di Stefano Folli
Direttore del Corriere della Sera
Da Arcigay al Corriere della Sera
Nella sua replica ad un mio intervento sul Corriere, Ernesto Galli della Loggia mi paragona nientemeno che a un nazista, affermando che «il presidente del’Arcigay sembra credere né più né meno come il dottor Goebbels e tanti altri nel’esistenza della “razza” ebrea».
Vorrei rassicurare Galli della Loggia: io ho usato il concetto di razza per indicare uno dei motivi di discriminazione sulla base di caratteristiche identitarie, vere o presunte di una persona. In questo mi consola avere accanto ‘Unione europea che, nel Trattato costituzionale appena firmato a Roma, vieta "qualsiasi discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o ‘origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, ‘appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, ‘età o ‘orientamento sessuale". Credo che ‘inserimento dei concetti di "razza" e di "orientamento sessuale" in quel’elenco spieghi senza rischio di fraintendimenti o strumentalizzazioni cosa volessi dire.
Sergio Lo Giudice
Presidente nazionale Arcigay