Trento
A proporlo a Gabriele è stato proprio lui, Michele, che le convenzioni non le ama affatto e che non più tardi di qualche mese fa aveva detto al compagno: «anche se potessimo non ti sposerei». Ora la coppia di Trento – che convive ormai da sei anni – ha deciso di fare il grande passo: Michele Roner, presidente dell´Arcigay per quattro anni, e Gabriele Pedron convolano a giuste nozze, a Roma.
Ma siccome giuste per lo Stato italiano le coppie omosessuali non sono, il loro sarà un matrimonio «come se»: come se il disegno di legge sul Pacs, il Patto civile di solidarietà – presto in esame in parlamento – fosse già realtà.
In Campidoglio, il prossimo 21 maggio alle 11.30, insieme a Michele e Gabriele a dire il fatidico sì davanti a un ufficiale di stato civile ci saranno molte altre coppie, anche eterosessuali. Il Pacs, infatti, vale per tutte le unioni di fatto, alle quali la legge garantirebbe alcuni diritti in più. Sarà, insomma, una giornata di felicità per le coppie coinvolte, ma anche un atto politico.
A scoprire l´evento gli amici dell´Arcigay di Trento, durante un incontro: «arrivano alle riunioni e discutono – raccontano – si punzecchiano all´infinito, si prendono in giro, Michele mostra insofferenza e noi ci chiediamo, ma stanno ancora insieme? Poi all´improvviso smettono e si sorridono e nel proseguire della discussione, all´improvviso, intervengono ed esclamano contemporaneamente la stessa parola. E qui non abbiamo più dubbi: sono più che innamorati».
E´ vero, Michele e Gabriele sono diversi l´uno dall´altro, ma in sei anni di convivenza hanno trovato il loro equilibrio: «io sono uno disordinato, lascio tutto in giro, libri, scarpe, vestiti… Invece Gabriele è uno preciso, ordinato e a volte si irrita per il mio modo di fare. Ma io ho i miei tempi, i miei ritmi, e lui lo sa». A casa cucina Michele, che però è vegan, cioè vegetariano stretto, insomma niente uova né formaggio. Gabriele si adegua, ma quando escono a cena si sfoga e mangia – con gran rabbia del compagno – scaloppine al vino bianco e la mamma, una volta alla settimana, gli cucina la carne».
Già, e la famiglia, come ha preso la notizia? «Mia mamma – racconta Roner – l´altro giorno mi ha detto: "i tuoi coetanei hanno già moglie e figli…", ma poi mi chiede sempre di Gabriele».
Il matrimonio, dunque, sarà a Roma: sarebbe mai stata possibile una cosa del genere a Trento? «Forse sì, ci sono forze politiche che si dicono favorevoli, ma dalle parole ai fatti… Il problema è che Trento è indifferente a queste questioni».
Ma perché questa necessità di vedere riconosciuta ufficialmente la coppia? «Per lo Stato – spiega Roner – noi siamo due estranei. Se io sto male Gabriele non può avere notizie dai medici e – anche se volessimo – non potremmo chiedere insieme il mutuo per comprare casa. Se due si amano, perché negare loro diritti che sono di tutti?». E il vestito? «Fosse per me – confessa Michele – ci andrei in calzoncini corti. Ma non credo me lo permetterà».