Prodi “scatena gli istinti peggiori” della politica italiana

  

Da "La Stampa" del 13.09.05 di Riccardo Barenghi
SCONTRO DI CIVILT’
‘è uno scontro in corso è tutto nostro, occidentale, americano, europeo, italiano.

‘è uno scontro in corso che non è quello tanto propagandato tra la nostra civiltà e ‘altra, ‘Occidente e ‘Islam, la libertà di cui godiamo da questa parte del mondo e ‘oppressione che si subisce in altre zone. Questo altro scontro, anc’esso di civiltà, è tutto nostro, occidentale, americano, europeo, italiano. Culturale ancor prima che politico e dunque sociale. Ed è un esempio – piccolo ma non irrilevante perché simbolico – di quella decivilizzazione di cui hanno parlato Timothy Garton Ash su la Repubblica di giovedì scorso e Barbara Spinelli sulla Stampa del’altro ieri, commentando gli effetti del’uragano Katrina e prendendo come spunto Jack London e il suo cane Buck che torna a essere lupo.

‘esempio si chiama Pacs, ossia patti civili (civili, appunto) di solidarietà, cioè le coppie di fatto siano esse etero o omosessuali. Un argomento che evidentemente scatena gli istinti peggiori se basta che un leader politico come Prodi, per di più cattolico, ne parli positivamente per provocare ‘ira del’Osservatore Romano, quindi della gerarchia cattolica, di alcuni suoi alleati politici, di molti suoi avversari. Il giornale vaticano arriva addirittura ad accusare il leader del’Unione di voler "lacerare la famiglia solo per procacciarsi tutti i voti rastrellabili sul territorio".

Con tutto il rispetto per chi crede nella famiglia basata sul matrimonio, francamente sembra di sognare.

O meglio di vivere dentro una sorta di moviola che ci riporta rapidamente indietro nel tempo, quando eravamo lupi. Eppure siamo nel 2005, viviamo in Italia, Paese in cui centinaia di migliaia di persone con-vivono il loro rapporto ‘amore senza essere sposati, uomini con donne, uomini con uomini, donne con donne. Lo sappiamo tutti perché tutti lo vediamo ogni giorno, molti di noi lo praticano, molti altri hanno amici e parenti che non si sposano o perché non vogliono o perché non possono (i gay o i separati). Nessuno dice niente, nessuno obietta nulla fino a quando qualcuno non propone una legge che tuteli queste unioni. Apriti cielo, guai a mettere sullo stesso piano una coppia sposata con una convivente, figuriamoci poi se la coppia è omosessuale. Facciano pure, se vogliono, ma non ci chiedano di riconoscere i loro diritti. Non li hanno e non li devono avere, un convivente che muore non può lasciare il suo contratto ‘affitto al’altro, la sua pensione non può essere reversibile, le detrazioni dalle tasse, gli assegni familiari, le visite in ospedale, in carcere, la graduatoria per una casa popolare. Niente da fare, coppie di fatto ma non di diritto. Per fortuna, però, in situazioni come questa escono fuori anche gli istinti migliori, da una parte e dal’altra, a sinistra e a destra. Se un leader politico come Gianfranco Fini si smarca nettamente dal suo schieramento e dal suo partito (come fece per la fecondazione assistita) e sostiene che bisogna rimuovere le discriminazioni, significa che la campagna elettorale, i voti da accaparrarsi, le piccole polemiche di bottega qui non ‘entrano affatto. ‘entra invece un valore fondamentale della nostra civiltà, che vorremmo esportare dove non ‘è ma che a volte non riusciamo nemmeno a tenerci stretto. Si chiama uguaglianza.


Da "il manifesto" del 13.09.05 di Gianni Rossi Barilli
PRODI HA SCATENATO I PEGGIORI ISTINTI DEL CENTRISMO DI DESTRA E DI SINISTRA
La posizione espressa da Prodi non è affatto simile a quella di Zapatero

‘ignoranza, ‘opportunismo e il provincialismo di quel’area politica che si definisce in Italia «centro moderato» zampillano in queste ore da tutti i pori della comunicazione a proposito del tema coppie di fatto.

È bastato che il professor Prodi si dicesse a favore di una tutela giuridica per le coppie che «non possono o non vogliono» sposarsi per scatenare i peggiori istinti del centrismo di destra e di sinistra, ammesso che esista una differenza fra i due.

E passi pure per un destro come Marco Follini, che ha attaccato strumentalmente Prodi perché «lui guarda con favore alle coppie di fatto mentre noi guardiamo con favore ancora maggiore alla promozione della famiglia».

Nel groviglio di parole in libertà che contraddistingue ‘azione politica del centrodestra, affermazioni stupide e controvertibili come queste (basti pensare al’impoverimento generalizzato delle famiglie italiane nel’era Berlusconi) suonano assurde come tante altre.

Il vero scandalo è però che chi si dice a favore di un cambiamento abbia il coraggio umano e politico di sostenere contro Prodi tesi identiche a quelle del’allarmismo clerico-fascista.

Senza andare tanto sul difficile, basti citare ‘equazione impropria che menti eccelse del centrosinistra, come Clemente Mastella, istituiscono tra Prodi e Zapatero per amor di polemica. Dopo ‘uscita di Prodi a favore delle coppie di fatto, Mastella avverte che su questo argomento «potrebbe anche» rompere la sua organica alleanza con ‘Unione. «Se Prodi non vuol essere Prodi ma pensa di essere Zapatero – dichiara indignato – allora prendo atto di aver sbagliato e faccio un passo indietro».

Farà forse piacere a Mastella, e ai cattolici della Margherita che si agitano come lui sulla questione, che la posizione espressa da Prodi non è affatto simile a quella di Zapatero, colpevole agli occhi dei «moderati» di avere aperto agli omosessuali la sacra istituzione del matrimonio. Qui in Italia si parla molto più modestamente di creare una sorta di apartheid giuridico che crei un matrimonio e una famiglia di serie b per chi «non vuole o non può» sposarsi. Si tratta di una posizione difesa in Spagna dal cattolicissimo partito popolare di Aznar e condivisa in tutto il resto ‘Europa dalle grandi formazioni della destra conservatrice, cristiana e non. La particolarità del caso italiano sta nel fatto che quando si tratta di rovistare tra le lenzuola altrui, il centro «progressista» finisce spesso per trovarsi sulla stessa linea di noti riformisti moderati come Le Pen, Bossi e Ratzinger.

Molto opportunamente, una nota della Margherita ha dato ieri disco verde allo sbilanciamento di Prodi sulle coppie di fatto, sottolineando che le sue posizioni non hanno niente a che vedere con quelle di Zapatero.

Al tempo stesso la linea del piave della Margherita, che chiama in causa la costituzione italiana a favore della «naturalità» della famiglia eterosessuale, è uno dei segni tangibili del declino italiano. Dire nel 2005 che ‘eterosessualità e naturale mentre ‘omosessualità non lo è, da un punto di vista scientifico, è come sostenere che la terra è piatta.

Per migliorare la situazione bisognerebbe almeno sapere che è rotonda.


  •