Il sindaco di Mosca vieta il Pride

  
Mosca

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Niente Gay Parade a Mosca, per la Santa Russia sarebbe un sacrilegio: il potentissimo sindaco Iuri Luzhkov ha risposto picche agli omosessuali della metropoli che vorrebbero sfilare come si fa ormai una volta al’anno a Berlino, Parigi, Roma e in altre capitali europee. Quindici anni dopo il crollo del’Urss la Russia post-comunista rimane un Paese profondamente omofobo.

Nei mesi scorsi Luzhkov aveva assicurato che mai e poi mai avrebbe permesso la sfilata gay ed ‘ stato di parola: ieri il municipio moscovita ha categoricamente proibito una che un gruppo di attivisti gay voleva organizzare per il 27 maggio, dal Palazzo della Posta in via Miasnizskaia alla Lubianka, storica sede dei servizi segreti.

Il divieto ‘ stato ufficialmente giustificato con”impossibilit’ di bloccare il traffico automobilistico lungo il tragitto propost’.

Parlando con i giornalisti, un funzionario del comune – Nikolai Kulikov – ha spiegato che il’nie’ ‘ scaturito anche dalla necessit’ di’proteggere gli omosessual’ da rabbiosi attacchi da parte di nazionalisti, skinhead e ortodossi fondamentalisti e di evitare gravi, probabilmente sanguinosi disordini di piazza.

In effetti i militanti della (ieri sera impegnati in una protesta davanti ad un cinema di Mosca dove era in calendario la prima del controverso film’Il Codice da Vinc’) e della’Unione pan-nazionale russ’ hanno gi’ da tempo annunciato di essere pronti a spalleggiare le forze del’ordine se i’pervers’ – come hanno definito i gay – oseranno scendere in strada il 27 maggio.

Il primo maggio, con in prima fila alcune vecchiette che issavano le icone dei santi e tuonavano contro’il peccat’, i fondamentalisti ortodossi e i nazionalisti hanno gi’ assediato per molte ore due night club della capitale dove’i sodomiti facevano la fest’.

Gli omosessuali, che ai tempi del’Urss rischiavano fino a cinque anni di carcere per il loro’crimin’ mentre le lesbiche potevano essere rinchiuse senza tanti complimenti nei manicomi, non si sono dati per’ per vinti: hanno avviato oggi u’azione legale contro il divieto del municipio e denunciato Luzhkov per abuso di ufficio.

 

Alekseiev ha lanciato un appello al presidente Vladimir Putin perch”come garante della costituzione rimuova dal suo posto il dittatore Luzhko’.

Il sanguigno sindaco, per il quale gay ‘ sinonimo di’anormal’, pu’ per’ dormire sonni tranquilli: ha dalla sua la Chiesa Ortodossa (ferocemente ostile ad ogni forma di’propaganda omosessual’), il partitone’centrist’ di maggioranza (Russia Unita) e ‘opinione pubblica. In nome dei’valori nazional’ e in ossequio ai precetti religiosi, quattro quinti dei russi hanno ieri sera bocciato ‘idea della Gay Parade quando hanno partecipato ad un’referendum telefonic’ che ha accompagnato un acceso dibattito in materia, proposto dalla rete televisiva Ntv.


Arcigay sta organizzando una presenza a Mosca in sostegno dei gay e delle lesbiche russi/e.
Per informazioni puoi scrivere a [email protected]


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