Il Parlamento Europeo contro la violenza omofoba

  

Risoluzione del Parlamento europeo sul’intensificarsi della violenza razzista e omofoba in Europa

Il Parlamento europeo,

— visti gli strumenti internazionali in materia di diritti umani che vietano la discriminazione fondata sul’origine razziale o etnica, in particolare la Convenzione internazionale sul’eliminazione di ogni forma di discriminazione 0razziale e la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti del’uomo e delle libertà fondamentali, entrambe sottoscritte da tutti gli Stati membri del’UE e da un elevato numero di paesi terzi,

— visti gli articoli 2, 6, 7 e 29 del trattato sul’Unione europea e ‘articolo 13 del trattato che istituisce la Comunità europea, che impegnano ‘UE e i suoi Stati membri a difendere i diritti del’uomo e le libertà fondamentali e che offrono strumenti a livello europeo per lottare contro il razzismo, la xenofobia e la discriminazione, e vista la Carta europea dei diritti fondamentali, in particolare il suo articolo 21,

— viste le azioni del’Unione europea volte a combattere il razzismo, la xenofobia, ‘antisemitismo e ‘omofobia, in particolare viste le direttive antidiscriminazione 2000/43/CE, che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dal’origine etnica, e 2000/78/CE, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, nonché il progetto di decisione quadro sulla lotta contro il razzismo e la xenofobia,

— viste le sue precedenti risoluzioni sul razzismo, la xenofobia, ‘antisemitismo, ‘omofobia, la tutela delle minoranze, le politiche antidiscriminatorie e la situazione dei rom nel’Unione europea,

— visto ‘articolo 103, paragrafo 4, del suo regolamento,

A. considerando che il razzismo, la xenofobia, ‘antisemitismo e ‘omofobia sono fenomeni dalle motivazioni irrazionali, a volte legati al’emarginazione, al’esclusione sociale e alla disoccupazione, nonché derivanti dal rifiuto di concepire la diversità presente nelle nostre società come una fonte di ricchezza,

B. considerando che vari Stati membri — tra cui più di recente il Belgio, la Francia, la Germania e la Polonia — sono stati teatro di episodi di violenza e/o omicidi determinati dal razzismo e dal’odio xenofobo e antisemita, mentre altre forme dirette e indirette di razzismo, xenofobia, antisemitismo e omofobia continuano a esistere al’interno e al’esterno del’UE,

C. considerando che le autorità russe hanno proibito la marcia per ‘uguaglianza e la tolleranza per le persone GLBT (gay, lesbiche, bisessuali e transessuali) prevista per il 27 maggio a Mosca, violando così il diritto di riunione e manifestazione pacifica garantito dalla Convenzione europea sui diritti del’uomo, in una situazione che ha visto le autorità politiche e religiose partecipare al’opera di denigrazione e incitare a commettere gli atti di violenza accaduti in seguito, associandovisi,

D. considerando che le personalità politiche a livello europeo, nazionale e regionale hanno la responsabilità di dare il buon esempio promuovendo la tolleranza, la comprensione, il rispetto e la coesistenza pacifica,

E. considerando che alcuni partiti politici, tra i quali figurano formazioni che in alcuni paesi hanno responsabilità di governo o sono ben rappresentate a livello locale, hanno deliberatamente posto al centro dei propri programmi i temi del’intolleranza razziale, etnica, nazionalistica, religiosa e omofoba, permettendo ai propri esponenti politici di utilizzare un linguaggio che incita al’odio razziale e ad altre forme di odio e che fomenta ‘estremismo nella società,

F. considerando che un esponente di un partito polacco attualmente al governo ha pronunciato frasi di stampo omofobo che istigavano apertamente alla violenza in relazione al progetto di organizzare una marcia per i diritti degli omosessuali nella città di Varsavia,

G. considerando che alcuni Stati membri hanno previsto varie misure, tra cui il ritiro dei finanziamenti pubblici, nei confronti dei partiti politici che promuovono attività e programmi contrari ai valori garantiti dalla Convenzione europea sui diritti del’uomo,

H. considerando che durante le partite di calcio si verificano deplorevoli e gravi incidenti di stampo razzista, e che esiste la preoccupazione che fatti analoghi possano accadere durante ‘attuale Campionato del mondo,

I. considerando che ‘istruzione, soprattutto quella primaria, è u’area di intervento "a monte" di importanza cruciale per contrastare gli atteggiamenti razzisti e i pregiudizi nella vita adulta e che i responsabili politici dovrebbero tener debito conto dei vantaggi di un idoneo mix etnico e sociale nel’istruzione primaria pubblica,

J. considerando che i mezzi ‘informazione svolgono un ruolo importante e significativo nella percezione pubblica della violenza di matrice razzista e che, in taluni Stati membri, essi tendono a dare della violenza una descrizione unilaterale e basata su pregiudizi, rendendosi responsabili di u’opera di disinformazione sul razzismo e la xenofobia,

K. considerando che ‘esistenza di un grande numero di siti Internet, che costituiscono la principale fonte di informazioni sui gruppi razzisti e sui gruppi che incitano al’odio, suscita preoccupazioni per quanto riguarda il modo di contrastare tale fenomeno senza violare la libertà di espressione,

L. considerando che le forze di polizia e ‘apparato giudiziario degli Stati membri svolgono un ruolo cruciale per il perseguimento e la prevenzione degli atti di violenza a sfondo razziale, che talora essi non sono tuttavia in grado di proteggere i cittadini dalla violenza di stampo razziale e di dissuadere gli estremisti dal commettere siffatti crimini e che, a questo proposito, gli Stati membri dovrebbero valutare se le proprie forze di polizia e i propri apparati giudiziari non soffrano di "razzismo istituzionale"; considerando altresì che in alcuni paesi la violenza della polizia si indirizza specificamente sulle minoranze etniche, razziali e sessuali, la cui libertà di riunione viene apertamente violata,

M. considerando che negli Stati membri mancano dati statistici sul razzismo, la xenofobia, ‘antisemitismo e ‘omofobia, e in particolare sulle violenze e le discriminazioni connesse a detti fenomeni,

N. considerando che, dopo cinque anni di negoziati, il Consiglio non ha ancora adottato la proposta di decisione quadro sulla lotta contro il razzismo e la xenofobia presentata dalla Commissione, che ques’ultima minaccia ora di ritirare, e che tale strumento sarebbe stato un mezzo utile per perseguire e punire coloro che perpetrano reati dettati dal’odio razziale,

O. considerando che quattro Stati membri- Germania, Lussemburgo, Austria e Finlandia – sono stati deferiti alla Corte di giustizia europea per non aver ottemperato al disposto dalla direttiva 2000/43/CE sulla parità razziale,

1. deplora il fatto che il Consiglio non sia stato in grado di approvare la decisione quadro del 2001 sulla lotta contro il razzismo e la xenofobia; sollecita la futura Presidenza finlandese del Consiglio a riprendere i lavori su tale testo, così come sollecita il Consiglio a raggiungere un accordo che estenda esplicitamente ‘applicabilità della decisione a tipologie di reato a sfondo omofobo, antisemita, islamofobo e ad altri reati motivati da fobia o odio fondati sul’appartenenza etnica, la razza, ‘orientamento sessuale, la religione o altri motivi di natura irrazionale; invita gli Stati membri a rafforzare le misure di diritto penale finalizzate al ravvicinamento delle pene contemplate per tali reati nei vari Stati del’UE; sollecita tutti gli Stati membri ad applicare efficacemente le direttive anti-discriminazione; esorta la Commissione a citare davanti alla Corte di giustizia gli Stati membri inadempienti e a proporre entro metà 2007 nuovi strumenti legislativi che contemplino tutti i motivi di discriminazione elencati al’articolo 13 del trattato CE ed abbiano lo stesso campo ‘applicazione della direttiva 200/43/CE;

2. condanna energicamente tutte le aggressioni razziste ed esprime la sua solidarietà a tutte le vittime e alle loro famiglie, ricordando fra ‘altro:
– ‘assassinio premeditato di una donna nera cittadina del Mali e del bambino belga di cui era la governante, perpetrato ad Anversa il 12 maggio 2006 da un giovane estremista di destra belga, il quale pochi attimi prima aveva gravemente ferito una donna di origine turca cercando di ucciderla;
– ‘uccisione di due ragazzi, di 16 anni e 17 anni, avvenuta a Bruxelles rispettivamente nel gennaio e nel’aprile 2006, ed esprime indignazione per un certo tipo di copertura mediatica dei due episodi che ha portato talora a criminalizzare ingiustamente intere comunità agli occhi del grande pubblico;
– lo stupro, la tortura e ‘assassinio di Ilan Halimi lo scorso febbraio in Francia ad opera di una banda di 22 persone di diversa origine, dichiarandosi particolarmente allarmato per la dimensione antisemita di tale delitto;
– ‘assassinio di Chaïb Zehaf perpetrato lo scorso marzo in Francia per motivi legati al’origine etnica della vittima;
– la brutale aggressione nei confronti di un cittadino tedesco di origine etiope, Kevin K., avvenuta a Poemmelte, un paesino della Sassonia-Anhalt, il 9 gennaio 2006, in particolare per il suo movente razziale;
– la morte di Gisberta, un transessuale residente nella città portoghese di Oporto, sottoposto a terribili sevizie e ucciso nel febbraio 2006 da un gruppo di minori adolescenti e pre-adolescenti, e sollecita le autorità portoghesi ad adoperarsi con ogni mezzo per punire i responsabili e combattere il clima di impunità che circonda questo ed altri "crimini del’odio";
– ‘attacco di cui è rimasto vittima a Varsavia il Rabbino Capo della Polonia, Michael Schudrich, nonché le dichiarazioni di un membro di spicco della Lega delle famiglie polacche che incitano alla violenza nei confronti delle persone GLBT in vista della marcia per la tolleranza e ‘uguaglianza;

3. si compiace del fatto che migliaia di persone abbiano partecipato alle manifestazioni di massa organizzate ad Anversa e a Parigi per esprimere ‘orrore della popolazione dinanzi a questi fatti e il sostegno del pubblico alla lotta contro il razzismo, la xenofobia e ‘antisemitismo; si compiace altresì delle manifestazioni a favore della tolleranza in Polonia, e in particolare del caloroso benvenuto riservato alla marcia per ‘orgoglio omosessuale del 2006 a Varsavia;

4. è gravemente preoccupato per la generale recrudescenza del’intolleranza razzista, xenofoba, antisemita e omofoba in Polonia, in parte fomentata da tribune religiose come Radio Maryja, criticata anche dal Vaticano per il suo linguaggio antisemita; ritiene che ‘Unione europea debba adottare misure adeguate per esprimere le proprie preoccupazioni e in particolare per affrontare la questione della partecipazione al governo polacco della Lega delle famiglie, i cui dirigenti incitano al’odio e alla violenza; ricorda alla Polonia i suoi impegni e obblighi ai sensi dei trattati UE, in particolare del’articolo

6, e le eventuali sanzioni in caso di inadempimento; esorta il governo polacco a riconsiderare in tale contesto ‘abolizione del’Ufficio del plenipotenziario per la parità di status; sollecita ‘Osservatorio europeo dei fenomeni di razzismo e xenofobia a indagare sul clima di intolleranza razziale, xenofoba e omofoba che si sta delineando in Polonia e chiede alla Commissione di verificare se le azioni e dichiarazioni del Ministro del’istruzione polacco siano conformi al’articolo 6 del trattato UE;

5. condanna fermamente la decisione delle autorità russe di vietare il primo "Gay Pride" che doveva tenersi a Mosca il 27 maggio 2006 nonché la loro incapacità di garantire la sicurezza dei manifestanti pacifici e degli attivisti impegnati a favore dei diritti del’uomo; ricorda alle autorità russe che la libertà di riunione è un diritto umano fondamentale garantito dal’articolo 31 della Costituzione della Federazione Russa; esprime profonda preoccupazione per il ruolo avuto dai politici russi e dalle organizzazioni religiose nel’incitamento alla violenza e al’odio contro le persone LGBT; esprime ‘auspicio che tali eventi non abbiano più a verificarsi in futuro e incoraggia la Russia ad autorizzare la sfilata del Gay Pride nel 2007 e a garantire la sicurezza dei partecipanti;

6. è profondamente deluso dal fatto che i leader del’Unione europea non abbiano sollevato tale questione al Vertice UE-Russia del 18 maggio;

7. è parimenti deluso dal fatto che, in occasione del’incontro avvenuto il 30 maggio tra il Presidente Barroso, i Commissari Frattini e Spidla e i responsabili religiosi europei, non sia stata condannata la partecipazione attiva di preti ortodossi russi alla violenta marcia neonazista e antigay svoltasi il 27 maggio a Mosca;

8. esprime il proprio stupore e la propria preoccupazione per la reazione del Presidente del’Assemblea parlamentare del Consiglio ‘Europa dinanzi agli incidenti di Mosca, giacché questi si è congratulato con la Russia per i risultati raggiunti in materia di diritti umani, invece di condannare le violazioni di diritti umani fondamentali commesse il 27 maggio;

9. invita i rappresentanti del’UE al prossimo Vertice G8 a sollevare la questione dei diritti umani in Russia quale problema urgente, con particolare riferimento al diritto di manifestare pacificamente;

10. invita le istituzioni del’Unione europea, gli Stati membri e tutti i partiti politici democratici europei a condannare tutti gli atti ‘intolleranza e di incitamento al’odio razziale, nonché tutti gli atti di vessazione o di violenza razzista;

11. deplora il fatto che in diversi Stati membri si stia espandendo il sostegno a favore di partiti e gruppi estremisti con palesi programmi xenofobi, razzisti, antisemiti e omofobi, alcuni dei quali sono recentemente entrati a far parte del governo in Polonia, e rileva la necessità di combattere questo fenomeno alle radici, ovvero affrontando i problemi del’emarginazione ed esclusione sociale e della disoccupazione;

12. chiede insistentemente a tutti gli Stati membri di prevedere almeno la possibilità di ritirare i finanziamenti pubblici ai partiti politici che non rispettano i diritti del’uomo e le libertà fondamentali, la democrazia e lo Stato di diritto così come sono sanciti nella Convenzione europea sui diritti del’uomo e nella Carta europea dei diritti fondamentali; invita gli Stati membri che già dispongono di tale possibilità a ricorrervi senza indugio;

13. invita gli Stati membri a lanciare campagne e progetti in tutti i settori e a tutti i livelli, in particolare nei mezzi ‘informazione e nelle scuole, al fine di promuovere la diversità culturale come forma di ricchezza e di dinamismo economico, la parità di genere, la lotta contro la discriminazione, la tolleranza, il dialogo e ‘integrazione, ad esempio nel quadro del’Anno europeo della pari opportunità per tutti (2007) e del’anno del Dialogo interculturale (2008);

14. invita gli Stati membri a prestare la debita attenzione alla lotta contro il razzismo, il sessismo, la xenofobia e ‘omofobia, sia nei reciproci rapporti che nelle relazioni bilaterali con paesi terzi;

15. invita la Commissione a portare avanti lo sviluppo di una politica di anti-discriminazione, accanto alla nascente politica in materia di integrazione; considera che, per raggiungere la parità, occorre rivolgere la debita attenzione al’integrazione e ad altri interventi non legislativi, come quelli volti a favorire ‘interazione e la partecipazione;

16. sottolinea la necessità di sostenere iniziative antirazziste e antixenofobe in relazione al Campionato del mondo attualmente in corso in Germania e chiede alle autorità di sorvegliare strettamente, perseguire e condannare i responsabili di atti di razzismo;

17. ricorda la necessità di disporre di definizioni e statistiche valide e precise sul razzismo e la xenofobia, e in particolare sugli atti di violenza a carattere razzista e xenofobo, quale strumento per combattere efficacemente tali fenomeni, come è già stato evidenziato nella relazione annuale 2005 del’Osservatorio europeo dei fenomeni di razzismo e xenofobia (EUMC), in cui si rileva la mancanza di registrazioni statistiche degli episodi di violenza razzista avvenuti, ad esempio, in Italia, in Portogallo e in Grecia;

18. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, agli Stati membri, al Consiglio ‘Europa e al governo della Federazione Russa


Dichiarazione del’On. Vittorio Agnoletto (Sinistra Europea) sul’aumento degli episodi di violenza razzista e omofoba in Europa

Strasburgo, 14 Giugno 2006

«I continui attacchi omofobi in Europa sono il sintomo di u’emergenza democratica che questo Parlamento deve affrontare, soprattutto quando avvengono in Paesi membri del’Unione Europea, come la Polonia.
Il governo razzista e di estrema destra polacco, che reprime i diritti civili della comunità omosessuale, deve sapere che tali comportamenti sono incompatibili con ‘appartenenza al’Unione stessa.
‘ultimo "Gay Pride" di Varsavia è stata autorizzata solo grazie alle pressioni europee: sappia la Polonia che il mio gruppo non esiterà a chiedere eventuali sanzioni politiche per violazione del’articolo 7 dei Trattati costituivi e dei principi democratici fondamentali del’Unione se gli attacchi omofobi dovessero continuare.
‘ urgente inoltre che la "decisione quadro" del 2001 sul razzismo e la xenofobia venga estesa anche al "reato di omofobia", categoria giuridica già esistente in Francia ed in Belgio. Guardo con sconcerto al’immobilismo della Presidenza Austriaca su questi temi: forse perché il neofascista Haider fa parte del governo di Vienna? Sfido il Consiglio qui presente a dire qualcosa.
Spero perciò che la Presidenza Finlandese dia uno slancio di civiltà a ques’Europa in preda a nuovi, pericolosi fantasmi!».


Dichiarazione del’On. Nicola Zingaretti (PSE) sulla risoluzione adottata dal Parlamento Europeo

Strasburgo, 15 giugno 2006

"Oggi il Parlamento europeo ha condannato fermamente le autorità russe per aver vietato ‘organizzazione, lo scorso 27 marzo, del Gay Pride di Mosca ed ha in oltre censurato il governo di quel Paese per non aver garantito sicurezza e agibilità a chi si batte per i diritti del’uomo.
Il Parlamento europeo, con la sua risoluzione, ha ricordato inoltre alla Polonia i suoi obblighi in quanto Stato membro per il rispetto dei trattati Ue, minacciando eventuali sanzioni.
Con questo atto molto netto il Parlamento europeo si schiera nuovamente al fianco della libertà e della difesa dei diritti umani e civili."


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