BRUXELLES — Un italiano su tre è favorevole al matrimonio tra omosessuali. ‘atteggiamento degli europei è ancora più possibilista. Considerando la media dei 25 Paesi della Ue il 44% dei cittadini ritiene accettabile una qualche forma di unione tra gay o lesbiche. ‘opinione pubblica si mostra più favorevole in quegli Stati in cui sono già consentite nozze o unioni di fatto. La punta è ‘Olanda con ‘82% dei consensi. Seguono Svezia (71%), Danimarca (69%) e Belgio (62%).
Interessante anche il dato della Spagna «zapaterizzata»: il 56% degli interrogati appoggia di fatto la legislazione in favore degli omosex, voluta dal premier socialista. ‘Italia, dove è in corso da mesi il confronto sui «pacs», è incardinata nel «fronte del no», insieme con Francia e, a sorpresa, Gran Bretagna (i contrari sono pari al 54%, con Polonia, Grecia, Portogallo e altri. Solo il 32% del campione europeo totale, comunque, pensa sia giusto consentire a una coppia omosessuale di adottare un bambino (in Italia la percentuale dei «sì» al’adozione scende al 24%).
I risultati emergono da un sondaggio condotto da «Eurobarometro», ‘Istituto di ricerca della Commissione europea. Oltre a toccare i temi tradizionali, (Costituzione, fiducia nelle istituzioni, eccetera), i ricercatori di Bruxelles si avventurano, di volta in volta, in esplorazioni socio-psicologiche collegate al’attualità politica. Questa volta è toccato allo «status» delle coppie gay, ma anche allo «spazio sociale» occupato dalla religione («troppo» secondo il 46%) e alla liberalizzazione della droga leggera, approvata in linea di principio solo dal 26% dei cittadini europei.
Dal’inchiesta, realizzata in autunno e pubblicata ieri, emerge, dunque, ‘immagine di u’Europa affaticata e sempre più guardinga. Il 2006 è un anno segnato dalle difficoltà di dialogo tra autorità pubbliche e religioni. In particolare con le gerarchie cattoliche per quanto riguarda la bioetica (per esempio la ricerca sulle staminali) e con il mondo islamico sul fronte delle libertà (dalla caricature di Maometto al velo per le donne). Stando ai risultati, questa polemica aspra e prolungata comincerebbe a stancare, anche nei Paesi con una più chiara tradizione religiosa: ‘81% dei ciprioti, il 70% dei maltesi, il 63% degli italiani, il 55% dei polacchi e il 50% dei portoghesi pensa che «il ruolo della religione nella società sia troppo importante». A metà strada ‘è, ancora una volta la Spagna di Zapatero (48%) e poi viene la Francia (43%) del presidente Jacques Chirac, che non perde occasione per rimarcare il primato laico dello Stato. Agli ultimi posti si trovano i Paesi considerati, a torto a o a ragione, più disincantati: Olanda, Lettonia, Finlandia, Estonia.
I cittadini del’Unione a 25 chiedono, in modo pressoché unanime (85% del campione; 87% degli italiani) più sicurezza, o meglio «più severità » nei confronti della criminalità. Un atteggiamento che condiziona anche il giudizio sul’«apporto degli immigrati». In Europa coloro che valutano «molto positivo» il contributo sociale dei nuovi arrivati sono in minoranza (40% della media continentale; 41% degli italiani). La diffidenza prevale anche quando si parla di droghe leggere (hashish). Nel rapporto si legge: «’è un alto livello di opposizione al’idea che ‘uso personale di cannabis dovrebbe essere legalizzata attraverso ‘Europa». Il dato del’Italia supera quello della media europea: 28% dei contrari contro il 26%. Colpisce che anche in Olanda, la patria degli «spinelli» venduti liberamente nei «coffee shop», gli «anti proibizionisti» siano, sia pure di poco (49%) in minoranza.