Accordo sui PACS all’italiana: convivenza con certificato

  

ROMA — ‘accordo è fatto. Il testo è pronto: arriverà sul tavolo del preconsiglio dei ministri il 30 gennaio, forse il 2 febbraio su quello di Palazzo Chigi. Come sono quindi le coppie di fatto nel disegno di legge preparato dal governo? Avranno i diritti in quanto coppie, (etero o omosessuali, indistintamente), ma non avranno un registro a parte, bensì un certificato. Un colpo al cerchio e uno alla botte.

I ministri Barbara Pollastrini e Rosy Bindi sono arrivate così ad un testo unico sulle unioni civili che chissà come verrà accolto già semplicemente al’interno della maggioranza, dove i teodem sono comunque sul piede di guerra, pronti a contrastare qualsiasi provvedimento che vada oltre il riconoscimento dei diritti degli individui.

Il testo è pronto. Il ministro per la Famiglia Bindi e quello delle Pari Opportunità Pollastrini hanno faticato non poco a sedersi attorno allo stesso tavolo per far quadrare un cerchio che non era certo facile far quadrare. Perché hai voglia a dire che sulle coppie di fatto si vuole attuare il programma del’Unione: quelle sette righe sembrano vergate ad hoc per sembrare una predizione della Sibilla. Ognuno le interpreta come vuole. E adesso che nel testo del governo è previsto che una coppia di fatto possa andare al’anagrafe ad ottenere un certificato che dà diritto a tutta una serie di importanti prerogative, Rosy Bindi si affretta già a rimarcare: «Questo non vuol dire un riconoscimento delle coppie, bensì un "accertamento"».

Dichiarazione politiche a parte, ecco i fatti. Il testo preparato dal governo funziona così: due persone che si considerano una coppia di fatto (di qualsiasi sesso) possono andare al’anagrafe a dichiarare il loro legame affettivo. Lo possono fare con u’autocertificazione e ottenere in cambio un certificato anagrafico che estende a loro i diritti di una coppia in tema di assistenza sanitaria e previdenziale; nella successione del contratto di locazione; nel’inserimento in graduatorie occupazionali; per quello che riguarda i diritti e i benefici connessi al rapporto di lavoro del partner; nonché il dovere di reciproca assistenza e solidarietà.

Più articolata ‘estensione quando di mezzo ci sono spese che devono essere sostenute dallo Stato (come la pensione di reversibilità) o la possibile designazione del partner convivente come fiduciario per decisioni eticamente sensibili (il testamento biologico, ad esempio), ma anche a prevedere ‘assegno degli alimenti. Per ques’ultimo caso la coppia di fatto deve stare in piedi da almeno cinque anni.

Chissà come verrà accolto questo testo dai cattolici della maggioranza. Ancora lunedì il cardinale Camillo Ruini ha ribadito il suo no ad una legge che certifichi le coppie di fatto e di nuovo ieri ‘agenzia dei vescovi, Sir, rimarcava che «i Pacs altro non sono se non ‘anticamera del matrimonio omosessuale». Proprio ieri, però, è un sondaggio che fa ribellare i cattolici al’ingerenza della chiesa: secondo ‘Swg, infatti, il 53% dei cattolici praticanti ritiene «non corretti» questi interventi della chiesa, una percentuale che sale al 71 tra gli elettori del centrosinistra e scende al 39 tra quelli del centro destra. E contro ‘intervento del cardinale tuona, naturalmente, ‘Arcigay: «Il cardinale si muove come se fosse un partito», commenta il presidente nazionale Sergio Lo Giudice.

Chissà come verrà accolto questo testo anche al’interno del Parlamento dove si fatica in tutte le parti a trovare unità. Si fatica dentro AN ad unire le opinioni per una mozione unica da presentare alla Camera, mentre ‘Unione sta vedendo sfumare il sogno di arrivare uniti già alla riunione dei capigruppo di domani mattina.

Intanto si sa già come la prenderanno i teodem della Margherita. Il deputato Enzo Carra, prima di tutti: «Posso riconoscere soltanto un testo che conceda diritti agli individui e non alle coppie. Se ne verrà presentato un altro, credo che saranno dolori per la maggioranza». E con lui anche il senatore Luigi Bobba, già presidente delle Acli: «Il testo del’Unione parla chiaro: diritti agli individui, non alle coppie».

Affila le armi anche la senatrice Paola Binetti. Meglio, lei le armi le tiene sempre affilate: «Passo tutti i miei week end a girare per ‘Italia e spiegare quanti danni provocherebbe una legge sulle coppie di fatto. E così farò anche al momento del voto: cercherò di spiegare a tutti che non bisogna votare una legge che riconosce le coppie di fatto. Lo spiegherò, democraticamente».


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