SIAMO FAMIGLIE: PARI DIGNITA’, PARI DIRITTI

  

Milano, 12 maggio 2007

La lunga fase precongressuale è stata contrassegnata da un confronto talvolta difficile, ma importante e ricco di spunti, e di sollecitazioni ad una dialettica politica nuova e di grande vitalità; delineando un percorso che ha estrinsecato tutti gli aspetti caratterizzanti delle due mozioni:

"Visibili cambiamenti"

"Diritti in movimento"

XII Congresso nazionale Arcigay

XII Congresso nazionale Arcigay

Questo documento vuole quindi essere il punto d’incontro tra queste diverse visioni politiche, finalizzato a compiere, tutti insieme, un passo ulteriore nel sereno rafforzamento democratico dell’Associazione,ed evitando il fossilizzarsi delle rispettive posizioni.

“Visibili cambiamenti” e “Diritti in movimento” hanno quindi individuato uno spazio di enunciazione dei grandi valori condivisi; dei tanti obbiettivi comuni e, soprattutto, della comune, lucida volontà di andare al cuore delle differenze, per valorizzarle, e derivarne ragioni di arricchimento ed impulso alla crescita consapevole ed unitaria di quest’Associazione.

L’elaborazione delle nostre strategie parte dalla consapevolezza di un momento storico straordinario, sia per i rischi sia per le opportunità, e dal desiderio di dare alla vita concreta delle persone lgbt il valore reale di patrimonio di riferimento per il nostro agire politico.

Crediamo dunque in un’Associazione capace di esprimere protagonismo, di essere dentro la società per ascoltarne le emozioni, i bisogni,e per parlare con dignità, forza e serena coscienza delle nostre ragioni e dei nostri diritti. Un’Associazione che sia dentro il Movimento lgbt, come motore di unità e di confronto, e in dialogo fecondo con gli altri movimenti di liberazione. Un’Associazione che sia forte della vitalità e della diversità dei territori in cui si esprime, per essere ancora una volta, e ancora di più, protagonista d’avanguardia di un grande movimento di liberazione culturale e sociale. Abbiamo dato un contributo significativo all’avanzamento culturale e civile del nostro Paese, ma per continuare ad avere questo ruolo sentiamo l’esigenza di imboccare una svolta decisiva e non rinviabile: un posizionamento chiaro e indipendente, distinto e distante rispetto al sistema dei partiti.

Rivendichiamo dunque per la nostra Associazione il ruolo di rete sindacale e politica: u'organizzazione non soltanto e “semplicemente” impegnata ad offrire alla comunità gay sempre più servizi, e sempre più qualificati, ma che sia innanzitutto soggetto di cambiamento e rilanci potentemente l’iniziativa politica, in nome di una rappresentanza dei diritti e delle istanze delle persone lgbt che non intendiamo delegare a nessuno, ma che vogliamo esercitare in modo pieno, autorevole e completamente autonomo.

Dobbiamo essere capaci di produrre pensiero, memoria e cultura; dobbiamo costruire una rete in grado di promuovere rivendicazioni, secondo una precisa progettualità in vista delle nostre mille battaglie politiche; vogliamo una struttura associativa dotata di una testa pensante nazionale e fortemente articolata sul territorio per percepirne pienamente il “respiro” reale.

La vitalità, la ricchezza, la pluralità, e le aspettative concrete delle persone che animano i territori ed il Movimento entreranno così, con la loro forza ed i loro valori, in un’Associazione strutturata per rappresentarne pienamente ed autonomamente le istanze politiche e le rivendicazioni.

Il rifiuto del collateralismo tra l’Associazione ed i partiti politici si tradurrà sin da subito in un impegno ad evitare situazioni di incompatibilità in capo ai vertici dell’Associazione investiti di un ruolo di rappresentanza politica.

Avvertiamo l’esigenza di continuare l’opera di radicamento nel territorio, potentemente rilanciata in questi anni, che caratterizza Arcigay come vera, grande, Associazione nazionale per i diritti delle persone lgbt.

Guardiamo alla molteplicità dei modi di essere omosessuali, alla ricchezza delle molteplici identità che ci caratterizzano; al ruolo delle donne, dei giovani, degli anziani e delle persone transgender all’interno dell’Associazione, come a risorse fondamentali.

Il ruolo e il protagonismo dei Comitati provinciali esistenti, e la fondazione di nuovi, risulteranno decisivi in un percorso che dovrà portarci a raggiungere le “cittadinanze disperse”: ovvero quella parte considerevole di persone lgbt che vive “in una immensa e frammentata provincia” e quelle che ancora stentano ad affacciarsi ad una compiuta visibilità. Una sempre più forte, organizzata e capillare presenza sul territorio rappresenta la valorizzazione della specificità di Arcigay e il fondamentale motore del cambiamento culturale e sociale.

La nostra battaglia politica sarà rivolta all’affermazione di una piena ed indeclinabile laicità dello Stato e della piena eguaglianza dei diritti delle persone lgbt e delle nostre famiglie.

Come soggetto politico opereremo dunque con ogni mezzo (dalle iniziative istituzionali alla disobbedienza civile e non violenta) perché sia garantito alle coppie dello stesso sesso l’accesso al matrimonio civile, o, parallelamente ad un istituto giuridico equivalente che non leda, nelle forme e nei contenuti, la nostra dignità ed il principio di eguaglianza; ma, insieme, opereremo perché si realizzi una varietà di forme di regolamentazione della pluralità delle relazioni familiari etero e omosessuali.

Oggi più che mai riteniamo che, in questo Paese, una legge contro le discriminazioni sia un’urgenza sociale, culturale e giuridica, ed evidenziamo la complessità della questione, sottolineando la sussistenza, in capo alle persone lgbt, di un duplice ordine di diritti da affermare e tutelare: il diritto ad esistere e il diritto alla qualità della vita. L’omofobia è il sintomo di una “patologia” sociale e culturale che sta a monte, e di cui è necessario essere consapevoli, affinché il male vero e profondo sia contrastato attraverso precisi percorsi politici, e giuridico/legislativi e, insieme, culturali. La visibilità e la reale capacità delle persone lgbt di uscire dal buio sono e saranno indice dell’efficacia di questa volontà di incidere nel sistema culturale del Paese.

L’impegno sociale è il perno dell’agire politico di quest’Associazione. In questo contesto la battaglia per la prevenzione dell’infezione da HIV e per la piena inclusione delle persone omosessuali sieropositive è orizzonte doveroso per tutti noi, e deve essere inserito a pieno titolo tra i temi centrali del nostro agire in campo culturale, politico, sociale e sociosanitario.

Arcigay sta vivendo un passaggio importante nel suo percorso di articolazione territoriale, attraverso il rilancio, o la nascita dei Comitati del Sud: autentica sfida per una piena realizzazione della dimensione nazionale dell’Associazione.

Questo fiorire di nuove realtà, insieme al rafforzamento della struttura organizzativa, e ad uno sforzo strategico nella comunicazione con i media e all’interno della nostra Associazione, può realisticamente stimolare entusiasmi, interesse e partecipazione.

L’entusiasmo e lo spirito unitario di Arcigay sono il cemento di un’Associazione grande, articolata e rispettosa delle differenze, che celebra con il XII Congresso un passaggio storico per la sua autonomia e la sua identità.

Aurelio Mancuso
Ezio Menzione
Riccardo Gottardi
Luca Trentini


Integrato con il Documento congressuale di Arcigay Antinoo Napoli

Orgoglio in politica!

È passato un anno dall’insediamento del nuovo direttivo durante il quale l’associazione ha messo in campo numerose iniziative politiche, culturali e ludiche. Il nuovo direttivo ha cercato sempre di coniugare le diverse anime che lo compongono: dall’anima più antagonista vicina alle lotte sociali portate avanti dai centri sociali napoletani, all’anima più riformista e radicali vicina alle lotte per i diritti civili. Questa apparente dicotomia è stata la forza e l’essenza dell’azione del comitato, consapevole che non è possibile ottenere nessun diritto se non si fa crescere la coscienza politica e sociale dei soci. Oggi che assistiamo al declino delle ideologie e della politica, ancor più esasperata dalla ambiguità e paralisi dei partiti di sinistra, naturali interlocutori del movimento glbtq, guardiamo alle altre forme organizzative, come collettivi, associazioni o organizzazioni non partitiche, molto più vicine alla vita reale delle persone. Stanchi di delegare ai partiti le istanze di liberazione del movimento glbtq, agiamo in prima persona, attraverso qualsiasi forma di lotta democratica, per il raggiungimento dei nostri fini. In questa ottica abbiamo intessuto una serie di contatti per la creazione di una rete che abbia come fine la conquista dei diritti civili, la laicità dello stato e l’autodeterminazione delle persone.

Crediamo che questo “modello” possa tradursi in azione politica della rete Arcigay, rivendicando un ruolo sindacale e politico slegato dai partiti, divenendo associazione portatrice delle istanze del movimento omosessuale capace, se necessario, di scendere in campo come soggetto politico.
In ogni partito ci sono omosessuali ed anche la rappresentanza di parlamentari glbt si è infoltita, ma questo fatto oggettivamente rilevante non si è tradotto in risultati concreti, alcun diritto civile è stato ottenuto. Ciò perché i partiti non hanno inteso sposare o sostenere le battaglie della comunità omosessuale, ma hanno inteso intercettare ed orientare il voto degli omosessuali, riconoscendogli sì un ruolo all’interno dei partiti, ma sempre subalterno e marginale. Spesso gli insulti a noi rivolti provengono persino dalle fila del centro-sinistra e poche sono state le voci che si sono levate a nostra difesa. Assistiamo sbigottiti al barcamenarsi di una sinistra attenta a non inimicarsi il Vaticano e a non perdere i voti dei gay e lesbiche attraverso candidature di bandiera. A questo “giochino” dobbiamo saper rispondere in maniera decisa come, ad esempio, presentando candidature alternative dove si presentano nostri avversari (tra cui la Binetti e Mastella), essere, quindi, un soggetto politico capace di intercettare i tanti che non si sentono rappresentati da partiti che sempre più risultano inutili contenitori privi di valori e di vissuti reali.

L’Arcigay ha portato in piazza migliaia di persone, con idee, capacità e voglia di lottare. Una forza politica viva che non può essere fagocitata da questo o quel partito. Abbiamo un potenzialità grandissima basata innanzitutto dalla ricchezza di risorse umane che dovremmo sapere meglio organizzare e valorizzare, con le rispettive differenze culturali, politiche e territoriali. Differenze che sono tutte opportunità di crescita dell’associazione e del movimento omosessuale.

Per crescere di numero, anche per dare uno scossone “percepibile” alla politica, le differenze politiche, culturali e territoriali dovranno trovare cittadinanza in segreteria e nel consiglio nazionale. Occorre un cambio di passo, che necessariamente comprenda un cambio generazionale. La politica dell’ Arcigay nazionale dovrà essere promossa, discussa ed attuata da chi si impegna nell’associazione attivamente, innanzitutto nei territori. Innovare non vuol dire perdere risorse umane, ma le risorse sono tali se servono all’agire di oggi e non come riconoscimento alla memoria.

E poi dialogare con tutti, creare alleanze, mettere in circolo ogni risorsa, fare squadra, divenire locomotiva di un fronte laico ampio e variegato che comprenda dai movimenti antagonisti all’area libertaria-radicale. Occorre una nuova rivoluzione culturale in cui i diritti civili, anche i nostri, siano finalmente riconosciuti con pari dignità. L’arte della moderazione è fallita, non ci si chieda di rinunciare ad alcunché sarebbe come chiedere ad un affamato di digiunare. Abbiamo insistito sui PACS pensando ingenuamente che l’Italia fosse un paese maturo, se non per il matrimonio almeno pronto al riconoscimento delle nostre convivenze, ed invece ci hanno propinato quattro righe in un documento lasciato al buon cuore, non della coalizione ma del Parlamento, quelle quattro righe sono state tradotte con una soluzione ulteriormente mortificante delle nostre istanze: i DICO; ovvero il non riconoscimento delle coppie omosessuali.

Inoltre pensiamo che l’Arcigay nazionale dovrà utilizzare tutte le sue energie per il potenziamento della comunità glbtq anche ritornando a “fare cultura” e investendo sulle realtà territoriali in progetti e risorse con la finalità di creare cultura e formare i nuovi gruppi dirigenti. In questo senso dovrà essere posta più attenzione al Sud, non con una visione meramente assistenzialistica, ma con lo scopo di potenziare e mettere in circolo risorse umane e culturali troppo spesso limitate geograficamente. Il movimento omosessuale meridionale è risorsa e opportunità di crescita della rete arcigay e del movimento omosessuale nazionale.

Infine l’Arcigay dovrà sostenere tutte quelle lotte per un paese più laico e non più servo dei dettami vaticani, dovrà sostenere lotte civili come la difesa dell’aborto, della procreazione assistita e di tutte quelle battaglie che mettono al centro l’autodeterminazione delle persone rispetto al proprio corpo.

È giunto il momento di dire basta, basta a compromessi umilianti fatti sulla pelle di gay e lesbiche, difendiamo la nostra dignità, portiamo il nostro orgoglio dalle piazze in politica!

Salvatore Simioli, Stefano Vitale, Carmine Urciuoli, Luca Mercogliano, Stanzione Nicola, Fausto Tucci, Vittorio Marotta, Manlio Converti

Documento approvato alla unanimità dal Congresso Provinciale Arcigay Antinoo di Napoli tenutosi il 30.3.2007

Posto a integrazione della mozione unitaria dalla Commissione Politica del XII Congresso nazionale Arcigay


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