La parola agli iscritti del gruppo “Essere gay sieropositivi oggi in Italia”
http://it.groups.yahoo.com/group/gay_sieropositivi/
“Vivo tranquillamente. Ho un compagno che ha accettato la situazione così com’è, stando attenti. Ho un gruppo di amici che più o meno sa della mia situazione, e alcuni la condividono. Attualmente sembra andare tutto bene, ma… se penso al domani metto anche in conto la possibilità di stare molto male, pure di morire… potrei però anche godermi la vita, nel presente… forse lo farò.”
(Claudio Borri)
“Quando ho scoperto di essere sieropositivo, ho nello stesso tempo realizzato di non sapere a chi rivolgermi in Arcigay, che nella mia associazione non ci sono né servizi, né soci e volontari che si occupano di questo problema, a meno che non ci sia da ballare o non sia il primo dicembre. Vorrei costruire una struttura per questo, magari nel giardino davanti al Cassero di Bologna, e offrire una mano a chi crede che Arcigay debba lottare per i diritti di tutti gli omosessuali — anche di quelli sieropositivi.”
(Sandro Mattioli)
“È una strada difficile, per un sieropositivo, riappropriarsi del sesso. Dopo la diagnosi, c’è una specie di riflusso, a causa di numerose complicazioni psicologiche e fisiche. ' difficile riuscire a ritrovare un equilibrio, tra le paure personali ed i pregiudizi della società. Ci si sente ‘sporchi’, non si riesce a vivere il sesso con leggerezza ed intensità. Poi, un po’ alla volta, si torna alla normalità, si inizia un nuovo lungo percorso di accettazione, alla riscoperta della propria sessualità, con attenzioni e dinamiche nuove. Una sorta di spettro continua tuttavia ad aleggiare. Sarebbe bello che le persone potessero vincere le loro paure, sapere che le precauzioni li tutelano. Mi piacerebbe che potessero guardarci meno come malati e più come persone, farci sentire più accettati, saperci offrire solidarietà. Questo ci aiuterebbe a sentirci meno stigmatizzati. Il rischio è quello di costringerci a seppellire la nostra condizione nel'omertà, con infelicità. Uno sguardo sincero e sereno sulla nostra realtà ci aiuterebbe a combattere la nostra battaglia con più forza, ci darebbe il coraggio di affrontare con autenticità la nostra vita e le nostre relazioni, regalandoci quella speranza nel futuro che purtroppo ancora manca a molti.”
(Kino33)
“Rispetto al sesso non ho percepito molte differenze rispetto a quando ero sieronegativo. Temevo di ricevere sempre rifiuti. Invece, quando lo dico, la maggior parte mi dice che non cambia nulla, che comunque avrebbe fatto sesso protetto. Anzi, mi ringraziano per 'onestà e la correttezza. Non ho percepito il terrore ed il senso di fuga che temevo all’inizio. 'è invece stato un cambiamento dentro di me. Dopo un iniziale senso di ripulsa verso il sesso (i primi tempi avevo disgusto a vedere il mio sperma quando mi masturbavo!), è rimasta una maggiore consapevolezza, meno ‘bulimia’ verso il sesso.”
(Claudio C.)