Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad una forte recrudescenza di manifestazioni omofobe, ad un vertiginoso aumento di atti di violenza contro persone omosessuali.
Il 15 maggio Paolo Ferigo, presidente di Arcigay Milano, viene aggredito in una pizzeria con pugni, schiaffi e minacce di morte. 13 maggio, Torre del Lago Marco, 27 anni, viene picchiato dopo un bacio con il fidanzato. 11 maggio, Padova, il vicepresidente di Arcigay Udine subisce u'aggressione. A Roma il 7 maggio un ventiduenne viene pestato da un gruppo di coetanei per aver rivolto loro un apprezzamento. Il 18 maggio a Rovigo aggressione ad un ragazzo di 21 anni da un gruppo di giovani vicini al'estrema destra. 20 maggio: viene rinvenuta una scritta sulla sede di Arcigay Grosseto «Froci di Merda». 11 maggio: Matteo Marliani, presidente di Arcigay Pistoia e candidato alle amministrative, trova tre volantini intimidatori: «Fuori i pervertiti da Pistoia, mai un finocchio in comune, difendiamo la famiglia tradizionale». In una scuola media il 28 aprile un ragazzino di 12 anni finisce al'ospedale dopo essere stato aggredito da un compagno che lo tormentava dicendogli: «sei gay», a poca distanza dalla tragedia di Torino: Matteo, 16 anni, si toglie la vita a causa del bullismo.
Come Associazione che si occupa della dignità delle persone omosessuali dobbiamo saper rispondere in modo efficace, competente e determinato a questa campagna 'odio.
Prima di tutto u'azione sociale. I nostri comitati provinciali devono essere i referenti primi di chiunque subisca aggressioni omofobe. Dobbiamo stimolare la capacità di offrire una solidarietà concreta, essere 'appoggio e di sostegno a tutte le vittime. Il primo livello di intervento infatti è quello umano e psicologico: chi è oggetto di violenza deve sentirsi accolto, appoggiato, capito e difeso da una realtà forte ed accogliente, deve riconoscerci come soggetto credibile ed efficace di denuncia sociale: dobbiamo cancellare la percezione di isolamento che spesso colpisce le vittime e farli sentire parte di una comunità che li tutela.
Il secondo livello è 'azione legale. Sappiamo bene che la grande maggioranza degli episodi di violenza rimangono impuniti a causa della paura delle vittime di u'esposizione indesiderata. Da questo punto di vista è fondamentale stimolare la denuncia, dare sostegno legale alle vittime, proporre iniziative di tutela, monitorare casi e realtà, formare e informare le forze di polizia.
'ultimo ma più importante ambito è quello culturale. Dobbiamo prevenire azioni violente proponendo valori come il rispetto, la solidarietà, la dignità delle persone omosessuali e delle loro relazioni, la visibilità, la cultura delle diversità, contribuendo così ad abbattere le logiche di pregiudizio che sono i presupposti di queste azioni. La battaglia è ampia e senza quartiere: dobbiamo ottenere 'estensione della legge Mancino, mozioni antidiscriminatorie nei nostri comuni, allargare la rete delle amministrazioni gay frendly, promuovere iniziative di sensibilizzazione, convegni e manifestazioni che possano incidere nella società, nelle scuole, sulla stampa, ma soprattutto nelle coscienze dei cittadini.
Con questi strumenti e con il nostro comune impegno potremo tutelare chi è più debole e affermare con forza il diritto alla libertà e al rispetto del nostro diverso modo di amare.