"Io, lui ed un cammino davanti da percorrere insieme". Federico Sassoli e Matteo Ricci a dicembre festeggeranno il loro decimo anniversario. Come coppia, condividono amicizie, passioni, viaggi e una casa, "colorata e allegra come noi".
"Viviamo insieme da un anno e mezzo – racconta Matteo – con altri due amici, per dividere le spese e i costi della vita. Siamo una famiglia allargata". Federico ha 35 anni e a luglio prenderà la laurea in Scienze della Comunicazione; un traguardo a cui Matteo, 31 anni, è arrivato lo scorso dicembre.
Insieme hanno fatto un lungo percorso, per affermare il loro amore. "Quando decidi di fare coming out, le prime persone a cui lo comunichi sono gli amici – continua Matteo – poi la famiglia. Spesso temi lo sguardo degli altri, quando passeggi mano nella mano o ti espliciti come omosessuale. Noi abbiamo trovato la forza l’uno nell’altro". Una forza fatta di "comprensione, indipendenza, condivisione – afferma Federico – senza la quale non vai avanti. In questi dieci anni, abbiamo incontrato molte difficoltà. Per noi non c’è nessun riconoscimento sociale".
I genitori di Federico "sapevano già che ero gay, prima che conoscessi Matteo". Quelli del suo compagno, invece, lo hanno saputo dopo. "Sono stato la sua goccia – dice Federico – e sono contento di avere condiviso con lui una parte così importante della vita".
Matteo si considera fortunato. "I miei sono stati molto bravi. Sabato prossimo verranno a Bologna per partecipare al loro sesto Pride. Una cosa che gli amici mi invidiano. Mia sorella si è sposata da poco e invece di tirare il bouquet, lo ha regalato a noi".
Come da tradizione, ricevere il fatidico mazzo di fiori significa sposarsi entro l’anno. E i due ragazzi ci stanno pensando seriamente. Dopo il Gay Pride di sabato, decideranno se aderire alla campagna promossa dalle associazioni del mondo lesbico, gay, bisessuale e trans (LGBT), unendosi in matrimonio ad ottobre, o se cambiare addirittura stato. "Fosse per me, mi sposerei oggi – riprende Matteo – ma in Spagna. E’ un paese che in 30 anni ha fatto quello che noi non siamo riusciti a fare in 60. Questa cosa mi fa arrabbiare moltissimo".
Osservandoli dall’esterno, Federico e Matteo non sembrano certo un pericolo sociale (come ha definito le coppie omosex il cardinale Carlo Caffarra), ma una bella coppia di giovani innamorati, unita e serena.
"Un pericolo sociale? – si chiede Federico -. Sono certe esternazione fatte in un momento così delicato, in cui si cerca lo scontro fisico e in cui gay, lesbiche e trans sono oggetto di violenze e pregiudizi, ad essere pericolose socialmente. Noi siamo un punto stabile". Anzi vorrei che Caffarra venisse a conoscerci e a parlare con noi – ribatte Matteo -. Io sono agnostico e non me ne frega nulla di quello che preti, papa e cardinali dicono. Ma molti di noi sono cattolici e ci soffrono. In Italia la chiesa parla e i politici ascoltano. Non dovrebbe essere così. Bisogna superare l’odio, la paura, gli stereotipi e l’ipocrisia, per arrivare ad una conoscenza più profonda".