“L’omosessualità non è devianza né malattia”

  

La vicenda di Paolo Brunetto, il giovane palermitano del quartiere Romagnolo accoltellato dal padre la settimana scorsa per avere confessato la sua omosessualità, solleva ancora una volta la questione dei pregiudizi morali su una «verità» che invece non si vorrebbe mai sapere.

Paolo Brunetto, ancora smarrito per tutto quello che gli è successo in pochi giorni, ieri era ospite nel Casseinava in piazzetta San Francesco d’Assisi, in occasione della presentazione del libro «Stella del sud» di Riccardo Di Salvo, iniziativa che apre ufficialmente il Pride Gay di Catania che avverrà il 5 luglio prossimo.

Alto, biondo con grandi occhi azzurri, appena diciottenne, Paolo porta ancora nella mano destra i segni della profonda violenza del padre.

«Ma lo capisco – dice rammaricato rabbiandosi i capelli – è difficile nella nostra cultura siciliana che un genitore accetti che il figlio maschio non sia un vero maschio. Mio padre lo ha saputo solo pochi giorni fa e questa notizia lo ha totalmente sorpreso».
Quello che però lo deprime di più, oltre al fatto di essere stato buttato fuori da casa e di trovarsi senza una lira, senza un lavoro e senza un tetto, è che la madre abbia fatto la stessa scelta del padre.

Al momento non ha amori ma è amato da tanti amici «come lui» che lo comprendono e lo sostengono affettuosamente.
Ma le storie anche su questi delicati temi non sono tutti uguali è quello che è successo a Paolo e l’esatto contrario di quanto successo a Salvatore Inguì, protagonista reale del libro di Di Salvo presentato da Sara Crescimone (presidente Open Mind Catania) e da Paolo Patanè (presidente Arcigay Sicilia).

«I suoi genitori lo accettarono subito – afferma il relatore Franco Grillini – e, dopo avere vinto nel 1997 il Master Gay Italia, inizia la sua scalata di uomo di successo. Palemitano anche lui e del quartiere degradato Cep, Salvatore Inguì ha raggiunto quella visibilità che vorrebbe che «altri» avessero».

Porterà presto Brunetto al concorso Master Gay Italia che si svolgerà a Milano in cui sono richiesti, oltre la bellezza fisica, anche requisiti di cultura, di intelligenza e soprattutto di sensibilità sociale.

«Niente di più sbagliato – evidenzia lo scrittore Di Salvo, docente all’Istituto Alberghiero di Catania – che ritenere l’omosessualità come una malattia o devianza della mente. Siamo uomini sensibili, con le paure dei comuni mortali»


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