Gli imprenditori italiani indietro sul mercato gay

  

Se è vero, come ha dichiarato il Direttore Generale di Confidustria Maurizio Beretta a Klaus Davi, che i gay come altri segmenti sociali rappresentano il volano per un ulteriore sviluppo economico di questo paese, è allo stesso tempo evidente che l’imprenditoria italiana è in enorme ritardo rispetto a tutto l’Occidente nell’investire con determinazione rispetto alla comunità LGBT.

Solo una società che abbia come elementi lo sviluppo delle tecnologie, la promozione dei talenti e una moderna e positiva tolleranza può migliorare la propria condizione economica.

Di questo sono coscienti gli imprenditori di tutto il mondo, mentre nel nostro paese le resitenze sono ancora molte. Prova ne è che le grandi marche italiane investono in pubblicità ed azioni commerciali rivolte alla popolazione omosessuale cifre ridicole in patria, mentre sono presenti in modo assolutamente più consistenti all’estero. Per questo, registriamo positivamente che Beretta ritenga assolutamente giusto non discriminare le persone omosessuali, fino a dichiararsi a favore di un futuro presidente di Confindustria gay.

Tornando alla realtà, sarebbe molto interessante che si aprisse un canale di comunicazione tra imprenditori e comunità lgbt italiana. In questo senso siamo fortemente intenzionati ad individuare nel prossimo periodo accordi e patti con tutte quelle realtà imprenditoriali e finanziarie italiane, che possano garantire alcune minime tutele, purtroppo per ora non riconosciute dalla legislazione. Siamo, quindi, interessati a dialogare con Confindustria, così come da anni collaboriamo con sindacati ed associazioni.

Aurelio Mancuso
Presidente nazionale Arcigay


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