Roberto Bolle, bàciati in strada anche in Italia

  

Comunicato Arcigay 28.01.09 ore 15.00

Leggiamo su diversi blog e siti gay di un articolo della rivista francese Numéro Homme, nel quale durante un’intervista, il grande ballerino Roberto Bolle dichiara di essere gay.

Il giornalista si informa se abbia o meno accettato la propria omosessualità e Roberto risponde di sì, commentando che però in Italia è necessaria la riservatezza, a causa del potere conservatore della Chiesa.

Ci complimentiamo con Bolle per il suo coraggio nel parlare serenamente del suo orientamento sessuale e crediamo che tutti i personaggi popolari che vivono ancora nell’ombra i loro affetti dovrebbero fare lo stesso.

Roberto è un grande artista internazionale e un giovane bello, determinato, educato e colto e per questo può essere un esempio per tutti i ragazzi e le ragazze omosessuali che cercano modelli di riferimento.

Bolle ha ragione a denunciare il potere conservatore della chiesa cattolica, ma proprio per questo è necessario venire alla luce e fare conoscere le nostre storie anche in Italia: per raccontare che i nostri amori e le nostre vite sono come quelle di tutte e tutti e richiedono la stessa dignità.

Invitiamo Roberto Bolle al Crossing Kisses – Baci al semaforo di San Valentino, grande manifestazione di visibilità di tutti gli amori. Potrà baciarsi con il suo compagno in strada e dimostrare così che anche l’Italia può liberarsi dall’oscurantismo vaticano.

Aurelio Mancuso, Presidente nazionale Arcigay

***


Comunicato Bolle ore 19.00


"Sono molto dispiaciuto di tutta la bagarre che è nata da un’intervista che ho rilasciato alla rivista francese lo scorso autunno. In realtà la mia dichiarazione riguardo l’argomento della omosessualità è stata completamente travisata e decontestualizzata, a causa probabilmente anche della mia non perfetta padronanza della lingua".

"Non ho mai parlato della mia sfera privata – afferma Bolle – e non intendo iniziare ora, per cui la notizia del mio presunto "outing" non corrisponde a verità. Come è ormai risaputo, non amo parlare della mia vita privata e non rilascio mai dichiarazioni sulla mia sessualità e su quella di terzi e non credo che questo faccia parte dei "doveri sociali" degli artisti e dei personaggi pubblici. Rimane la mia simpatia e il profondo rispetto per le persone omosessuali.
Quello affrontato con il giornalista era un argomento generale e non personale."

"Rimango sempre stupito nel constatare come tutto quello che è gossip e fantagossip viaggi più veloce delle notizie che riguardano invece la cultura e l’arte, che sono invece gli unici argomenti di cui amo parlare e di cui mi faccio portavoce"


***

Appare bizzarro il fatto che Bolle si sia accorto solo ora di essere stato travisato in un’intervista rilasciata mesi fa.

In ogni caso restiamo convinti dell’importanza di rendere pubblico il proprio orientamento sessuale – che non può essere considerato gossip, ma parte fondante delle nostre esistenze – da parte di ogni persona LGBT: solo attraverso la visibilità e la conoscenza, si possono abbattere i muri di pregiudizio.

Come ha detto Harvey Milk:
"Se un proiettile dovesse entrarmi nel cervello, allora possa anche distruggere tutte le porte dietro le quali ci si nasconde
"

***

Pubblichiamo una breve intervista del Corriere della Sera del 29.01.09 a Nichi Vendola, governatore della Puglia, politico gay dichiarato

Vendola: dirlo fa paura, c’è ipocrisia

MILANO — È nato «in una culla cattolica», è «cresciuto in una casa cattolica» e ha «nel cuore una bussola cattolica». Tutto questo non gli ha impedito trent’anni fa di fare outing. «Ho pagato senza sconti per partecipare a quella festa dolorosa che è l’acquisizione della libertà. E sono sopravvissuto», dice oggi, cinquantenne, il presidente della Regione Puglia.

Nichi Vendola, perché è così difficile dichiarare la propria omosessualità in Italia?
«C’è una vicenda antica che si chiama ipocrisia.
Tanto radicata che ha perfino assorbito il ruolo dei codici: l’Italia non ha avuto bisogno di una fattispecie penale che stigmatizzasse le cosiddette devianze, ma si è affidata a un codice sociale legato al magistero capillare della Chiesa».

Come vive l’atteggiamento del Vaticano?
«Al di sopra della Chiesa c’è Dio. Penso si debba riaprire il dialogo. Cosa c’entra l’anatema verso i gay con la Chiesa che si fa compagnia nel dolore e nella speranza annunciata da Paolo VI»?

Spesso i coming out mancati nascondono paura.
«Dobbiamo rispettare la delicatezza degli altri. Mi rammarico di questa paura, ma nessuno ha il diritto di violentare la richiesta di riservatezza».

Che idea si è fatto del caso Bolle?
«La smentita avrebbe dovuto farla sulla stampa francese. Come si può fare coming out all’estero pensando che la notizia non rimbalzi qui?».

Elvira Serra Governatore


  •