Il sondaggio tra i lettori del sito focus.it non dice nulla di nuovo: per una gran parte degli italiani essere apostrofati come persone omosessuali (froci, culattoni e così dileggiando) è una delle offese più grandi.
Il machismo italiano, comune a tanti altri Paesi latini non ci stupisce e conferma quanto questo Paese sia gravemente malato di omofobia e in generale di pregiudizio nei confronti della diversità.
D’altronde il nostro Report sull’omofobia rivela un aumento preoccupante di violenze contro le persone omosessuali; allo stesso modo le ricerche condotte sui giovani gay dicono come il 61 per cento di loro subiscono ingiurie e offese nell’ambito scolastico, oltre il 50 per cento esclusione e discriminazione in famiglia e un terzo tra i pari.
Attenzione però a non vedere che, nonostante questi indicatori dovrebbero finalmente far intervenire le istituzioni, l’approvazione di leggi di tutela e la predisposizione di campagne sociali e culturali, anche nel nostro Paese la visibilità e il coraggio di tante persone gay, lesbiche, bisessuali sta seppur lentamente cambiando la cultura.
Non vogliamo accodarci a un facile vittimismo. Chiediamo fatti e azioni concrete, però rivendichiamo anche il fatto che la nostra visibilità sociale ha migliorato e continua a cambiare la vita concreta di tante persone.
Aurelio Mancuso
presidente nazionale Arcigay