Bologna – La cronaca quotidiana consegna una escalation di violenza contro i gay. Ma l’ondata di sdegno che l’accompagna non è il risultato di una profonda e convinta elaborazione culturale dell’inaccettabilità dell’odio nei confronti di chi non è eterosessuale.
Ne è convinto il presidente nazionale di Arcigay Aurelio Mancuso. “Siamo ancora nella fase dove i mass media oscillano tra la cronaca nera e il caso umano da portare alla ribalta”, dice Mancuso, che il 7 ottobre scorso ha partecipato all’Ambasciatori di Bologna a “Omofobia, un problema di tutti”, nell’ambito del ciclo di incontri “Ugualidiversi” organizzato dal Cassero e da Librerie Coop. Con lui, Pina Lalli, docente di Comunicazione all’Università di Bologna, e Paolo Zanca, vice presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna.
Non si è ancora spenta la polemica scoppiata dopo l’affossamento a Montecitorio della proposta di legge della parlamentare del Pd Paola Concia contro l’omofobia. Eppure l’Italia, avverte Mancuso, ha urgente bisogno di una legge che “contrasti l’odio nei confronti degli omosessuali”.
Lo scoglio è ancora tutto culturale, un concentrato di pregiudizi e paure che scatenano una oscura ostilità in una società che si vorrebbe libera e tollerante e che scopre invece di essere intrappolata nei preconcetti. Così nell’omofobia, osserva ancora Mancuso, “assistiamo a un atteggiamento di sfregio, nella lesbofobia la matrice è il machismo. Entrambi i casi sono la manifestazione di un male antico che oggi affiora prepotente per il semplice fatto che è aumentata la capacità delle persone con un diverso orientamento sessuale di essere più visibili rispetto al passato”.
Una visibilità che si accompagna a una presa di coscienza da parte del movimento Lgbt delle tante forme di mutilazioni dei diritti di cui sono vittime gli omosessuali. E’ una consapevolezza che frantuma il silenzio doloroso del passato, con il risultato che fioccano le denunce: sono sempre di più i gay, le lesbiche, i transgender, che richiamano l’attenzione dell’opinione pubblica sugli episodi di intolleranza di cui fanno amaramente le spese.
Il giudizio di Mancuso sull’omofobia è condiviso da Pina Lalli. “Il tema del diritto all’omosessualità è oggi più visibile – dice Lalli -. La maggiore capacità di denuncia produce una tematizzazione del problema come fenomeno da contrastare e i mass media si inseriscono in questo tema con la rappresentazione di una società che si vorrebbe più aperta. Questo genera una tendenza a una maggiore sensibilità verso i diritti dei gay. Una sensibilità alla quale credo però che non corrisponda una elaborazione profonda. La tematizzazione è ancora di facciata”.
Che fare allora? La politica non riesce ancora, se non faticosamente, a dare risposte. Una conferma arriva dall’aula dell’assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna. E’ qui che si è arenato, come rammenta Paolo Zanca, un pdl che mirava ad estendere alle coppie di fatto, ai gay e alle lesbiche, tutti i diritti generati dalle leggi regionali. Storia recente, “ma l’allora Pd nascente si astenne”, ricorda Zanca. Che però non parla di sconfitte: “Le conquiste civili nel Paese sono state realizzate rompendo muri poco alla volta. Così è stato per il divorzio, così è avvenuto per l’aborto. Per questo vanno bene anche le piccole crepe”.