VOGLIAMO IL MATRIMONIO CIVILE

  

Corte Costituzionale – Ufficio Stampa
Matrimonio tra persone dello stesso sesso

La Corte costituzionale, decidendo sulle questioni poste con ordinanze del Tribunale di Venezia e della Corte d’appello di Trento, in relazione alle unioni omosessuali, ha dichiarato inammissibili le questioni stesse in riferimento agli artt. 2 e 117, I° comma, della Costituzione e infondate in relazione agli artt. 3 e 29 della Costituzione.

dal Palazzo della Consulta, 14 aprile 2010

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ARCIGAY: VOGLIAMO IL MATRIMONIO CIVILE
L’ANTICHITÀ DI UN PREGIUDIZIO NON È UN BUON MOTIVO PER LA SUA SOPRAVVIVENZA

Arcigay prende atto con rispetto delle decisioni della Corte Costituzionale e dell’indicazione di rimettere la questione del matrimonio tra persone dello stesso sesso al Legislatore. Sappiamo con certezza che l’Europa e la cultura giuridica dell’Occidente sono dalla parte del movimento lgbt e con il riconoscimento della piena eguaglianza di diritti.

Al di là dell’esito del dibattimento presso la Consulta, abbiamo avuto modo di verificare l’avanzamento di tale dibattito, che necessita di nuove energie e di un rinnovato impegno perché esso entri a far parte della cultura sociale e giuridica in modo maggiormente esteso e diffuso.

Le persone omosessuali italiane stanno percorrendo lo stesso sentiero di emancipazione affrontato nel passato da altri gruppi sociali: schiavi, donne, ebrei, neri. Le tappe sono analoghe, il risultato non potrà che essere lo stesso. Oggi come in passato questo segnerà un progresso non solo per i diritti delle categorie che rappresentiamo, ma dell’intera società che si scoprirà così più libera e giusta.

L’esito negativo di oggi ci spinge a rilanciare la nostra lotta di civiltà, ben consapevoli che il diritto è un’entità viva, in perenne evoluzione, al pari della società. D’altra parte già in passato la Corte costituzionale ha emesso importanti sentenze, salvo poi ribaltarne il contenuto dopo pochi anni. All’inizio degli anni sessanta la Consulta, interpellata sul tema dell’adulterio, dichiarò legittima la norma del codice penale che puniva col carcere, in caso di infedeltà, le donne e non gli uomini. Solo dopo pochi anni la stessa Corte cambiò completamente opinione e dichiarò incostituzionale il delitto d’adulterio riconoscendo che i costumi erano cambiati. Così è accaduto anche per leggi importantissime come quella del divorzio e dell’aborto.

C’è voluta ostinazione e tenacia in tutte le lotte che hanno rimosso uno a uno gli ostacoli all’affermazione del principio di piena uguaglianza, ce ne vorrà quindi anche oggi per permettere a gay e lesbiche di veder garantiti i propri diritti. Con questa tenacia riprendiamo la nostra battaglia di libertà con un nuovo strumento: il costituendo Comitato “Sì lo voglio” che consoliderà l’opera culturale e giuridica per l’ottenimento del matrimonio civile fra le persone dello stesso sesso.

Ribadiamo oggi quanto scrisse la Corte Suprema del Sudafrica quando ammise il matrimonio tra persone dello stesso sesso: “L’antichità di un pregiudizio non è un buon motivo per la sua sopravivenza”.

Campagna Arcigay Sì, noi lo vogliamo

I 29 Paesi dove le famiglie omosessuali hanno Pari Diritti

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ENGLISH VERSION

ARCIGAY: WE WANT CIVIL MARRIAGE
THE ANTIQUITY OF A PREJUDICE IS NOT A REASON FOR ITS SURVIVAL

Arcigay respects the decision of the Italian Constitutional Court to defer the same-sex marriage issue to the Parliament. But we know that Europe and the Western legal culture are on the side of the LGBT movement and support the recognition of full equality of rights.

In spite of the Court’s decision, we were able to note an improvement in the debate, that now needs new energy and a renewed commitment in order to become part of the social and legal culture in a wider and more popular way.

Italian gay people are walking on the same path to emancipation which other social groups like slaves, women, Jews and blacks walked before them. The steps are similar, and the result can only be the same. As in the past, this will mark a step forward not only for the rights of the people we represent, but for the whole society, which will find itself more free and just.

Today’s negative outcome leads us to raise the level of our battle for civilization, with the awareness that the Law is a living, constantly changing entity, just like the society. After all, in the past, the Constitutional Court issued important rulings and then reversed its verdicts just a few years later. In the early sixties, when it was consulted on adultery, the Court declared the legitimacy of legislation which punished with imprisonment women, but not men. Only a few years later, the same Court completely changed its mind and declared it unconstitutional, recognizing that the customs had changed. The same happened for even more important laws, as those regarding divorce and abortion.

It has taken stubborn and tenacious struggles to remove, one by one, the obstacles to full equality. We will need the same tenacity nowadays to allow gays and lesbians to have their rights guaranteed. With this determination, we will carry on with our fight for freedom with a new instrument: the national Committee "Yes I do" (Comitato “Si’ Lo Voglio”), that will strengthen our cultural and legal work to obtain same-sex marriage.

We today reaffirm what the Supreme Court of South Africa stated when it ruled in favour of same-sex marriages: "The antiquity of a prejudice is not a reason for its survival."


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