Errani «sacrifica» la Noé Furia Udc: se il Pd è questo…

  

Fuori, in viale Aldo Moro, a rendere più rumoroso l’ingresso all’Assemblea regionale ci ha provato ieri pomeriggio la protesta delle associazioni laiche e omosessuali. Pochi, in realtà, una trentina di persone in tutto. Ma tanto la strada che doveva portare Silvia Noè, consigliere dell’Udc, alla presidenza della neonata commissione alle Pari opportunità era già sbarrata. Da una protesta più decisa dentro Viale Aldo Moro: quella di Idv, Sel-Verdi e Federazione della Sinistra. Che avevano espresso un no» forte e chiaro all’idea di riservare quella presidenza alla Noè e all’Udc, partito a cui, come commissione da assegnare alla minoranza, quella «per la piena parità tra uomini e donne» era stata predestinata. Tra mettere a rischio la tenuta della maggioranza o sacrificare il nome della Noè, la scelta alla fine è caduta sulla seconda opzione. Con buona pace di Vasco Errani, uno dei principali sponsor della casiniana. Troppo di «estremo centro» il suo nome, troppo «democristiana di ferro» la sua figura per una commissione che si occuperà di coppie di fatto e Dico: da qui veto della sinistra. «È opportuno che sia affidata ad una donna della maggioranza» , ha detto Gian Guido Naldi (Sel). E così è stato. Marco Monari, capogruppo del Pd, ha parlato di colonne d’Ercole» che non possono essere oltrepassate: Nulla di personale. Ma sul suo nome la maggioranza non c’è» . Così il Pd ha proposto Roberta Mori, democratica, classe 1971, avvocato, che nella votazione di ieri non ha ottenuto la maggioranza qualificata, ma che oggi sarà eletta a maggioranza semplice. Un nome che soddisfa le aspirazioni dei partiti che volevano una connotazione laica alla guida delle Pari opportunità. Soddisfatto Franco Grillini, consigliere regionale dell’Idv e presidente onorario dell’Arcigay: «È la persona giusta» . «Questa scelta avrà ripercussioni nazionali» , aveva però annunciato la Noè, già prima che l’assemblea votasse. E in effetti questo «piccolo» caso di una commissione soltanto consultiva dell’Assemblea regionale ha presto sollevato reazioni da Roma. Perché contro i veti alla Noè si scontrano le prove di dialogo tra il Partito Democratico e l’Udc. Lo ha spiegato il segretario del partito Lorenzo Cesa: «Non possibile che il Pd si faccia condizionare dalla sinistra massimalista, doveva dimostrare di essere un partito riformista. Non si può discriminare una persona per quello che pensa. stata esclusa a priori perché cattolica impegnata in politica» . E sulle voci che attribuiscono lo sdegno dell’Udc alla parentela della Noè con Pier Ferdinando Casini, di cui è cognata, Cesa taglia corto: «Sciocchezze. Non è una questione di poltrone. Come Udc non abbiamo chiesto niente. È stato Errani a proporlo» . Salvo, poi, fare marcia indietro. «L’Udc non accetta logiche settarie in base alle quali esponenti del mondo cattolico non sarebbero a priori affidabili per ricoprire quella presidenza. Se il Pd è questo, vuol dire che ha scelto di farsi ancora condizionare dalla sinistra estrema è la posizione di Gian Luca Galletti . Non sono quel partito riformista e democratico in grado di colloquiare anche con un centro cattolico. E a noi il “tutti insieme”non interessa» . Un invito a non drammatizzare è arrivato invece da Stefano Bonaccini, segretario regionale del Pd: «Non stavamo parlando di far entrare l’Udc nel governo della regione, si trattava di una commissione. In questa regione la situazione è diversa dal piano nazionale, sarebbe un’enormità tradurre in chiave romana il caso di questa presidenza. Per una figura di garanzia ci voleva un’ampia maggioranza che, in questo specifico caso, non c’è stata. E basta, il merito della questione si chiude qui. Quando, a livello nazionale, si dovrà trovare un’alternativa a questo governo il Nuovo Ulivo e l’Udc dialogheranno comunque» . Renato Benedetto


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