Omofobia, legge alla Camera presidio in piazza Loggia

  

Una legge contro l’omofobia e la transfobia non coinvolge solo il popolo gay, lesbico e trangender, anzi, «è una battaglia che riguarda indistintamente tutti e tutte, dalle associazioni laiche a quelle cattoliche, dai movimenti per i diritti civili a quelli per i diritti sociali – valuta Arcigay di Brescia che invita – tutte le persone e le associazioni che credono nella democrazia, nella giustizia, nella dignità e nell’eguaglianza a mobilitarsi per aiutarci a dire no ad una gravissima ingiustizia».
LA SEZIONE bresciana di Arcigay ha promosso un presidio in piazza Loggia, al quale ha dato la propria «convinta» adesione Sinistra Edcologia e Libertà di Brescia: l’iniziativa si terrà dalle 19 alle 21 di questa sera, giorno in cui la Camera dovrà votare la proposta di legge contro l’omofobia e la transfobia già bocciata dalla commissione giustizia nel maggio scorso, ma, prima ancora, sulle pregiudiziali di costituzionalità al testo stesso (che si appellano ad una presunta eccessiva genericità oppure alla violazione del principio di eguaglianza), la cui approvazione rischia di bloccare l’iter di votazione della Legge.
«LE PREGIUDIZIALI di costituzionalità presentate alla Camera dai gruppi parlamentari del Pdl, della Lega Nord e dell’Udc costituiscono un vergognoso atto di discriminazione e di integralismo con le quali il Parlamento italiano si sottrae al suo dovere primario: porsi al servizio delle cittadine e dei cittadini – osserva Arcigay, incalzando -: la tutela, anche dal punto di vista penale, delle persone Lgbt è oramai patrimonio di gran parte dei Paesi occidentali; l’Italia da che parte del mondo sta?».
E Brescia? «A livello italiano il fenomeno legato al bullismo, alla violenza e alle aggressioni omofobiche e transfobiche è certamente preoccupante – risponde Luca Trentini, già presidente di Arcigay Orlando e ora segretario nazionale – a Brescia non abbiamo dati ufficiali, ma il clima complessivo non si può certo dire inclusivo. Molti episodi di intolleranza avvengono nelle scuole – prosegue Trentini – , alcuni sui luoghi di lavoro anche se, per fortuna, recentemente non abbiamo assistito ad aggressioni vere e proprie».


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