Polemiche, “vendetta gay”: Dalla, scontro dopo funerali

  

ROMA «Le polemiche sono una vendetta dei gay che volevano fare di Lucio Dalla una bandiera. Era una persona di grande fede che non ha mai voluto conclamare la propria omosessualità». E’ uno sfogo duro di padre Bernardo Boschi, confessore e amico di Lucio Dalla, a riaccendere le polemiche nate attorno alla presenza di Marco Alemanno sull’altare di San Petronio il giorno dopo il funerale del cantante. Il religioso replica alle accuse di «ipocrisia» alla Chiesa che avrebbe accettato di celebrare le esequie solo perché Dalla non aveva mai fatto “coming out”: «La Chiesa condanna il peccato, non il peccatore. Gesù andava dalle prostitute perché si convertissero, io sono andato tante volte a casa di Lucio e c’era anche Marco, e non ho visto nulla». «Dalla era gay, e lo sapevano tutti» contrattacca Franco Grillini, presidente di Gaynet, «invito padre Boschi alla calma: forse la vendetta che teme è quella della Curia per aver celebrato i funerali di tanto celebre omosessuale nella chiesa più nota». Per l’Arcigay è «livore ideologico»: «Parlare di vendette gay il giorno dopo un funerale che ha unito il dolore e l’emozione di gente differente è così brutto e meschino da risultare incommentabile» dice il presidente Paolo Patanè, mentre l’Arcigay Bologna sottolinea: «Dalla non è mai stato una nostra bandiera né mai lo sarà». Davanti all’infuriare delle polemiche, mentre molti invitano al tacere davanti a un uomo che aveva scelto di non dichiarare la propria identità sessuale e al rispetto del dolore dei suoi cari, monsignor Giovanni Silvagni, vicario generale della diocesi, dice: «Non è stata la celebrazione di un funerale omosessuale, ma il funerale di un uomo», con il coinvolgimento delle «persone a lui più vicine». «Non volevo esser offensivo, per me il rispetto di tutti è la prima cosa» corregge più tardi padre Boschi, mentre don Ildefonso Chessa, monaco benedettino amico dell’artista sottolinea: «La Chiesa non è monolitica. Avrei celebrato i funerali anche se si fosse dichiarato. Non sono il primo e non sarò l’ultimo». (m.r.t.)


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