“Un Pride contro la politica che ci ruba i diritti”

  

di MARIA TERESA MARTINENGO
«Il sindaco sfili con noi» Il Coordinamento Torino Pride invita il sindaco Piero Fassino, la Provincia e la Regione a marciare con lesbiche, gay, transgender

Tutta la città è invitata, sabato 16 giugno, alla Parata del Torino Pride. Invitiamo il sindaco Fassino e le istituzioni provinciali e regionali a sfilare con noi gente comune, parte sana di questa società che non vede l’ora di poter dare il proprio contribuito alla ricostruzione economica del paese». Gioca sul filo dell’ironia il Coordinamento Torino Pride, che ieri ha annunciato la data del festoso appuntamento annuale per affermare il diritto delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender a vivere con gli stessi diritti della maggioranza eterosessuale. Alle istituzioni, va da sé, il Coordinamento chiede il patrocinio.

«Non vogliamo mica la luna… è l’Europa che ce lo chiede» è il titolo del documento politico alla base della manifestazione. L’elenco delle rivendicazioni è lungo: unioni civili, matrimonio, adozioni, riconoscimento del genitore non biologico, procreazione assistita, una legge contro omofobia e trasnsfobia, la revisione della legge 164/82 sul cambio di genere sessuale, la depatologizzazione della transessualità. Ed è di qui che prende il via, domani, il ricco programma di iniziative in vista del Pride, con il convegno «Chi ha paura della depatologizzazione?», ore 9, Villa Amoretti, corso Orbassano 200, sul tema all’attenzione di 270 associazioni e reti internazionali. Partecipano giuristi, medici, chirurghi, psicologi, filosofi. A Torino lo sportello del Circolo Maurice, Spo.T, in un anno ha incontrato cento persone bisognose di supporto. Tra gli altri appuntamenti, la festa delle famiglie Arcobaleno, un concorso di poesia, il 27Ëš Festival cinematografico «Da Sodoma a Hollywood» e «Pinerolo contro l’omofobia 2012».

«Chiediamo che i nostri temi non siano più derubricati dall’agenda delle urgenze – ha detto Giovanni Caponetto, coordinatore del direttivo -, come l’Europa stessa da moltissimi anni ingiunge pressoché inascoltata ai tanti governi che si sono succeduti».


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