In tanti hanno preferito non andare in ospedale per evitare che le famiglie potessero scoprire la loro diversità
di YVONNE FRISALDI
CHIETI. Aggressione al gruppo gay, presentate in procura altre due denunce. Oltre al tentativo di lesioni e ingiurie ora, nelle due querele contro ignoti, si parla anche di percosse. Alcuni giovani, infatti, sarebbero stati colpiti da sassi e mele.
A confermarlo l’avvocato Andrea Cerrone di Teramo che assiste le associazioni Arcigay e Jonathan. «Alcuni dei ragazzi che sono stati aggrediti la notte tra il 3 e il 4 giugno all’uscita di un pub allo Scalo hanno riferito di essere stati raggiunti alla schiena da sassi e da mele lanciati da un nutrito gruppo, non anora identificato, di giovani del posto». Dunque non solo cori di offese e volgarità, ma anche il lancio di oggetti che in qualche caso hanno raggiunto l’obiettivo. Un fatto nuovo dal momento che nel comunicato emesso dalla polizia di Stato veniva specificato che nessuno del gruppo gay aveva avuto la necessità di ricorrere alle cure del pronto soccorso dell’ospedale di Chieti. «In realtà dopo l’aggressione i giovani colpiti, diversi alle spalle, hanno preferito non farsi refertare per una questione di privacy. Atteggiamento comprensibile» sostiene l’avvocato «presentarsi al pronto soccorso avrebbe potuto «complicare» i rapporti con le rispettive famiglie. Non tutti hanno il coraggio di rivelare al proprio padre o alla madre di essere gay. Soprattutto se si tratta di ragazzi molto giovani come è capitato nell’aggressione allo Scalo».
Intanto la digos della questura teatina va avanti con le sue indagini per dare un volto ai balordi che quella notte hanno seminato il panico in piazzale Marconi, di fronte alla stazione ferroviaria.
«Gli investigatori» prosegue Cerrone «stanno visionando alcuni filmati registrati dalle telecamere posizionate su piazzale Marconi». Se la qualità delle immagini risulterà buona gli aggressori potrebbero avere le ore contate. L’episodio ha scatenato lo sdegno di partiti politici, associazion e semplici cittadini. Tutti del parere che «questi deprecabili atteggiamenti omofobi debbano essere puniti con severità». Al coro si aggiunge anche il pollice verso dell’assessore comunale alle Politiche sociali Emilia De Matteo che, in una lettera rivolta ai giovani, chiede un no deciso «contro tutte le forme di violenza».
Il diritto di essere se stessi non fa indietreggiare la comunità gay che il prossimo 24 giugno tornerà allo Scalo per partecipare a un’altra festa. Tutti si augurano che una serata spensierata all’insegna del divertimento non venga trasformata ancora una volta in un incubo.