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(…) Intanto la Curia ha svoltato con Scola. E oggi ha un bel dire, la capogruppo del Pd Carmela Rozza, che «non prendiamo ordini né dalla Curia né dall’Arcigay». La scelta è stata fatta, ed è l’Arcigay che oggi canta vittoria, parlando di «una bella pagina» della politica. Quella stessa Arcigay che ha rinfacciato alla Chiesa la pedofilia, appena i cattolici hanno avuto l’ardire di affacciarsi alla discussione.
D’altra parte la consigliera della sinistra Anita Sonego è arrivata in Consiglio con la sua maglietta «Love is a human right», come se in causa ci fosse un diritto umano. Lo scontro è tutto culturale, appunto. La delibera e il registro, naturalmente, non interessano a nessuno a sinistra: se andrà come nelle altre città si iscriverà una dozzina di coppie. Eppure, oggi, sul sito del sindaco sono centinaia gli elettori arancioni che esultano. E tutti i partiti vogliono un simbolo da agitare.
Rifondazione comunista chiede «un rito per i gay», Ivan Scalfarotto del Pd vuol dimostrare al cattolico Carlo Masseroli «che una coppia gay è una famiglia».
Stefano Boeri, si muove come un elefante nella cristalleria del Pd. Ed evidenzia un risultato lampante. Chi doveva far da perno di una possibile sintesi, la cattolica vicesindaco e Pd Maria Grazia Guida, è non pervenuta. Per quel «laboratorio Pisapia» è l’inizio della fine.
Alberto Giannoni
DIVORZIO CON LA CURIA: ADDIO MODELLO-PISAPIA
This article was written on Wednesday July 25th, 2012.
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