CHIETI «L’Italia ha bisogno di figli, non di omosessuali». Se l’inequivocabile contenuto del manifesto apparso nei giorni scorsi, suscitando l’ira e l’indignazione di diverse associazioni, non bastava a far capire le posizioni di Forza Nuova Abruzzo, il coordinatore regionale del movimento di estrema destra, Marco Forconi, rincara la dose: «Proviamo ribrezzo e repulsione per quella che consideriamo una patologia». Il manifesto in questione è stato affisso nei giorni scorsi ad Ortona in occasione di una campagna informativa promossa dall’Arcigay, che aveva allestito un banchetto nel centro della cittadina. Sottolineando che il manifesto verrà riproposto a breve in tutto l’Abruzzo, «non solo come affissione ma anche con volantinaggi e presidi informativi», Forconi sostiene che il messaggio si concentra esclusivamente sulla questione demografica e dei diritti civili: «Noi rispettiamo la sessualità privata, ma con il manifesto esprimiamo la nostra più totale contrarietà alle unioni civili, ai matrimoni e alle adozioni». Per evitare che il messaggio venga equivocato ed etichettato come omofobo, Forza Nuova «spiegherà le sue ragioni in piazza e la prima provincia sarà proprio quella di Chieti». Durissima la presa di posizione delle associazioni Abruzzo Social Forum, Jonathan – Diritti in movimento, PeaceLink Abruzzo e Antimafie Rita Atria: «Un «gravissimo segnale di intolleranza che non vogliamo e non possiamo sottovalutare questa campagna di odio ideologico e omofobo e chiedono a tutti gli attivisti, i militanti, le forze sociali, civili e politiche di condannare e di respingere il razzismo e l’omofobia».
Oggi i gay, domani tocca ai Visigoti
L’ALTRA ESTATE di KATIA GIAMMARIA
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Manifesto omofobo di Forza Nuova affisso a Ortona in occasione della campagna informativa promossa dall’Arcigay. «L’Italia ha bisogno di figli e non di omosessuali», parole che hanno scatenato la indignazione di diverse associazioni. Ma il coordinatore regionale del partito di estrema destra Marco Forconi per nulla intimorito delle reazioni democratiche, ardito e fiero delle sue idee , rincara la dose e parla di «ribrezzo e repulsione» nei confronti dei gay: che possono esprimere le loro tendenze in privato (bontà sua) ma non in pubblico e con unioni civili e adozioni. Perché tanta paura di vedere l’altro? Simile in tutto ma non nelle preferenze sessuali. Quali proiezioni e turbamenti nasconde tanta intolleranza?Viene in mente il capolavoro di Benigni, La vita è bella, quando nell’Italia fascista, Guido, ebreo, al figlio Giosuè che gli chiede spiegazioni perché in un negozio fosse esposto un cartello con su scritto: vietato l’ingresso agli ebrei e ai cani, non ha una reazione scomposta ma dà un insegnamento di tolleranza e dice: ognuno fa quello che gli pare Giosuè. E quando il figlio gli ricorda che loro in libreria fanno entrare tutti risponde: da domani ce lo scriviamo anche noi: chi ti è antipatico? i ragni. A me i Visigoti, domani ce lo scriviamo: vietato l’ingresso ai ragni e ai Visigoti.