Milano. Un giorno ai seggi

  

I CINGUETTII Su twitter gli aggiornamenti dei nostri cronisti e i post dei militanti di centrosinistra
di GIULIA BONEZZI MILANO ALLE PRIMARIE si vota nelle sedi del Pd e di Sel, nei bar e dal parrucchiere. All’Arcigay di via Bezzecca e alle Acli di via Giusti, dove un immigrato di passaggio, notando la folla, domanda: «Ma qui distribuiscono dei soldi?». Al dopolavoro ferroviario di via Sammartini vota Rina, 86 anni, dopo essersi bevuta a passi rapidi i quasi due chilometri dalla stazione Centrale, pensare che è appena uscita dall’ospedale: «Votare è importante, me lo diceva sempre mio marito». Per sciogliere le ultime riserve sul candidato (Bersani) ha chiesto consiglio a suo figlio. AI SEGGI, quando i primi parziali nazionali cominciano a far sognare («Dai che arriviamo a cinque milioni!»), l’affluenza è già spesso sopra le primarie del sindaco due anni fa, e quasi sempre sopra le attese. Che vuol dire 600 candidati alle sei e mezza in via Pergolesi, zona storicamente di destra, e il doppio alle due in via Tito Livio, seggio del quartiere Romana-Calvairate che batte anche il gazebo della stazione Cadorna, dove pure la coda quadrupla ha toccato i 12 metri. Quelle lunghe si son viste soprattutto all’apertura, dal cortile d’una casa di ringhiera su cui affaccia le sue due stanze il Pd del Corvetto allo storico circolo Aldo Aniasi in piena Brera. Dove molti vengono a farsi indirizzare, o sciogliere un dubbio. E se in un altro seggio, zona Sud-Est, è capitato che un signore frettoloso scrivesse il nome prescelto (Renzi) direttamente sul foglio di registrazione, qui una signora bionda mette le mani avanti: «Però io non voglio mica iscrivermi al partito». Subito tranquillizzata da una scrutatrice, che poi farà votare sul marciapiede Luigina, elegante nel cappotto rosso, la carrozzella che non passa la porta stretta e i gradini. Niente da fare invece per Jairo, portoghese, bicicletta battente bandiera rossa «Voto Vendola»: «Abito in corso Garibaldi, l’altra volta mi hanno fatto votare qui, oggi mi mandano in via Borgogna». Alla Casa della Cultura, seggio dei fuori sede e degli stranieri, c’erano tremila registrazioni alla partenza, dice twitter. La faccia giovane e scanzonata delle primarie, e un utente, con prova fotografica, scova in un seggio milanese la giovane vendoliana che al dibattito su Sky lanciò il tormentone «Oscar Giannetto». Ma cinguettii e commenti 1.0 si somigliano più dell’immaginabile, fatte salve le reciproche divergenze, e sono un coro solo quando ringraziano i volontari, che con fatica e strategia, ranghi flessibili e «buttadentro», hanno fluidificato l’arrembaggio. Al circolo Arci/Pd di piazzetta Capuana, Quarto Oggiaro, c’è scappato pure il pranzo sociale: chi ha portato la parmigiana, chi la macedonia. Ma, precisano Roberto e Michele dal bar, «abbiamo mangiato a turni».


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