Sei foto di vita familiare tra coppie gay “viaggeranno” appese ai reggimano dei mezzi. Luccarini: «Non ne sono a conoscenza, non posso commentare»
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Erano in centomila domenica nelle strade di Parigi per sostenere la proposta di legge che apre la possibilità al matrimonio e all’adozione quando si parli di coppie omosessuali. Mentre dall’altra parte delle Alpi Papa Ratzinger bollava le unioni tra gay e lesbiche, spiegando che la «struttura naturale del matrimonio, va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione». Insomma, la vita di una coppia e di una famiglia eterosessuale resta sempre e comunque diversa da quella composta da persone dello stesso sesso. Tanto più in Italia, dove non esiste alcune regolamentazione in materia. Ma come vivono nell’intimo della loro vita privata o la normale quotidianità che scandisce le giornate di ogni giorno una coppia gay o lesbica? A cercare di spiegare che non esiste differenza è arrivato un progetto promosso e sponsorizzato dal Circolo arcobaleno Arcigay e Arcilesbica di Trieste, che ha ottenuto il patrocinio del Comune e della Provincia di Trieste, intitolato “Si va diritti all’amore”. Sei foto di vita familiare dove i soci del circolo, giovani e meno giovani, ci hanno messo la faccia facendosi riprendere in momenti di vita familiare: una colazione a letto, l’addobbo dell’albero di natale, una sonata al pianoforte e ancora un aiuto nel rifare il letto. Queste foto da oggi saranno appese ai reggimano degli autobus di Trieste e della provincia accompagnate dalla scritta, anche in inglese e in sloveno, “Si va diritti all’amore”, sul retro del cartoncino i motivi della campagna ovvero contro ogni forma di omofobia e trasnfobia. Il progetto fotografico realizzato da due studenti del corso di laurea in Scienze della comunicazione dell’Università di Trieste, Giulia Raineri e Roberto Lillo, interamente sponsorizzato dal Circolo Arcobaleno (costo 3 mila euro), unico a Trieste nella sua originalità, viaggerà fino alla fine dell’anno su tutti i 250 autobus del parco della Trieste Trasporti. «E’ una campagna fatta su base volontaria – ha spiegato Davide Zotti presidente del Circolo arcobaleno – e abbiamo voluto metterci la faccia perché siamo come tutte le altre famiglie e per questo abbiamo deciso di rappresentarci con un’immagine tradizionale». Alla presentazione della campagna, ieri, però a metterci la faccia, nonostante l’invito, solo la consigliera comunale Maria Grazia Cogliati Dezza del Pd. «Crediamo molto in questa campagna – ha continuato Zotti – anche se, nonostante i patrocini del Comune e Provincia, pare abbia creato qualche mal di pancia nelle Giunte proprio per il tipo di foto troppo tradizionali che richiamano la famiglia proprio in questo periodo natalizio. Vogliamo però uscire dagli stereotipi. Le foto scattate all’interno delle mura domestiche mettono a nudo un vuoto normativo nei confronti delle famiglie omosessuali che pesa sulla loro vita. Il progetto è stato sostenuto anche dall’università perché sono stati coinvolti due studenti del corso di Comunicazione e lo stesso rettore ha chiesto di indicare il nome e la facoltà”. Così il direttore generale della Trieste Trasporti Pier Giorgio Luccarini: «Non essendo a conoscenza della campagna, preferisco non commentare l’iniziativa». Ivana Gherbaz
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Le foto gay sui bus imbarazzano la politica
Snobbata da Comune e Provincia di Trieste la presentazione della nuova campagna anti-omofobia
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TRIESTE Raccontare la quotidianità delle coppie omosessuali, fatta di gesti piccoli e banali come la preparazione della colazione e lo scambio di tenerezze, e superare così pregiudizi e paure di chi considera ancora i gay persone “diverse”. È l’obiettivo del progetto promosso e sponsorizzato dal Circolo arcobaleno Arcigay e Arcilesbica di Trieste, che ha ottenuto il patrocinio del Comune e della Provincia di Trieste, intitolato “Si va diritti all’amore”. Sei foto di vita familiare dove i soci del circolo, giovani e meno giovani, ci hanno messo la faccia facendosi riprendere in momenti di vita familiare: l’addobbo dell’albero di Natale, una sonata al pianoforte e ancora un aiuto nel rifare il letto. Queste foto da oggi saranno appese ai reggimano degli autobus di Trieste e della provincia accompagnate dalla scritta, anche in inglese e in sloveno, “Si va diritti all’amore”, sul retro del cartoncino i motivi della campagna ovvero contro ogni forma di omofobia e trasnfobia. Il progetto fotografico realizzato da due studenti del corso di laurea in Scienze della comunicazione dell’Università di Trieste, Giulia Raineri e Roberto Lillo, interamente sponsorizzato dal Circolo Arcobaleno (costo 3 mila euro), unico a Trieste nella sua originalità, viaggerà fino alla fine dell’anno su tutti i 250 autobus del parco della Trieste Trasporti. «È una campagna fatta su base volontaria – ha spiegato Davide Zotti presidente del Circolo arcobaleno – e abbiamo voluto metterci la faccia perché siamo come tutte le altre famiglie e per questo abbiamo deciso di rappresentarci con un’immagine tradizionale». Alla presentazione della campagna, ieri, però a metterci la faccia, nonostante l’invito, solo la consigliera comunale Maria Grazia Cogliati Dezza del Pd. Assenti invece il vice sindaco e assessore Fabiana Martini, l’assessore Roberta Tarlao della Provincia, che ha inviato un sms per il buon successo dell’iniziativa. «Crediamo molto in questa campagna – ha continuato Zotti – anche se, nonostante i patrocini del Comune e Provincia, pare abbia creato qualche mal di pancia nelle giunte proprio per il tipo di foto troppo tradizionali che richiamano la famiglia proprio in questo periodo natalizio. Vogliamo però uscire dagli stereotipi. Le foto scattate all’interno delle mura domestiche mettono a nudo un vuoto normativo nei confronti delle famiglie omosessuali che pesa sulla loro vita». (i.g.)