Palermo. Da febbraio il servizio di ginecologia dedicato a operati e transgender

  

di GIUSI SPICA
ALL’OSPEDALE Civico di Palermo nasce il primo servizio pubblico di ginecologia dedicato al “terzo sesso”. Si chiamerà “ambulatorio per l’equità di genere” ed è destinato esclusivamente ai transessuali, operati e non (i cosiddetti transgender). In Italia l’unico precedente è stato a Bolo-
dove però è naufragato pochi mesi dopo l’inaugurazione. Tra i supporter dell’iniziativa c’è il regista spagnolo Pedro Almodovar.
Il progetto partirà a febbraio. Le visite si svolgeranno in locali dedicati due volte al mese. A coordinare l’ambulatorio sarà il ginecologo Giuseppe Scaglione. Ma perché l’esigenza di un servizio
dedicato? A spiegarlo è il primario di Ginecologia e Ostetricia Luigi Alio: «La richiesta è partita proprio dai pazienti. Molti di loro ci hanno raccontato di non sapere come muoversi e di essere costretti, anche per ragioni di riservatezza, a rivolgersi ai privati».
Il servizio si occuperà per lo più di malattie sessualmente trasmissibili, come l’Aids o i condilomi.
Ma non solo. «Oltre a soddisfare un bisogno di salute finora inespresso — continua il primario — potrebbe essere il preludio di un’attività chirurgica per il cambiamento del sesso. Ma questo solo in una fase successiva, qualora ci fosse una richiesta crescente e d’accordo con la direzione generale». «Ci siamo messi in contatto con colleghi di altri Paesi e con esperti vicini allo staff di Almodovar che in Spagna promuove iniziative simili».
«Una notizia fantastica — commenta Daniela Tomasini, presidente di Arcigay Palermo — perché chi inizia un percorso di cambiamento di sesso non sa a chi rivolgersi e anche chi ha già concluso il percorso chirurgico ha difficoltà. A ciò si aggiunge il calvario burocratico». «Spesso gli ospedali e le Asp ci inviano questi pazienti — dice Francesca Marceca, presidente di Agedo, l’associazione dei genitori di omosessuali — ma noi facciamo orientamento psicologico. Abbiamo un circuito di ginecologi di fiducia ma abbiamo necessità di fare rete». Sull’utilità dell’ambulatorio, però, il mondo trans si divide: «È un modo per ghettizzare — dice Sandra Alvino, presidente dell’associazione italiana trans — chi ha già cambiato sesso è donna a tutti gli effetti e può rivolgersi a un ginecologo, chi non lo ha fatto può andare dallo specialista competente». Quello del Civico sarà il primo ambulatorio ginecologico per trans. Ne esistono altri a Firenze, Roma, Milano e Perugia ma sono per lo più ambulatori endocrinologici per le terapie ormonali. In Europa solo la Spagna ha attivato il servizio, sulla scia degli ambulatori per viados sorti in Brasile nel
2005.


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