«Crepaldi calpesta la dignità degli omosessuali»

  

«Al vescovo non bastano più le omelie in chiesa, ha deciso di estenderle ai cittadini e alle istituzioni che li rappresentano, bacchettando come una maestrina dalla penna rossa Comune a Provincia per aver concesso un patrocinio a una civilissima campagna del Circolo Arcobaleno Arcigay e Arcilesbica contro l’omofobia e la transfobia». Così, in una nota, il presidente del Circolo Arcobaleno Davide Zotti interviene dopo che il vescovo Giampaolo Crepaldi aveva giudicato inopportuno il patrocinio concesso alla campagna da parte di Comune e Provincia. «Il vescovo non perde occasione per calpestare la dignità delle persone e famiglie omosessuali, denigrando le loro vite e chiarendo che non vi può essere alcun riconoscimento giuridico. Siamo oramai in campagna elettorale, il pastore richiama le pecorelle smarrite e rianima la più classica campagna razzista contro gay, lesbiche e transessuali. Campagna che si può leggere anche sul sito web del giornale della diocesi, Vita Nuova», aggiunge Zotti. Il Circolo Arcobaleno annuncia di voler richiedere alla Questura (che il 21 dicembre lo negò) il permesso di manifestare sotto la Curia «in risposta alle dichiarazione omofobe del papa»: «Siamo stanchi di subire gli insulti ammantati da abiti talari, ma decisi a non sottostare ai diktat della gerarchia vaticana che pretende di dettare le sue regole anche a chi non frequenta sagrestie ed altari». Critiche da Zotti arrivano anche a Roberto Cosolini: «Spiace constatare che il sindaco consideri “legittima” la critica del vescovo, una critica foriera di intolleranza e discriminazione, in quanto esclude le persone omosessuali dalla possibilità di formare una famiglia. Chiediamo infine al sindaco quali siano i “particolari” della campagna che non condivide». In una nota intanto i due consiglieri comunali Pietro Faraguna (Pd) e Paolo Menis (M5S) ricordano di essere i primi firmatari della mozione fatta propria dalla giunta «sul contrasto alla discriminazione» degli omosessuali e sulla «promozione di politiche non discriminatorie». La mozione invita l’amministrazione a procedere nel riconoscimento dei diritti, in base all’iniziativa promossa da Certi Diritti, Arcobaleno e Avvocatura per i diritti lgbti – Rete Lenford. «Sappiamo che in questo momento drammatico le tematiche da affrontare sono molte e anche altre – scrivono Faraguna e Menis – ma non si può rinunciare all’affermazione dei diritti civili». Sulla base delle norme e delle ultime sentenze della magistratura, i due invitano «i cittadini omosessuali che convivono» a recarsi «all’anagrafe o in un centro civico e richiedere il rilascio dell’attestato di costituzione di famiglia affettiva, come già previsto dalle leggi della Repubblica».


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