Veneto. Per Sel un capolista senegalese

  

Pape Diew primo al Senato, Vendola guida le liste alla Camera
VENEZIA Nichi Vendola sarà a Verona, Padova e Venezia il prossimo 5 febbraio, per la campagna elettorale di Sinistra Ecologia e Libertà. Per il governatore della Puglia, quella del Veneto è una missione difficile: dovrà riuscire a far sì che il suo partito, che da queste parti ha sempre avuto vita difficile, superi agilmente la soglia del due per cento, necessaria per ottenere seggi alla Camera; e, idealmente, si spinga oltre il 3 per cento di modo che, se il centrosinistra dovesse conquistare il premio di maggioranza, potrà mandare a Roma fino a due senatori. Anche Sel, come il Pd, ha svolto le primarie per scegliere i suoi candidati al Parlamento, ma la coda di polemiche sulla successiva composizione delle liste ha investito anche il Veneto: in particolare, i sospetti di brogli nel seggio di Chioggia-Sottomarina hanno innescato l’annullamento di 144 schede di voto, con conseguenti dimissioni dei segretari veneziani e ricorso al tribunale di Roma contro la nuova «classifica». Alla fine, però, tutto è rimasto così come deciso dalla commissione di garanzia nazionale. Come in tutto il resto d’Italia, Vendola figura capolista alla Camera, anche nelle circoscrizioni Veneto 1 e Veneto 2. Di sicuro, però, lascerà il suo posto a chi lo segue, visto che opterà per essere eletto nel suo collegio pugliese. Se il centrosinistra, come predicono i sondaggi, conquisterà il premio di maggioranza su base nazionale per la Camera, Sel dovrebbe poter contare su due o tre deputati veneti. In Veneto 1, dovrebbe farecela Alessandro Zan, assessore comunale a Padova e già presidente della sezione veneta dell’Arcigay. Subito dietro la veronese Michela Faccioli, esordiente assoluta in politica, è presidente dell’Arci di Verona: per lei chance ridotte, ma non esaurite. In Veneto 2, spazio a Giulio Marcon, economista e portavoce della campagna «Sbilanciamoci»: romano, ma di origine veneta, è stato imposto da Vendola senza passare per le primarie. Un «paracadutato» è anche il capolista al Senato Pape Diew, rappresentante della comunità senegalese di Firenze (e già consigliere comunale) che si espose dopo l’omicidio di due connazionali (e il ferimento di diversi altri ambulanti) da parte di un estremista di destra. Potrebbe però optare per l’elezione in Toscana, in quel caso rientrerebbero tra gli eleggibili (ma solo in caso di vittoria in Veneto del centrosinistra) la padovana Maria Teresa di Riso e il segretario regionale Dino Facchini. Al quarto posto al Senato (e quindi in posizione ineleggibile), si trova l’avvocato veronese Federica Panizzo: fu lei ad assistere alcuni nomadi sinti nella causa intentata nel 2001 contro l’allora consigliere comunale Flavio Tosi , infine condannato in via definitiva dalla Cassazione a due mesi per violazione della legge Mancino nel 2009, quando era già sindaco di Verona da due anni.


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