Vicenza. Nell´Italia diversa il diritto di amare dei nuovi cittadini

  

Elena Lolli della compagnia lombarda Alma Rosè sul palco dell´ArenaGiordano Dellai
SANDRIGO
Un´Italia diversa, dove possono diventare cittadini come gli altri anche gli stranieri di seconda generazione, generalmente i più orgogliosi di essere italiani, almeno nello spirito. Italiani “diversi”, dal colore della pelle non perfettamente uguale al nostro, che nel Dna portano il marchio di altre religioni, lingue, tradizioni, ma che ci mettono un attimo ad imparare i nostri dialetti, sventolano con più energia il tricolore italiano nelle varie manifestazioni e spesso tengono nel portafoglio la foto di Falcone e Borsellino. Con una scritta: “Gli uomini passano, le idee restano”.
Una rassegna antiretorica di speranze, profonda nella sua apparente leggerezza, quella che la compagnia teatrale lombarda Alma Rosè ha proposto al teatro Arena di Sandrigo. Lo spettacolo si intitolava “Cittadini in transito” con gli autori-attori Manuel Ferreira e Elena Lolli, per la direzione musicale di Mauro Buttafava e Massimo Latronico e la partecipazione di altri cinque bravi strumentisti, tra cui due “nuovi italiani” dello Sri Lanka e del Burkina Faso.
Un contributo indirizzato a quanti guardano il mondo con mentalità aperta per demolire luoghi comuni, pregiudizi e situazioni di disagio dovute ad ignoranza. Ma anche per parlare di storie di integrazione nel lavoro, nei rapporti sociali, che comprovano il diritto di ogni uomo di amare chi vuole senza distinzione di colore di pelle, cultura o religione. Ha organizzato la cooperativa Margherita, che con questo evento ha concluso il ciclo culturale “Margherita in Festa” dedicato ai primi 25 anni di vita della società.
Lo spettacolo, nato dalla campagna “L´Italia sono anch´io”, che ha fatto incontrare gli attori della compagnia Alma Rosè con i giovani di seconda generazione, ha offerto alcune tipiche situazioni vissute da questi aspiranti nuovi italiani.
Tra le figure più indovinate la trentenne mediatrice bancaria di origine peruviana, realizzata nel lavoro ma ancora scottata dalle insufficienze in italiano assegnate da una maestra piena di pregiudizi. Oppure la giovane africana omosessuale, sempre in prima linea per difendere i diritti di studenti, donne e lavoratori, ma che inaspettatamente si sente tremare le mani quell´unica volta che prende in mano uno striscione dell´Arcigay e potrebbe quindi rivendicare i suoi diritti personali.
«Tutti abbiamo diritto di amare – ha asserito Elena Lolli – e un diritto non toglie niente a nessuno».


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