Frase contro i gay, condannato

  

di RENATO BALDUCCI DOMODOSSOLA – Era accusato di aver pronunciato una frase discriminatoria nei confronti di Fabio Busana, fondatore e presidente dell’Arcigay provinciale: per quell’episodio, il giudice di pace di Domodossola ha condannato a 400 euro di multa un ferroviere in servizio alle biglietteria della stazione di Domodossola. «Se vogliono andare a Roma a prenderlo in … che si arrangino» la frase al centro di una vicenda che all’epoca fece molto discutere: Antonio Rosario Viscomi, domese oggi in pensione, ma nel 2007 dipendente di Trenitalia in servizio alla biglietteria della stazione, è stato ora ritenuto colpevole. Un’ingiuria per la quale l’ex ferroviere è comparso davanti al giudice di pace di Domodossola, Carlo Crapanzano, che però ha rigettato, per motivi tecnici, la costituzione di parte civile da parte di Busana.

L’episodio risale al 6 giugno di cinque anni fa: «Volevo solo informazioni sui treni speciali o su eventuali sconti per il Gay Pride in programma in quei giorni a Roma» dichiarò allora Fabio Busana, 25 anni di Villadossola, che si era presentato nel pomeriggio alla biglietteria con un amico per chiedere notizie. «Ho ricevuto in cambio insulti e atteggiamenti discriminatori» sostenne il presidente provinciale dell’Arcigay. In biglietteria c’erano due ferrovieri, ma Busana e l’amico indicarono subito in Viscomi come colui che aveva pronunciato la frase: «Chiesi solo se per il Gay Pride ci fossero delle offerte sui treni per Roma – sostiene Busana – , ma capii che l’addetto allo sportello non sapeva cosa fosse il Gay Pride. Allora intervenne il collega in biglietteria pronunciando quella frase offensiva». Scattò una denuncia alla polizia ferroviaria, il dipendente delle ferrovie fu identificato e Trenitalia avviò a sua volta un’indagine interna. Ora, dopo cinque anni, il processo e la sentenza: i pubblico ministero, Claudio Dell’Agnola, ha chiesto per Viscomi la pena di 600 euro di multa. L’avvocato difensore, Eugenio Fornaroli, ha ricordato che il suo cliente ha sempre negato di aver pronunciato quella frase verso Busana e che le condizioni di lavoro in biglietteria sono tali che spesso i vetri divisori e i microfoni mal funzionanti non permettono di percepire chiaramente le parole.

«Non c’era nessuna intenzione di calunniare il cliente ha detto Fornaroli -: Viscomi ha solo risposto al collega che gli chiedeva notizie sul Gay Pride». Una tesi che il giudice Crapanzano non ha accolto, condannando l’ex ferroviere anche al pagamento delle spese processuali».


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