Nozze gay, chi vuole si sposa al Cassero

  

di BEPPE PERSICHELLA

UNIONI gay anche a Bologna, come a Londra e Parigi. Coppie etero e omossessuali uguali per una notte, con gli stessi diritti e possibilità di convolare a nozze. È la provocazione che il Cassero metterà in scena sabato 23, il giorno prima del voto. Dopo la svolta di Gran Bretagna e Francia, aumenta il pressing della comunità gay verso il centrosinistra e il Pd. L’epicentro di questa protesta sarà lo storico circolo gay di via Don Minzoni che si autoproclamerà,
la sera prima delle urne, “Libera repubblica” e darà a tutti la possibilità di dire “sì”.
Il programma della serata “Stasera mi sposo” è il titolo scelto – vuole essere assai simile a quello di un normale giorno di nozze. Prima di presentarsi davanti al celebrante (si pensa ad un esponente di spicco della comunità Lgbt come Vladimir Luxuria o la bolognese Helena Velena), i promessi sposi potranno passare dalla sala trucco e dai costumi prima di farsi fotografare. A mezzanotte in punto si fermeranno i balli e sulle note della marcia nuziale coppie omosessuali ed etero potranno sposarsi. Una provocazione a poche ore dal voto e un chiaro messaggio rivolto
al Pd che spinge invece per il modello tedesco (unioni solo per i gay che non valgono come un matrimonio ma vengono trattate in modo simile dal codice civile). «Così si va verso un’altra discriminazione. Le cose uguali si chiamano con lo stesso nome e l’unico è il matrimonio» attacca il presidente del Cassero Vincenzo Branà. Dalle Torri la protesta di Arcigay si sposterà in tutta Italia attraverso una campagna di manifesti a favore dei matrimoni gay e con un sito dal nome eloquente– www.temposcaduto. com – che pubblicherà le posizioni dei candidati in Parlamento su questo tema. Perché – ribadisce Branà «noi non abbiamo capricci ma famiglie da regolarizzare». Che i rapporti anche in città con il Pd si siano fatti più tesi lo dimostra un duro scambio di commenti avvenuto ieri su Facebook tra il democratico Davide Di Noi e lo stesso Branà. «Il modello tedesco è un primo passo. Bisogna rispettare le posizioni di tutti» ribatte Di Noi, in risposta a Branà che sulla sua bacheca aveva rimproverato Bersani di essere ostaggio dei cattolici Pd. «La posizione di chi vuole negare un diritto non va mai rispettata. E all’interno del Pd c’è chi vuole negare un diritto» replica Branà. Prova a ricucire lo strappo il candidato al Senato del Pd Sergio Lo Giudice, storico presidente dell’Arcigay, che promette: «Se eletto presenterò subito una proposta di legge per i matrimoni omosessuali. La strada maestra è quella».


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