Studenti in subbuglio e lei spiega: «La diversità di scelte di chi è in quelle condizioni non autorizza discriminazioni»
Per l’Oms, Organizzazione Mondiale della Sanità, l’omosessualità non va considerata come una malattia. Non la pensa così invece la docente di Diritto del liceo psico-pedagogico Sigonio, che con le sue affermazioni ha scatenato il putiferio durante l’assemblea d’istituto di alcuni giorni fa in cui erano presenti tra l’altro l’Arcigay e un altro gruppo di difesa dei diritti degli omossessuali. La redazione di Voci dal B(r)anco ha voluto sentire la sua voce, anche perchè una ragazza ha dichiarato apertamente la sua omosessualità davanti alla platea degli studenti e ha contestato l’insegnante. La professoressa ha aperto l’intervista con una metafora: « Se prendi 3 in un compito di scuola non significa che sei imbecille, ma non si può dire che il voto basso sia un fatto positivo». «Secondo me la cosa non giusta non è definire l’omosessuale un malato, ma associare l’idea di avere un orientamento sessuale diverso ad un marchio d’infamia!». Durante l’intervista la docente ha continuato portare avanti la sua posizione, chiamando a sua difesa una non discriminazione da parte sua, ma una mancanza da parte dei ragazzi di una piene consapevolezza sentimentale. Nei giovani la mancanza di affetto o di considerazione da parte delle persone più importanti può essere sostituita da un’amicizia con persone dello stesso sesso appunto perché si hanno sicuramente punti di vista comuni; questo fa sì che il rapporto tra i due individui sia meno burrascoso e a volte questa amicizia viene scambiata erroneamente per qualcosa di più, quindi il soggetto coinvolto prova sentimenti definiti sbagliati». E ancora: «Possiamo paragonare questo tipo di rapporto ad un treno che percorre una linea ferroviaria breve, veloce, ma sempre la stessa e quindi monotona; mentre un rapporto definito “normale” potrebbe essere lo stesso treno che percorre una linea diversa e che da la possibilità di scoprire nuovi paesaggi». Al termine dell’intervista, ha ribadito il sostegno alla tesi per cui l’omosessualità è una malattia, come l’hanno definita diversi studiosi, ma questo non significa che gli omosessuali debbano essere discriminati. Manuela Pellitteri Chiara Artioli Clelia Caroli Liceo Sigonio 2F