All’appello di Arcigay e ArciLesbica contro il bullismo omofobico risponde in città soltanto una scuola. L’invito ufficiale, firmato dagli attivisti e dall’Ufficio scolastico regionale, è sostanzialmente snobbato. Da tutti tranne che dall’Isis Percoto dove da oggi riparte il progetto “A scuola per conoscerci”. «Abbiamo grosse difficoltà a entrare nelle scuole», riconosce il presidente dell’Arcigay Friuli, Giacomo Deperu. «Udine fatica molto a rispondere – prosegue Deperu – e infatti i casi di bullismo omofobico non mancano: riceviamo circa 130 denunce l’anno e questa è soltanto la punta dell’ice berg. Perché soltanto i più forti alzano la voce». Dell’omofobia sono vittime gli studenti, «in alcuni casi sbeffeggiati in classe dagli insegnanti che arrivano a scherzare sulla vita privata dei giovani fino a auspicare che non siano “finocchi”», sottolinea Deperu. Tutti casi concreti che l’Arcigay cerca di aiutare. Ma al fianco degli studenti ci sono i professori, «anche loro con una vita privata che a volte preferiscono non confessare. A Udine e più in generale in Friuli sono parecchi gli insegnanti omosessuali che preferiscono tacere per paura delle ritorsioni», assicura Deperu. Ed ecco che per educare i giovani, da oggi al Percoto arriva “A scuola per conoscerci”, il progetto di Arcigay e Arcilesbica del Friuli Venezia Giulia per promuovere nelle scuole strategie di intervento contro l’isolamento scolastico, il bullismo e l’omofobia. Iniziato nell’anno scolastico 2009/2010, dopo aver coinvolto oltre 1.200 studenti delle scuole superiori di tutte le province della regione e dopo aver ottenuto dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, la medaglia di bronzo per le meritorie finalità perseguite, il progetto entra nuovamente nelle scuole. Prima di Udine poi al Linussio di Codroipo e al liceo Carducci-Dante di Trieste. Gli interventi saranno condotti da due psicologi, Martina Gardelin e Lorenzo Bretti, con la partecipazione dei volontari di Arcigay e Arcilesbica del Friuli Venezia Giulia. I principali temi affrontati con i ragazzi saranno l’omofobia e l’omosessualità nelle sue diverse dimensioni, l’affettività, la scuola, l’adolescenza, l’amicizia, la famiglia, il linguaggio, i diritti. Il tutto con lo scopo principale di creare una rete di solidarietà e cooperazione all’interno della comunità scolastica, contribuendo a consolidare la funzione della scuola come luogo sicuro e inclusivo, oltre a prevenire episodi di prepotenza o di discriminazione nei confronti di adolescenti gay e lesbiche. «A scuola per conoscerci punta a diffondere valori e pratiche educative per prevenire, contrastare e ridurre il pregiudizio sociale verso le persone omosessuali, promuovendo azioni di contrasto ad atteggiamenti omofobici e offrendo supporto psicologico agli adolescenti per la promozione della loro salute e benessere psicofisici», spiega Davide Zotti, insegnante, presidente di Arcigay-Arcilesbica “Arcobaleno” Trieste, nonché responsabile del progetto. L’incontro di due ore avviene alla presenza di uno psicologo formatore e, dopo una fase preliminare di elaborazione in classe fra ragazzi e insegnanti, segue un secondo appuntamento di due ore con lo psicologo formatore e un volontario di Arcigay Arcilesbica. Michela Zanutto
Friuli. Bullismo omofobico, le scuole snobbano
This article was written on Wednesday March 6th, 2013.
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