TRENTO Arcigay e Arcilesbica hanno registrato «difficoltà e imbarazzo» da parte delle istituzioni locali, ma hanno anche riconosciuto che alla fine «il problema è rientrato». La campagna contro l’omofobia si farà e le immagini non cambiano: due giovani uomini vestiti da montanari che si baciano e altre due ragazze che fanno lo stesso. Sono loro il simbolo della settimana internazionale contro l’omofobia e la transfobia, in programma da domenica fino al 19 maggio in Trentino. «Abbiamo voluto calare nel contesto locale un possibile bacio d’amore tra due uomini e due donne della regione alpina, per sollecitare il più vasto pubblico alla riflessione che l’amore gay non può essere oggetto di stereotipi, che lo vogliono far esistere solo in ambienti specifici come quello della moda o dello spettacolo», afferma il presidente di Arcigay del Trentino, Paolo Zanella». In un incontro con il presidente del Consiglio provinciale, Bruno Dorigatti, si è raggiunto un accordo per cui, nelle prossime settimane, la campagna informativa potrà coinvolgere anche persone non identificabili con l’iconografia alpina, per evitare che la campagna informativa appaia un «vulnus» alle tradizioni Schuetzen, come temuto dalle istituzioni locali che hanno patrocinato e finanziato l’iniziativa. Molti gli appuntamenti, a partire dall’inaugurazione della mostra fotografica «Contro l’omofobia in 3ntino» al Cafè de la Paix a Trento. Testimonial della manifestazione contro l’omofobia sarà la filosofa Michela Marzano che il 17 maggio sarà protagonista di un incontro nel Palazzo della Regione.
L’Adige
Il caso
Quei baci «tirolesi» contro l’omofobia
Ma l’Arcigay precisa
«Non sono Schützen»
FABIA SARTORI
Due Schützen si baciano in occasione della settimana contro omofobia e transfobia. Lo stesso accade tra due vivandiere (Marketenderinnen). Da domenica 12 maggio a domenica 19 si svolgerà a Trento l’iniziativa «Liberi – libere di essere» curata dalle associazioni Arcigay e Arcilesbica della regione per «combattere la velata eppure evidente omofobia presente nella società».
La campagna di promozione è di sicuro di grande impatto: due persone dello stesso sesso che si scambiano un bacio (che siano Schützen o vivandiere) certamente hanno effetto nel divulgare il messaggio di «lotta alla discriminazione e affermazione del diritto di volersi bene». Nonostante la netta similitudine con gli abiti dell’ex corpo paramilitare e delle donne che li seguivano sul campo di battaglia, arriva però la smentita. «In realtà non si tratta di Schützen – afferma il presidente di Arcigay del Trentino Paolo Zanella – I manifesti vogliono ritrarre uomini e donne omosessuali vestiti in abiti tipici dell’area alpina, impegnati in un atto di grande affettività reciproca». In questa maniera la tematica in questione viene contestualizzata in un luogo specifico (il Trentino Alto Adige) con una possibilità di vicinanza ed identificazione maggiore da parte di chi la guarda. «Abbiamo fatto in modo – completa la presidente di L’Altra Venere (Arcilesbica Trentino) Michela Papette – che chi vede queste immagini sia maggiormente portata a riflettere sui rapporti tra persone dello stesso sesso e sull’omofobia, ricavandone sentimenti positivi e negativi». Insomma, a chi individua una sorta di provocazione nel gesto d’amore e affetto tra due Schützen – che ancora oggi si dedicano prevalentemente alla tutela dei valori cristiani – i promotori dell’iniziativa rispondono allargando la sfera d’interesse ai popoli di montagna cui la tradizione associa il vestiario tirolese. «Del resto – concordano Zanella e Papette – la presenza degli omosessuali non interessa unicamente alcune categorie stereotipate dall’immaginario comune, bensì qualsiasi professione ed estrazione sociale, sport oppure hobbies».
Non a caso nel giro di qualche mese la collaborazione tra Provincia di Trento, Arcigay ed Arcilesbica dovrebbe produrre una «campagna pubblicitaria di ampio respiro, in cui a baciarsi tra loro saranno infermieri e vigili del fuoco, politici e giornalisti, professori ed avvocati, professionisti dello sport e medici». Passiamo al programma della settimana «Liberi-libere di essere» (info: www.liberilibere.it), che è stato presentato ieri alla sede della Provincia.
Certamente l’evento topico sarà la fiaccolata in ricordo delle vittime dell’omofobia, cui è invitata tutta la cittadinanza. «Il pensiero va al cuoco inglese seviziato dal branco nel 2010 a Canazei – dice Zanella – Oltre al giovane quindicenne romano suicidatosi nel novembre scorso perché deriso dai compagni». Si parte domenica 12 maggio con l’inaugurazione al Cafè de la Paix in passaggio teatro Osele, cui seguirà una mostra fotografica che ha come tema le discriminazioni legate alle preferenze sessuali. Nei giorni successivi si susseguiranno incontri presso alcuni istituti superiori e proiezioni di film o cortometraggi, incontri con le istituzioni (venerdì 17 maggio: giornata internazionale contro l’omofobia) e convegni, conferenze e spettacoli teatrali.