(Articolo pubblicato su Format. Luglio-Agosto 2020)
Arcigay arriva a Rieti
Per sapere cosa è l’Arcigay e di cosa si occupa, cioè di cultura, della vita e dei diritti delle persone LGBT+, è fondamentale raccontare come e perché nasce. Nella cittadina siciliana di Giarre il 31 ottobre 1980 vengono uccisi Antonio Galatola, e Giorgio Agatino Giammona, giustiziati in aperta campagna, e ritrovati mano nella mano. Accanto ai loro corpi un biglietto, con su scritto che si sono uccisi perché a Giarre non viene accettato il loro amore. Entrambi i cadaveri hanno due fori di proiettile alla testa e, a tre giorni dal ritrovamento dei corpi, un giovane di tredici anni, nipote di Antonio, confessa ai carabinieri di essere lui l’assassino. Gli inquirenti non danno conto alla testimonianza, in quanto, nel corso delle prime ricerche all’agrumeto, i due corpi non vengono rinvenuti; Francesco, non imputabile per la giovane età, si dichiara colpevole per scagionare qualche altro parente, che non accetta lo scandalo di avere un omosessuale in famiglia: «A donne andavano! Erano pieni di donne», e inoltre viene chiesto ai giornalisti: «Di non mettere troppo in rilievo gli uomini sessuali della Nostra Nazione, in quanto servirebbe solo come incitamento e come conturbazione anche a coloro che non lo sono».
Dopo i fatti di Giarre, prende forma l’idea di creare l’Arcigay, un’associazione che tuteli i diritti delle persone omosessuali e, il cinquantacinquenne prete omosessuale Marco Bisceglia, a Palermo, nella Sicilia di quel duplice omicidio, mette in moto questo progetto. Nascono poi diversi circoli in Italia e il 3 marzo 1985, si decide per la nascita di un’associazione ArciGay nazionale. A distanza di trentacinque anni le sedi Arcigay, distribuite sull’intero territorio nazionale sono arrivate a essere oltre settanta e, il 19 luglio 2020, anche Rieti è entrata a far parte di questa grande famiglia: «Nella provincia di Rieti si avverte la necessità di un’associazione che rappresenti le istanze della comunità LGBT+», dichiara Domenico Di Cesare, Presidente di Rieti LGBT+. «Noi di “Rieti LGBT+” – continua Di Cesare – vi aspettiamo per un confronto costruttivo e per intraprendere un percorso di crescita comune, per un’inclusione sociale di ogni persona e contro ogni discriminazione: l’Associazione è apartitica, aconfessionale, antitotalitaria, antisessista e antirazzista».
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