Assemblea pubblica 6 Febbraio 2025 – Reagiamo alle intimidazioni fasciste

  

SPAZI LIBERI PER TUTTƏ LƏ FROCIƏ

Reagiamo al clima di violenze e intimidazioni fasciste, rispondiamo con un’ASSEMBLEA CITTADINA AL CASSERO GIOVEDÌ 6 FEBBRAIO ALLE 19.00.

Da novembre 2024 a oggi la sede del Cassero ha subito quattro attacchi di natura chiaramente intimidatoria con un numero, una frequenza e una gravità senza precedenti. Lo striscione con lo slogan FROCIE SEMPRE FASCISTE MAI è stato strappato e gettato a terra tre volte, l’ultima volta mercoledì 15 gennaio. Il primo giorno dell’anno un cartello con la scritta SPAZI LIBERI VIA TUTTI I FROC* è comparso sulla porta della Salara, in mezzo a manifesti strappati e volantini lanciati giù dal ponticello d’ingresso. 

Tutti questi episodi sono avvenuti in concomitanza con raduni, cortei e ronde di gruppi organizzati di estrema destra, e pensiamo che non sia casuale. Queste iniziative dell’estrema destra continuano a funestare la nostra città, infatti una nuova iniziativa è in programma il 15 febbraio. I cosiddetti “patrioti” strumentalizzando il tema sicurezza per promuovere una visione suprematista e escludente di Bologna, che non ci appartiene e che respingiamo con forza. Il 9 novembre 2024 eravamo in piazza per contestare le camicie nere e quello è il lato della barricata nel quale continueremo a stare. 

Tante altre realtà alleate, femministe, queer, transfemministe e antifasciste in città si uniscono alla voce che chiede spazi liberi per tutte le frocie: il Cassero è stato preso di mira perché visibile, punto di riferimento storico, ma qualunque spazio queer o spazio di attivismo antifascista e antirazzista può diventare il prossimo target di questo tipo di attacchi. Vogliamo quindi che questa voce sia il più possibile plurale e rappresentativa  non solo per tutto il movimento lgbtqia+, ma anche per tutte le realtà che si riconoscono nella nostra richiesta.

Nel resto d’Italia l’inizio dell’anno è stato segnato da episodi di pestaggio e messaggi minatori alla comunità LGBTQIA+ a Roma, a Milano, a Torino, a Napoli, a Genova e a Bologna. Danneggiamenti, inseguimenti, insulti, continuano ad essere all’ordine del giorno. 

Nella nostra città come in tutto il Paese i fascisti alzano la testa, attaccano per strada le persone LGBTQIA+ e minacciano gli spazi che le accolgono e che danno alla comunità la possibilità di organizzarsi e di esprimersi, perchè legittimati dai discorsi d’odio che il governo in carica promuove e dalla mancanza di tutele legali contro gli atti di odio nelle loro diverse forme. Il timore che non siano solo i discorsi del governo a farli sentire più sicuri, ma linee politiche concrete rispetto alla gestione delle piazze è venuto a molti quando il 9 novembre 2024 il loro presidio è stato a sorpresa autorizzato in piazza XX settembre, dopo che il tavolo locale per la sicurezza aveva deciso di collocarlo fuori dal centro. 

A discapito della percezione di chi ha scritto quel cartello, a Bologna ci sono pochi spazi per la comunità, e abbiamo bisogno di PIÙ SPAZI LIBERI PER TUTTE LE FROCIE. 

Ma la violenza che si abbatte contro le realtà orgogliosamente queer della città e contro le nostre compagne per strada è solo l’espressione visibile della violenza e della cancellazione sistematica che stiamo subendo. Il diritto all’aborto non è mai stato in pericolo quanto lo è oggi, i diritti già fragili delle persone trans* sono già stati erosi e lo saranno ancor di più, le famiglie omogenitoriali stanno subendo un’inutile persecuzione legale, la libertà di espressione e il diritto di protesta sono minacciati dai provvedimenti del governo e da pratiche repressive nella gestione della sicurezza, le violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale si trasformano in progetti di larga scala del governo Meloni, come la deportazione in Albania.

Le politiche del governo stanno di fatto realizzando alcuni dei punti preferiti dell’agenda dei gruppi di estrema destra, che comportano la limitazione massima degli spazi e dei diritti accessibili alle soggettività ritenute non conformi a una supposta normalità. Marina Terragni, sostenitrice dell’obiettivo, promosso dalle destre no-gender di tutto il mondo, di privare le persone trans più giovani delle cure sanitarie e che strumentalizza vergognosamente il femminismo per negare la vita delle donne trans e per inchiodare tutte le donne a un presunto destino biologico, è stata nominata da poco Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza. Le poche realtà sanitarie in Italia che prendono in carico le persone trans* minorenni sono state direttamente e indirettamente minacciate dal governo con l’ispezione al Careggi di Firenze. Le linee guida per i percorsi di affermazione di genere saranno riviste da una commissione di esperti che include esponenti cattolici di destra e tiene fuori il punto di vista delle persone direttamente interessate. Il Sandrena, il farmaco più sicuro per le persone trans*, non è più accessibile gratuitamente.

Le famiglie con genitori dello stesso genere vivono nel timore di perdere il loro limitato accesso ai diritti genitoriali o sono già coinvolte in battaglie legali per difenderlo. Le coppie composte da due uomini hanno visto la propria genitorialità reale o potenziale dichiarata reato universale dal governo. Centinaia di bambin* hanno avuto i certificati di nascita revocati, rischiando di perdere i diritti e le tutele di cui ogni minore dovrebbe godere. 

L’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, che dovrebbe vigilare sulle discriminazioni contro le minoranze in Italia e promuovere azioni anti-discriminatorie, non ha sufficiente indipendenza dal governo ed è sotto la direzione del Ministero delle Pari Opportunità, rappresentato dalla teocon Eugenia Roccella, che  non perde occasione per esprimere con le proprie dichiarazioni pubbliche posizioni ancora più omolesbobitransafobiche di quanto non lo siano già i provvedimenti del governo che rappresenta. 

I gruppi di influenza antiabortisti e ultraconservatori come Pro Vita e Famiglia, che hanno forti connessioni internazionali con altri gruppi simili in tutta Europa e non solo, dettano l’agenda del governo. Quest’anno i fondi destinati al contrasto alla violenza di genere e all’educazione alle differenze nelle scuole saranno dirottati su corsi per la fertilità. Le associazioni anti-scelta hanno ora la possibilità di entrare nei consultori per fare “supporto alla maternità”. 

Il  ddl 1160 porta con sé una inaccettabile, ulteriore restrizione degli spazi di protesta pacifica e un’effettiva criminalizzazione del dissenso, misure che vanno a colpire i movimenti per la casa, per l’ambiente e per la Palestina, così come i pride, i sit-in e tutte le proteste pacifiche per denunciare le ingiustizie, le violazioni dei nostri diritti e le derive autoritarie e poliziesche che delimitano lo spazio di manovra per tutte le minoranze e i movimenti per la giustizia sociale. 

L’ondata neoconservatrice che denunciamo da anni è ormai evidente a tutt* e le sue conseguenze sono fin troppo concrete. Dobbiamo mettere in campo il massimo della nostra forza collettiva, della nostra creatività e capacità di organizzazione e tutta la nostra determinazione per fermarla adesso. Non lasceremo le nostre libertà, i nostri diritti e le nostre prospettive materiali di vita nelle mani di figure istituzionali che violano di fatto i principi costituzionali o che non riescono a garantirne l’applicazione. Come movimento LGBTQIA+ chiamiamo tutte l3 singol3 e le realtà antifasciste di Bologna a riattivare un confronto e un coordinamento più stretto e a impegnarsi insieme per respingere gli attacchi dell’estrema destra extraparlamentare così come quelli istituzionali, che arrivano sempre più frequenti e che si spingono sempre oltre su terreni che un tempo avremmo considerato diritti acquisiti e non più in discussione. Per questo invitiamo tutte le lesbiche, le froce, le trans, le femministe, l3 antifasciste a ritrovarsi nell’assemblea pubblica di giovedì 6 febbraio. 

PIÙ’ SPAZI LIBERI PER TUTTE LE FROCIE – ASSEMBLEA GIOVEDI’ 6 FEBBRAIO ALLE 19.00 AL CASSERO

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