Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Il 25 novembre 1960, nella Repubblica Dominicana vennero uccise le tre sorelle Maria, Minerva e Patria Mirabal, che furono stuprate, torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio: in loro memoria, nel 1981, fu deciso di celebrare questa data.
Come associazione per i diritti delle persone LGBT+ (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender) – dichiara il presidente Domenico Di Cesare – siamo al fianco di tutte le donne, comprese quelle troppo spesso non ricordate o non riconosciute: quelle trans. Anch’esse sono vittime di violenza e anche per loro vi è una giornata del ricordo (il 20 novembre), conosciuta nel mondo con il nome di TDoR (Transgender Day of Remembrance). La giornata è stata introdotta in ricordo di Rita Hester, vittima di omicidio transfobico. Il report sugli omicidi di persone trans, da gennaio 2008 a settembre 2020, registra 3664 vittime in tutto il mondo (Africa 18, Asia 303, Centro-Sudamerica 2894, Europa 159, Nordamerica 280, Oceania 10) di cui 350 nell’ultimo anno: il 38% è stato ucciso in strada e il 22% in casa; l’età media è 31 anni e il 98% delle vittime sono trans donne e il 62% sono sex worker. L’Italia, con 42 casi in 13 anni, ha il triste primato di essere al primo posto in Europa per numero di omicidi transfobici (nel 2020 i casi accertati sono stati 5).
Noi di Arcigay Rieti LGBT+ apprezziamo le tante iniziative che in questi giorni stanno coinvolgendo molti Comuni della provincia e ci teniamo a sottolineare che in quel colore rosso delle scarpe e delle panchine, c’è anche parte della nostra comunità. Speriamo in sempre più panchine rosse, affiancate da panchine arcobaleno e per questo – conclude Di Cesare – abbiamo chiesto con posta certificata alle sindache e ai sindaci dei 73 Comuni della provincia di installare anche una panchina arcobaleno, perché sensibilizzare al rispetto di tutte e tutti deve essere l’impegno base per ogni amministrazione, senza differenze di colore politico, perché i diritti non sono privilegi, ma priorità.