Il nostro progetto “HIV Tutor Care 2.0 social prescribing” è tra i vincitori della 13ª edizione dei Bandi di Gilead Sciences e grazie al finanziamento del Community Award Program al progetto della nostra Associazione possiamo rendere ancora più concreto il nostro impegno a favore delle comunità di pazienti, e dare vita a nuove storie di solidarietà, collaborazione e inclusione. “HIV Tutor Care 2.0 social prescribing” è un modello di intervento per migliorare la qualità della vita e l’integrazione sociosanitaria delle persone che vivono con HIV.
L’HIV è una patologia cronica con significative implicazioni socio-relazionali. Lo stigma associato all’HIV spesso porta i pazienti a nascondere la propria condizione, rendendo cruciale l’assenza di figure capaci di supportarli nel confronto e nell’integrazione sociale. Il programma “HIV Tutor Care” introduce figure di tutor tra pari (Link Worker), persone formate che vivono con l’HIV, per offrire supporto e mediazione tra i pazienti e il personale sanitario. Questo approccio, una forma di social prescribing, aiuta i pazienti a rigenerare il loro pensiero e a riorganizzare la loro vita, specialmente dopo la diagnosi, che rappresenta una “frattura biografica”.
Nell’edizione precedente (vincente al Community Award Gilead 2023) tre tutor esperti, tutti membri della comunità HIV e gruppo salute di Antinoo Arcigay Napoli, hanno implementato un intervento basato su peer learning e peer empowerment presso la 4° divisione HIV dell’Ospedale Cotugno, Azienda Ospedaliera dei Colli di Napoli con il contributo non condizionante del bando “Community Award Gilead”. Hanno interagito informalmente con circa 80 pazienti, prevalentemente nella sala d’attesa, promuovendo personalmente il servizio con un approccio diretto e informale e l’ausilio di poster informativi e un numero dedicato con applicazione di messaggistica istantanea.
L’impatto è stato valutato tramite questionari anonimi, con focus su quattro aree: supporto emotivo e pratico, aiuto nella comunicazione con i medici, riduzione dell’ autostigma. Degli 80 pazienti contattati, 54 (68%) hanno stabilito un legame continuativo con i tutor. Di questi, 28 hanno risposto ai questionari. Tre pazienti che avevano interrotto il trattamento lo hanno ripreso grazie al supporto ricevuto, mantenendo contatti regolari con i tutor. In generale, Il servizio ha dimostrato un impatto positivo sulle competenze socio-relazionali dei pazienti e, di riflesso, sul benessere e collettivo, con un alto livello di soddisfazione e nuovi stimoli per futuri miglioramenti, presenti nel nuovo progetto quali lezioni di Yoga e attività artistiche.
Il responsabile del progetto, Carlo Oneto sostiene che: “L’istituzionalizzazione di questo modello è cruciale per garantirne la sostenibilità e replicabilità in altre strutture ospedaliere, rappresentando una cooperazione efficace tra istituzioni pubbliche e comunità di terzo settore, per questo tengo altresì a ringraziare per la fiducia accordataci dall’Azienda Ospedaliera dei Colli di Napoli e in particolare dal Direttore Esposito e per la splendida accoglienza e collaborazione che tutto il personale medico-infermieristico della 4°divisione ci ha riservato, senza cui questo progetto non avrebbe potuto prendere vita“.
Articolo tratto da https://www.arcigaynapoli.org/