Il Direttivo di Antinoo Arcigay Napoli apprende con sgomento, leggendo l’edizione online del quotidiano Il Mattino del 07.02.2023, la notizia relativa alla diretta TikTok, di ben due ore ed estremamente partecipata, che il figlio di un noto esponente della malavita napoletana avrebbe fatto per spiegare la motivazione che l’avrebbe spinto, lo scorso gennaio, a picchiare una ragazza transessuale dopo aver scoperto che quest’ultima si era, appunto, sottoposta ad alcuni interventi chirurgici per diventare donna.
Stando a quanto riportato dalla succitata testata, Il ragazzo avrebbe dichiarato sul social di essersi sentito preso in giro e di avere avuto una reazione istintiva e violenta perché sotto choc, ma di non avere nulla contro quella ragazza, che avrebbe definito una «sfortunata».
Sulla vicenda, che è al vaglio della Polizia e della Procura, riportiamo la dichiarazione di Daniela Lourdes Falanga, referente per le politiche transessuali di Antinoo Arcigay Napoli e delegata alla Legalità, contrasto alle mafie e carceri nella segreteria nazionale Arcigay:
«Quanto è accaduto a questa ragazza trans, non fa altro che chiarire come la cultura camorristica abbia reso profondamente violento l’eteropatriarcato, il machismo e il sessismo, creando confini inviolabili in cui non c’è la capacità di tradurre una persona nella sua espressione libera, lontana da retaggi ed equilibri che rendono vero il maschio solo se governato dalla forza, dal desiderio di prevaricazione e da una sorta di “purezza inviolata” che ne sostanzia la virilità, il sangue, l’appartenenza, il potere. La camorra non ha solo definito i confini di spazi e delegittimato chiunque democraticamente investe nelle proprie esistenze, ma ha strutturato un piano di relazioni in cui tutto è perfettamente incasellato per descrivere i generi, per realizzare una supremazia di genere, per rivendicarla fino a demolire qualsiasi cosa la faccia vacillare».
«E io da figlia di un boss della camorra e donna trans – conclude Daniela Lourdes Falanga – da sempre impegnata nella difesa delle libertà individuali e nella lotta contro le mafie, vorrei incontrare la vittima per mostrarle tutta la nostra vicinanza e vorrei anche provare ad incontrare e cambiare questi ragazzi per proiettarli in una visione diversa rispetto a quanto hanno assorbito, affinché si evitino situazioni tanto infelici in cui troppo spesso si trova consenso».
Articolo tratto da https://www.arcigaynapoli.org/